Vole è accusato di aver assassinato una ricca vedova. Il testamento dell'uccisa, steso pochi giorni prima della sua morte, costituisce erede di una notevole sostanza il presunto assassino. La situazione di Vole è resa ancora più delicata dall'atteggiamento ambiguo della moglie Christine, una tedesca, ch'egli, inglese, ha incontrato ad Amburgo ed ha sposato durante l'ultima guerra. Il caso di Vole interessa vivamente un celebre avvocato, sir Wilfred Roberts, il quale, convinto dell'innocenza dell'imputato, malgrado la sua età non più giovane e le sue precarle condizioni di salute, ne assume la difesa.
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Wilder + Laughton + Christie + 0,Hitchcock = Capolavoro. Legal-thriller ante-litteram, ennesimo capolavoro del mitico Wilder carico del suo classico humor inglese e con un pizzico di quello americano di Sir Alfred, al quale rivolge più di una strizzatina d'occhio. Grandissimi interpreti, dall'irresistibile Laughton alla statuaria e fascinosa (nonostante l'età) Dietrich nei panni dell'apparente ed ambigua femme fatale, un film elegantissimo che cattura lo spettatore e lo proietta nei panni del giurato in un climax che alla fine lascia sbigotti (alla fine del film c'era un avviso che pregava gli spettatori di non accennare o rivelare il finale a quelli dello spettacolo successivo!) Uscito lo stesso anno di La parola ai giurati di Lumet, altri tempi. La migliore trasposizione da un lavoro della Christie, Agatha dixit.