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film emozionante e ben girato. secondo me sfiora la recitazione teatrale: il ritmo lento e incalzante, quasi un'agonia che costringe lo spettatore a soffermarsi sulla sacralità e violenza delle scene, e la bravura di J. Caviezel che riesce a rendere verosimile un patimento biblico (e non è poco!), rendono il film una scena quasi da teatro. il pezzo da novanta è il male, alias R. Celentano, che truccata e "modificata" a puntino assume i caratteri di una presenza di difficile interpretazione percettiva: è uomo o donna? è cattiva/o? ha un'aria inquietante ma non spaventa, d'un tratto è lì che passa in mezzo alla gente che non la vede, potrebbe essere chiunque e teme per la propria sopravvivenza, è terribile e fragile in quelle dodici ore... è un elemento destabilizzante ma fondamentale e viene ben gestito dal regista. la ragazza seduta in parte a me è svenuta prima della fine del primo tempo... per essere un film colpisce!