Andrew Craig, scrittore americano con eccessive simpatie per l'alcol, è a Stoccolma per il premio Nobel. Le autorità svedesi gli hanno messo alle calcagna un'affascinante funzionaria. Craig si accorge che intorno alla persona del dottor Stratman, anch'egli in attesa di ricevere il premio, si muove qualcosa di losco. Grazie all'aiuto della sua simpatica sorvegliante riuscirà a risolvere il mistero.
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Intrigo a Stoccolma offre un'ottima cornice, quella del premio Nobel, per imbastire una buona trama di spionaggio sulla falsariga dell'Intrigo internazionale hitchcockiano. Pur essendo abbastanza prevedibile il plot, il punto non è tanto scoprire gli intrighi che si nascondono dietro le quinte quanto la capacità del protagonista Newman ad essere creduto nella sua teoria e non essere preso per le bizzarrie stravaganti di uno scrittore americano alcolizzato. Il film è lungo e godibile, sa gestire bene i vari registri che presenta e più di una sequenza, come la conferenza dei nudisti, offre l'occasione per stimolare anche la comicità. Bravo Newman, ottimo Robinson, meno la Sommers che comunque non è mai stata una grande attrice, sia pure dotata di una bellezza mozzafiato.