Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Il mio primo Bergman è anche quello che mi è rimasto più impresso (al pari di Sussurri e grida), un capolavoro d'altri tempi, figurativamente favoloso con una fotografia, in bianco nero che gioca tutto sul chiaroscuro, eccezionale. Questo film dovrebbe essere preso come modello, archetipo del cinema quando diventa arte, ha la stessa suggestione di un quadro medievale e i contenuti di un saggio di filosofia di KIERKEGAARD senza arrivare a verità assolute, in pieno stile Bergman. Alcune sequenze sono veramente indimenticabili e l'interpretazione degli attori è superlativa. Certo secondo me Bergman si sa proprio esprimere al meglio in ambito medioevale (cfr anche La fontana della vergine) dando materialià ai tormenti e ai dubbi dell'uomo in maniera impeccabile. Pietra miliare. P.S: Battiamoci affinchè questo film entri nella top 25, mancano pochi voti e lo merita davvero molto più di altri "filmetti" che campeggiano immeritatamente sostenuti dalla superficialità e dalla retorica...