Stephen Collins, membro del congresso statunitense, vede compromessa la sua carriera politica a causa dell'omicidio della sua amante. Un gruppo di giornalisti decide di avviare un'inchiesta sul triste avvenimento e tra loro figura anche Cal McCaffrey, un ex collaboratore di Collins.
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Thriller politico con protagonista un giornalista che per scrivere un articolo, si fa coinvolgere in un complotto che comprende politici, uomini d'affari, killer professionisti e con in gioco miliardi e miliardi di dollari.
Mcdonald è bravo e dirige tutto benissimo. Nell'insieme "State of play" è molto gradevole dall'inizio alla fine. Ma tutto è tremendamente ovvio. I vari ribaltamenti sono sempre forzati e sempre a scapito dei personaggi. Il ruolo di Jeff Daniels è abbastanza incomprensibile mentre il personaggio di Affleck è completamente trascurato. Il finale è talmente ovvio e prevedibile, che si può immaginare a pochi minuti dall'inizio della proiezione.
Comunque nell'insieme è discreto e la regia è professionale. Crowe è anche perfetto. Però tutto sa di operazione nostalgica degli anni '70 aggiornata ai giorni nostri. Ma capolavori come l'indimenticabile "Tutti gli uomini del presidente" di Alan J. Pakula o altri spionistici del decennio (come "I tre giorni del condor" di Pollack) sono decisamente un'altra cosa.