Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Una spettacolarità visiva tanto annunciata quanto elevata, una storia toccante che è solo una delle tante già viste, ma che non sarà mai banale perchè parla della vita e della lotta per la sopravvivenza, un amore selvaggio e primordiale e proprio per questo infinitamente comprensibile, un messaggio che abbiamo sentito centinaia di volte eppure sempre attuale e impellente. Cameron si dimostra ancora una volta capace di inchiodare tutti alle poltroncine, e anche se non c'era bisogno di una ricostruzione così maniacale (tra poco si venderanno i manuali di lingua Na'vi) nessuno spero lo criticherà per questo; chi non vorrebbe trovarsi su Pandora e vivere quegli straordinari paesaggi (attenzione, non stiamo parlando dell'eden, ma di una terra selvaggia e densa di pericoli)? I concetti di libertà e fede vengono toccati in poche occasioni, e sempre nel modo che ci si aspetta; suggestiva, invece, l'idea del trasferimento di coscienza in un corpo, che ricollega fortemente al tema del doppio (Miyazaki, tanto per citarne uno; e a proposito, sono sicuro che Nausicaa e Naitiri andrebbero molto d'accordo...) ma qualunque speculazione si dissolve davanti a foreste luminescenti e montagne sospese nel vuoto. E' come un sogno. E vorremmo tanto che non lo fosse.