Robert (Nicholson), un bravo pianista, ha rotto con la famiglia colta e borghese e ora vive alla giornata insieme a Rayette, una ragazza un po' svampita incinta di lui. Poiché il padre sta molto male, torna a casa, ha una storia con la fidanzata del fratello, ma non mette radici.
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Film pacato, l'ottima interpretazione di Nicholson non serve a salvare lo spettatore da una pellicola inconcludente, a tratti noiosa e pesante in alcuni momenti. Il regista ci propina diversi fatti senza mai affrontarli per davvero, si passa da una scena all'altra senza neanche accorgersene, il tutto un po buttato li. Rayette è incinta, Robert viene a saperlo dall'amico con cui lavora,eppure i due non ne parlano per tutto il periodo in cui stanno insieme, insomma una cosa da poco avere un figlio. Molto strano anche il modo in cui Bobby trascorre il tempo con la futura sposa del fratello: si fionda in casa dopo anni e la prima cosa che fa è cercare subito di andare a letto con una persona che ha conosciuto il giorno stesso. Tra l'altro i due sono sempre insieme, eppure nessuno sospetta niente, neanche il fratello di Bobby (dopo che è tornato dal viaggio) si accorge che Robert sta sempre appresso alla sua donna, mah.... Non riesco proprio a capire il senso di alcune situazioni, vengono introdotti i personaggi ma il regista non approfondisce nulla, vedi il padre (figura negativa nella vita di Bobby) di lui non sappiamo assolutamente nulla se non che deve morire. Per me il film non è sufficiente, non mi ha lasciato assolutamente nulla.
Superlativo e malinconico manifesto di una generazione allo sbando, con una regia impeccabile da parte di Rafelson (ad ogni inquadratura si respira costantemente lo spirito ribelle) e un'interpretazione semplicemente magistrale di Jack Nicholson, un uomo che si sente oppresso dovunque e comunque (in un'ambiente o nell'altro, in compagnia o da solo), e che vive alla giornata senza sapere quello che vuole. Eccellente anche il resto del cast (stupenda la povera ochetta Karen Black). Coinvolgente, struggente, triste, drammatico, e con dei autentici tocchi di cinema inarrivabile (due scene indimenticabili: l'ingorgo in autostrada e il licenziamento dal lavoro).Un film che a quarant'anni di distanza ti tocca ancora nell'animo, e che a me personalmente, ha lasciato un segno indelebile da quanto mi sono riconosciuto nel personaggio di Jack. Guardatelo... non aggiungo altro.
Splendido, un film che ha segnato più di una generazione Una delle piu' grandi interpretazioni di Nicholson nei panni dell'insolito Bobby uomo dalle radici insolite, con un soprannome, Eroica, che rievoca la famosa sinfonia di Beethoven Ma cio' che rende memorabile il film di Rafelson è questa sorta di coralità retriva, à la Altman, dove il cosmo familiare borghese viene messo alla berlina e contemporaneamente offuscato dall'ambiguità del personaggio, forse piu' conservatore e antiidealista degli odiati parenti Un film sulla contraddizione di un processo interiore tumultuoso e tormentato, dove il protagonista sembra scevro da ogni scelta d'integrazione ma al tempo stesso ne è inconsapevolmente attratto. Memorabile la rabbia implosiva nel diner con una cameriera. Per certi versi questo film, in cui ritroviamo anche la sensualissima Karen Black (occhio allo "strabismo di Venere") a un anno da "Easy rider", propone quel divario tra emancipazione individuale e barriera borghese che è alla luce della fine di un'era, se così vogliamo chiamarla, come quella Beat. E' come un lungo vortice di accattivanti premesse che poi portano a una sola fine, l'inesperienza e l'ingenuità. E davanti a tutto questo, sappiamo già il decorso. Raro esempio di riflesso di cio' che accadrà, per la stessa causa con cui Alexander Payne ritrova l'"eroico" Bobby (ora Schmidt) invecchiato e sempre piu' disilluso