Uccisa l'amante, Pierre sbarca a Genova clandestinamente: conosce Marta, cameriera in una bettola, suscitando la gelosia della sua bambina. Sarŕ arrestato dalla polizia.
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Fa una certa impressione vedere gli effetti della guerra su Genova, ma aldilà di questo e di un ottima regia non è che ci siano tante ragioni per ricordare questo film. La storia è carina ma piuttosto prevedibile, in particolare il finale, il cast è bravo (c'è anche Jean Gabin) ma insomma l'oscar ed un paio di premi a Cannes mi sembrano eccessivi per un lavoro curato certo ma che non si discosta minimamente dagli standard narrativi di quegli anni. Rimane in ogni caso una visione piacevole.
Le mura di Malapaga è una collaborazione, anzi più una sintesi del cinema italiano e francese di quell'epoca. La forte impronta neorealista di una Genova semidistrutta dalla guerra ed il realismo poetico francese sulle spalle di un Jean Gabin, molto ispirato, fuggiasco da un crimine commesso in patria e giunto a Genova in cerca di una speranza. In tale sintesi importante è il lavoro degli sceneggiatori (Zavattini, Cecchi D'Amico e Guarini da una parte, Aurenche e Bost dall'altra) che riesce ad infondere alla storia un certo equilibrio. Bravissima anche Isa Miranda.