La vita dell'imprenditore italiano che ha dato il nome alle celeberrime automobili di lusso, in un biopic che si concentra più sulla sua figura di uomo, dal punto di vista privato, che su quella pubblica.
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Il doppiaggio aiuterà un film come il Ferrari di Mann. Detto da me sembra un paradosso visto come la penso sul doppiaggio, ma la visione del film di Mann a Venezia è stata piuttosto straniante. A dei personaggi principali che parlavano in inglese o al massimo con italiano stentato, venivano contrapposte figure secondarie di attori italiani che parlavano in italiano o in inglese maccheronico. Come ripeto l'effetto è veramente straniante. Fatta tale premessa il film non rientra tra i migliori di Mann ma ha l'indubbio merito di raccontare di dirigere un biopic dove non ti accorgi dei tipici stereotipi sugli italiani visto da un americano e di non dare una rappresentazione agiografica dell'uomo. Il periodo preso in esame è molto breve e racchiude un nodo focale della vita di Ferrari, venuto fuori dal lutto della morte di Dino, diviso tra due famiglie dove nella prima è in rotta con la moglie e nella seconda ha una donna con cui ha avuto un bambino. Inoltre la necessità di trovare finanziatori per la sua azienda senza che venga stravolta la sua struttura. Ma soprattutto l'imminente edizione della Mille miglia, una delle più pericolose e mortali corse al mondo (il '57 se non sbaglio fu l'ultima edizione). E' un film che riesce a trovare un certo equilibrio, ma che non riesce a spiccare il volo anche quando dovrebbe. Mi riferisco proprio alla Mille miglia. Belle sequenza dove tuttavia non sono riuscito ad avvertire la tensione della pericolosità di quella folle corsa. Comunque un lavoro coerente con la filmografia del regista americano.