sopravvissuto - the martian regia di Ridley Scott USA 2015
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sopravvissuto - the martian (2015)

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locandina del film SOPRAVVISSUTO - THE MARTIAN

Titolo Originale: THE MARTIAN

RegiaRidley Scott

InterpretiMatt Damon, Jessica Chastain, Kate Mara, Kristen Wiig, Sebastian Stan, Michael Peña, Sean Bean, Mackenzie Davis, Chiwetel Ejiofor, Donald Glover, Jeff Daniels, Aksel Hennie

Durata: h 2.10
NazionalitàUSA 2015
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2015

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Trama del film Sopravvissuto - the martian

Durante una missione su Marte, l'astronauta Mark Watney viene considerato morto dopo una forte tempesta e per questo abbandonato dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Con scarse provviste, Watney deve attingere al suo ingegno, alla sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per trovare un modo per segnalare alla Terra che è vivo. A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per cercare di portare "il marziano" a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare un'audace, se non impossibile, missione di salvataggio.

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Voto Visitatori:   6,69 / 10 (147 voti)6,69Grafico
Miglior film commedia o musicaleMiglior attore in un film commedia o musicale (Matt Damon)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film commedia o musicale, Miglior attore in un film commedia o musicale (Matt Damon)
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Voti e commenti su Sopravvissuto - the martian, 147 opinioni inserite

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Jolly Roger  @  07/03/2016 23:15:01
   7½ / 10
The Martian è fantascienza poco "fanta" e molto "scienza".
Infatti qui è giustamente classificato come genere "drammatico".
D'altronde è vicino a noi, a quello che verosimilmente saranno i prossimi passi della conquista del cosmo. Niente viaggi interstellari - per il momento ancora troppo fantasiosi - ma un'anticipazione verosimile di quello che accadrà nei prossimi trent'anni :-)
Siamo su Marte, in una base spaziale abitata da un equipaggio di astronauti. Un'improvvisa tempesta costringe l'equipaggio ad anticipare il viaggio di rientro verso la Terra. Tutti riescono a salire sul razzo di emergenza tranne uno, che resta lassù, su Marte, da solo. La prossima missione umana sul Pianeta Rosso sarà soltanto quattro anni dopo, ma le provviste di cibo si esauriranno ben prima…

Detto ciò, il film parte tutt'altro che bene: quando Mark (Matt Damon) capisce di essere rimasto solo su Marte e di essere condannato a morte, la totale assenza di drammaticità, insieme alla assenza di espressività del suo personaggio, lasciano davvero perplessi.
Non urla, non si dispera, non piange.
Resta lì, come se niente fosse, in una situazione dove anche l'essere umano più calmo della Terra, come minimo, avrebbe frantumato la base spaziale a colpi di cranio!
Lui invece no.
Accende il pc ed inizia un diario vocale, registrando una frase, tranquillamente, che suona più o meno così:

"Salve, sono l'ufficiale Tizio. C'è stato un incidente, sono tornati tutti sulla Terra, io sono rimasto solo. Tra sei mesi esaurirò le provviste e poi morirò di fame.
Ciao, saluti a tutti!"

Praticamente col tono di uno che ti sta inviando una cartolina dalle Isole Baleari.
Questa cosa lascia esterrefatti.
Mi sono chiesto che cosa stessi guardando. Dov'è il pathos? Dov'è la veridicità della reazione umana nel constatare una solitudine così terrificante?
Eppure, perplesso, ho continuato la visione. Ho cercato di giustificare tutto ciò…forse questa indifferenza è il risultato di un addestramento militare, che prepara questi astronauti a fronteggiare con spirito e con forza d'animo ogni eventualità, anche la peggiore, persino la morte. Effettivamente la storia prosegue: Mark, dopo molti tentativi, riesce ad ideare un sistema con cui contattare la Nasa, una specie di chat.
In quel momento succede qualcosa di gigantesco: Mark riceve un messaggio dalla Terra:
"ti stiamo osservando all'alba numero 54…" e il suo volto, mentre legge la frase, viene trasfigurato in un'espressione di emozione, di dolore e di speranza, una gioia intrappolata nel profondo della sua anima che finalmente si sprigiona.
In quel preciso momento, ho capito la grandiosità con cui Matt Damon ha interpretato il proprio personaggio: mai sopra le righe, mai vittima della disperazione e delle paure, bensì sempre sotto controllo, fino al momento in cui un barlume di speranza si fa breccia nel suo cuore e quella disperazione che aveva tenuto sottopelle viene infranta dalle lacrime di una commozione liberatoria.
Da lì in poi, ho capito che stavo visionando quel film che avevo presagito essere il mio capolavoro.

Eppure non è stato così.
Mi duole ammettere che questo film ha un enorme difetto: esso inframezza momenti di serietà e verosimiglianza straordinari, con altrettanti momenti di eccessiva leggerezza, potremmo dire di vergognosa demenzialità. Mi riferisco ai momenti in cui compaiono i grandi capi della Nasa. Praticamente, delle macchiette, delle caricature, degli scemi che giocano a fare i simpatici per un pubblico che diventerebbe indolente se per cinque minuti dimenticasse il cervello acceso.
Valga, a titolo di esempio, un nerd afroamericano che vive in un monolocale col suo amico rapper sovrappeso. Questo nerd sgi.gato, con le cicche appiccicate sotto la scrivania, è nientepopodimeno che un dio della cosiddetta "astrodinamica" e che, ovviamente, elabora da solo quella soluzione geniale che tutti gli sicenziati della Terra messi insieme non riescono a tirar fuori e che permetterà il recupero di Mark. Pur essendo uno sf.igato di vent'anni senza alcun merito, viene ricevuto direttamente dal capo della Nasa, al quale dimostra come uno shuttle può guadagnare velocità sfruttando il campo gravitazionale di un pianeta.
E lo fa brandendo una pinzatrice, fingendo che essa sia un'astronave e mimando il rumore del suo motore nucleare: "woooof - wooof".

The Martian è ingiustificabile perché ogni cinque minuti salta da una fantascienza seria ad un'amerikanata fantasy.
E' come se stai guardando un documentario scientifico su Marte, ma il canale cambia da solo ed inizia a proiettare quella cavolata fantascientifica di Indipendence Day. Film carinissimo che adoro, per carità, ma pensavo di star vedendo altro…
è come guardare un bel film drammatico di ambientazione spaziale, tipo Apollo 13, o fantascienza seria come Interstellar….
ma dopo un secondo ti trovi davanti i Transformers, o Battleship. Bello, per carità, ma questo indesiderato ed inaspettato cambiamento repentino ti scioglie la materia grigia.
E' come guardare Gravity e piombare su Armageddon.

E' come se guardi il film dove un povero uomo sta a 221 milioni di chilometri dalla Terra, su un pianeta dove non cresce niente, attaccato alla vana speranza di riuscire a sopravvivere, che in quel paesaggio spettacolare e desolato dedica, piangendo, una preghiera ai propri genitori che non rivedrà mai più…
ma un secondo dopo appare un nerd deficiente, che fa giro-giro-tondo attorno al presunto Capo della Nasa, con una ca.zzo di pinzatrice in mano, facendo "woooof- woooof" per mimare l'astronave che accelera grazie alla gravitazione terrestre, ma mentre accelera …inciampa!!!

Insomma, The Martian poteva essere il mio Capolavoro.
Lo è solo per metà.

La conquista di Marte è un sogno splendido per l'umanità – tutti noi siamo stati incollati ad internet quando circolavano le prime immagini della superficie di quel pianeta guerriero, catturate da Curiosity.
Vale allora la pena di ricordare che il film The Martian è stato girato nel deserto roccioso del Wadi Rum in Giordania, uno dei posti più spettacolari del nostro Pianeta.
Probabilmente, anzi sicuramente, molto più affascinante e molto più "marziano" dello stesso Marte.

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Ultima risposta 05/03/2018 23.02.19
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