Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Prima di andarlo a vedere avevo intuito cosa mi sarei trovato davanti, un semplice contenitore di effetti speciali e niente più. James Cameron per ben 16 anni si siede su una poltrona e segue passo passo le varie evoluzioni tecnologiche, concentrandosi maggiormente sulla sperimentazione del 3D per poter rivoluzionare l'immagine cinematografica. Il 15 gennaio 2010, dopo 12 anni dal suo ultimo film (Titanic), Cameron torna sul grande schermo con il suo progetto più ambizioso: Avatar, che forse però passera alla storia più per lo stratosferico record mondiale di costi di produzione (258 milioni di dollari), che per altro. Cameron investe tutto sulla visione 3D trascurando di molto la sceneggiatura e si vede. I primissimi minuti del film sono molto suggestivi con i vari effetti di gravidanza e con la navicella che piano piano si avvicina su Pandora: un nuovo mondo immerso in una fitta e multiforme vegetazione, caratterizzata da colori esposivi, il tutto straordinariamente godibile più nelle riprese lente, per far notare i bellissimi dettagli, che durante le varie battaglie con scene più veloci e confusionarie. Il primo vero neo forse si trova proprio su Pandora e sono gli abitanti, i Na'Vi, una tribù di alieni umanoidi molto simili a dei Maya, con fronzoli decorativi (bracciali, collane, orecchini) indiani.Ma non si può assolutamente pensare di andare su un pianeta distante 44 anni luce dalla terra e trovare un popolo in stile "apocalypto". Altri abitanti che ospitano il pianeta sono delle gigantesche creature animali più o meno minacciose, qualcosa di carino c'è ma la maggior parte di essi più che evoluti e ben fatti sembrano solamente dinosauri malformati, qualcosa di meglio si poteva fare anche qui. Il 3D veramente ben fatto riesce però a nasconde la cosa più raccapricciante, che è una trama trita e ritrita, con la classica storia scontata e banale dove c'è il solito marines piacente, il solito colonnello pompato e sfreggiato, alla fine si scontrano, il cattivo muore e il buono si innamora, fine. Con una sceneggiatura del genere se si voleva far notare il grande lavoro di effetti era sufficente anche solo un ora e mezza, invece le 2 ore e 40 (con gli occhialini) verso la fine diventano anche un po pesanti. Qualcuno forse si chiede, ma tutti questi anni di lavoro per far uscire fuori solamente un contenitore di effetti, con una sceneggiatura quasi inesistente? La risposta è si, perchè a Cameron interessava accontentare una parte maggiore di pubblico e con una trama più intricata forse non avrebbe avuto lo stesso successo.Ecco perchè punta tutto sull'effetto visivo. Tutti hanno gridato al capolavoro prima che uscisse grazie solo al grande giro pubblicitario che c'è stato dietro ma in pratica più che una pellicola cinematografica questo avatar sembra un vero e proprio videogame...questo non si può chiamare cinema!