a torto o a ragione regia di István Szabó Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna 2001
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a torto o a ragione (2001)

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locandina del film A TORTO O A RAGIONE

Titolo Originale: TAKING SIDE

RegiaIstván Szabó

InterpretiHarvey Keitel, Stellan Skarsgĺrd, Birgit Minichmayr, Moritz Bleibtreu

Durata: h 1.45
NazionalitàAustria, Francia, Germania, Gran Bretagna 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2001

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Trama del film A torto o a ragione

Gli Alleati che hanno occupato Berlino stanno cercando di ristabilire l'ordine nella cittŕ sconvolta. Hanno anche un altro compito devono scovare gli ex nazisti e i loro fiancheggiatori. Il maggiore Arnold ha ricevuto l'ordine di interrogare il direttore d'orchestra tedesco Wilhelm Furtwängler e raccogliere le prove dei suoi rapporti privilegiati con i vertici delle camicie brune. Nella sua inchiesta viene aiutato da Emmi, figlia di uno degli organizzatori dell'attentato contro Hitler e dal tenente Wills, un ebreo sfuggito ai campi di concentramento.

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Voto Visitatori:   5,64 / 10 (7 voti)5,64Grafico
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Voti e commenti su A torto o a ragione, 7 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  26/04/2011 23:46:48
   5½ / 10
Il film si svolge come un duello tra il maggiore Arnold e il direttore d'orchestra Furtwängler. Più in generale una battaglia senza esclusioni di colpe/i tra le ragioni della difesa della patria e dell'essere umano nella sua unicità e le ragioni dell'arte.
Gli attori sono molto convincenti e il film si apre in maniera splendida (la scena del concerto), ma alla lunga risulta noioso e prolisso. Privo di vis creativa. Mi aspettavo decisamente qualcosa in più.

dobel  @  22/08/2009 18:37:08
   2 / 10
Un'occasione mancata: ecco tutto. Un tema come il ruolo dell'artista nella società; la difficoltà di prendere posizioni nette e non opportunistiche in situazioni estreme; il ruolo stesso dell'arte come veicolo di liberazione (non dimentichiamo che quando venne chiesto a Furtwangler come avesse potuto dirigere Beethoven sotto un regime oppressivo come quello nazista rispose che mai come sotto quel regime gli uomini hanno avuto bisogno di vivere a contatto con l'arte beethoveniana), vengono ridotti a riflessioni addirittura macchiettistiche. Furtwangler, i suoi rapporti controversi col regime, il suo rapporto con il germanesimo e la sua cultura millenaria, il suo rapporto con Karajan e con i Berliner Philarmoniker sono di una tale complessità da non poter nemmeno lontanamente essere sfiorati da un filmetto come questo. Una delusione sotto tutti gli aspetti. Si sarebbe potuto prendere spunto da questa vicenda umana per parlare della condizione di tutti quegli uomini e artisti che hanno chinato il capo, non solo in Germania e non solo in quel periodo storico, di fronte al potere politico e chiedersi se la loro scelta fu dettata da opportunismo, da debolezza, o dalla sensazione di avere una missione più grande da compiere rispetto a quelli che hanno scelto la via della fuga. Furtwangler credeva in quest'ultima ipotesi. Io non ho alcuna intenzione di prendere posizione proprio perché l'argomento è talmente complesso che dare giudizi in due righe sarebbe non solo riduttivo ma sleale e ingiusto; tuttavia credo che il grande guardiano della musica meritasse un trattamento un po' più rispettoso. Qui viene trattato come un imbecillotto sprovveduto infarcito di luoghi comuni. Prima di fare un film bisognerebbe pensarci un po' più a lungo, soprattutto su un tema delicato e controverso come questo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/08/2009 15.27.44
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Rand  @  19/12/2008 15:24:14
   8 / 10
Questo sembra un film normalissimo,ma secondo me c'è qualcosa che lo fa risaltare,la musica di Bethoven.Una storia umana e coinvogente in cui le vittime diventano colpevoli senza remissione,Harvey Keitel mostra la spietatezza di un sistema che sospetta di tutti,anche l'artista che non sembra coinvolto,eppure la sua fallibilità è data propio dal fatto che essendo un essere umano non ha avuto il coraggio che sarebbe stato necessario,per districarsi dalla tacita accondiscendenza nei confronti del nazismo.Un film che indaga i lati oscuri dell'animo umano,nascosti in ognuno di noi.Bellissime le musiche e l'ambientazione,da vedere.

tabularasa  @  04/12/2008 20:02:28
   5½ / 10
la trama sembrerebbe quella di una parte di un film più ampio o di qualche telefilm a puntate.non morde e alla lunga risulta essere noioso.

Steiner  @  16/09/2007 02:19:18
   8 / 10
Anche qui, un po' come ne Il pianista, si parla di arte (in questo caso di musica) che viene messa a tacere (anche se nel secondo serve come pretesto per raccontare la Shoah) dalle azioni insensate dell'uomo. Qui però oltre all'arte viene messa in discussione la capacità dell'uomo di opporsi e imporsi alla barbarie, che sia culturale o politica poco importa. Conflitto di due anime recalcitranti che inscenano duelli verbali ma non verbosi, su uno sfondo di morte ancora fumante.
Da vedere.

mirapto  @  15/08/2007 12:54:16
   7 / 10
il film mette in evidenza un eterno problema la contrapposizione tra arte ed etica.
il film risente della derivazione teatrale, infatti il regista rende interessante la staticita' della messa in scena grazie all'interpretazione degli attori e alla forza del conflitto rappresentato. Eccellente Stellan Skarsgard,il direttore d'orchestra, che interpreta le difficoltà interiori di un uomo diviso tra la sua arte e i compromessi che ha dovuto accettare per perseguire i suoi sogni di gloria. Il maggiore è interpretato da Harvey Keitel ma non esprime quel carisma che dovrebbe trasformare l'indagine in un grande scontro tra personalita'
il mio voto è più alto del dovuto per compensare il giudizio di altri ma la sufficienza il film la merita

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  31/10/2006 22:40:50
   3½ / 10
film quasi inutile e alla fine ci si chiede perche è stato girato...non esiste una regia ne una trama...scadente la sceneggiatura...

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