Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
I miei "compagni di film" hanno rischiato di collassare quando il film ha preso quella particolare piega. Quale piega? Semplice: dopo un'ora e mezza di pellicola, qualcosa lasciava intuire che non mancavano pochi minuti alla fine di una storia già di per se pesante... bensì più di un'ora. E' una cosa che non pesa, quando il meccanismo del film ti ha intrappolato, incuriosito, o semplicemente ha creato un legame empatico con lo spettatore. Ma sta volta ha avuto un peso schiacciante. Non voglio negare la qualità del film. Una ricostruzione storica davvero da brivido, colori, costumi, scenografie, ogni dettaglio è perfetto e ci catapulta in un mondo per noi anche un po' esotico e distante, ma che sicuramente significa molto di più per un americano. Si sente l'odore del petrolio. Chi, come me, non conosce bene quel periodo storico, resta affascinato e apprende molte cose. La nascita di una guerra non solo economica che ancora oggi è protagonista indiscussa della vita di chiunque, e soprattutto il ripetersi dell'eterno confronto tra i due poteri più grandi: l'oro e la religione. E' proprio questo il pregio più grande del film, secondo me. Presentare un mondo in cui il terzo grande potere è del tutto assente. Evito la definizione triviale (anche se azzeccatissima) data dai miei amici a questo "terzo potere". Ma è la donna, la vera assente del film, e con lei l'amore, di cui non c'è traccia. E' un'assenza voluta, sottolineata (tanto da ricordarmi le scelte di Ciprì e Maresco). Ne deriva un film teso che solo un attorone come Daniel Day-Lewis poteva portarsi sulle spalle, abbadnonato a se stesso, senza un vero antagonista per gran parte del film, senza una donna, e soprattutto senza una chiara evoluzione psicologica. Cresce, certo, il personaggio è molto credibile, la sceneggiatura è raffinata e allusiva, la calma è tesa e le esplosioni inevitabili... Ma i silenzi, le lunghe pause, i momenti morti, sono abbandonati a loro stessi, o meglio alla faccia espressiva del povero Daniel. Che da solo, lasciatemelo dire, non basta. Perchè quando non parla, nessun altro parla, le battute latitano, lo sceneggiatore pretende che gli occhi facciano quello che il copione non fa, non dice, non spiega, resta silenzio, attesa... Anche se la colonna sonora cerca di riempire quel vuoto nervosamente, ne risulta una delle musiche più irritanti di sempre. Fuori luogo, l'avete definita. Concordo. Crea tensione proprio dove non serve e sinceramente non ha un vero e proprio tema (a parte quell'alternare di due note gravi che forse vorrebbe richiamare l'andamento ciclico delle trivelle, chissà). Emicrania. In sintesi, il film non riesce. La struttura narrativa è solida ma diluita in modo sbagliato. Diventa presto "pesante". Grandi attori, magnifica fotografia, begli "apici" ma disseminati in modo che manchi costantemente il senso del ritmo. Grande affresco, ma quasi statico.