Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.
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non riesco a maltrattare Woody e comunque questo film non merita le tante, troppe critiche che ha ricevuto. Ingenuo pensare che un autore intelligente come Allen abbia semplicemente fornito uno spaccato macchiettistico della società italiana. Questo è un film sul cinema, sui personaggi del nostro cinema, sulla Roma del nostro cinema, sui luoghi comuni con cui gli autori italiani hanno farcito, per critica, per satira o per superficialità, sempre il nostro cinema. C'è Fellini, c'è Monicelli, ci sono le macchiette di Sordi e c'è la cinepresa neorealista che indaga nei vicoli e nelle case della gente comune, ma ovviamente tutto appare finto, ricostruito, anacronistico nell'abbigliamento e negli arredi, perchè...è cinema! Woody conosce la differenza tra l'Italia cinematografica è quella reale, sa perfettamente che nessuno veste più con abitini anni 50 in cotone stampato da due lire, ci sono Dolce&Gabbana tra il pubblico del teatro (per ribadire ai meno attenti), ma l'intento è quello di mettere in scena un'idea di cinema che evidentemente ama e rispetta, tanto da accostarla ad una vaga rivisitazione del proprio passato (Baldwin-Bogart di Provaci ancora Sam). Unica nota stonata il doppiaggio non sempre impeccabile, ma un grandissimo Leo Gullotta che non fa assolutamente rimpiangere la voce "originale" di Lionello.