Baaria è il nome fenicio di Bagheria: attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia il film racconterà un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l'avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti.
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Indecoroso affresco corale di una Sicilia mai raccontata in modo tanto macchiettistico e anacronistico. La fotografia e la regia sono talmente pompose, artificiose e finte che per lo spettatore è un impresa provare interesse verso le vicende dei protagonisti (quasi tutti attori da soap opera, da fiction televisiva e camei di attori di un certo peso forse coinvolti perchè convinti di prendere parte al film del secolo). Non stupisce nel clima di decadenza culturale che colpisce l'Italia, che il film abbia goduto di un'esposizione pubblicitaria senza precedenti per un'opera italiana. Persino il presidente del consiglio, nonchè produttore, (quindi certamente privo di qualsiasi secondo fine) si è esposto in prima persona nel decantarne le lodi. C'è da vergognarsi al solo pensiero che tanto orrore possa rappresentare l'Italia agli Oscar.