Kurtz, colonnello dell'esercito statunitense in Vietnam è uscito dai ranghi, ha sconfinato in Cambogia con i suoi uomini e ha costituito una sorta di impero personale dove combatte una sua feroce guerra privata. Al capitano Willard è affidata la missione di raggiungere Kurtz nel suo territorio e di eliminarlo. Sarà un viaggio terribile, punteggiato di insidie e, ancor più, avvelenato da molteplici orrori.
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior fotografia, Miglior sonoro
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Migliore regista straniero
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior regista (Francis Ford Coppola), Miglior attore non protagonista (Robert Duvall), Miglior colonna sonora (Carmine Coppola, Francis Ford Coppola)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES: Palma d'oro
Eccessivo, squarciante, potente, duro, drogato, assoluto, immenso, delirante, discontinuo, implacabile, monumentale, fisico, affascinante, fendente, splendido, indimenticabile. Uno dei capolavori del cinema: il Vietnam diventa realtà in un'opera d'arte ad alto tasso d'adrenalina con una sequela di spezzoni da antologia. Brando ci appare per dieci minuti e non lo si dimentica più. Un film di attese, di tempi lunghi, di totale splendore figurativo. Un film che non ha eguali, un'operazione titanica, una sfida produttiva che oggi forse nessuno avrebbe il coraggio di compiere. Come Kurtz, anche Coppola durante la lavorazione cadde preda del delirio, di quell'orrore che obnubila la mente e agghiaccia i sensi. Un film di crisi: l'inizio della fine. Un viaggio all'inferno. Un'odissea sulla terra.Un capolavoro.
La filosofia, l'eccesso, il delirio, la bellezza agghicciante di una guerra. Una discesa negli inferi, nel cuore della follia omicida dove forse c'è abbastanza lucidità/follia per intuire le ragioni di una sconfitta storica. Nel discorso finale di Kurtz la resa ancora non ufficiale degli americani ai vietnamiti... gli unici a combattere quella guerra senza paura, rimorsi, sentimenti... solo istinto omicida. ...L'ORRORE...
Prendo come spunto un breve dialogo che avevo affrontato con Gerardo (Geru) sul forum: ovvero sulle corrispondenze tra "Apocalypse now" e il poemetto "La terra desolata" (che è sicuramente uno dei componimenti poetici più importanti di tutto il Novecento) di T.S. Eliot.
E' bene precisare sin da subito che Coppola ne sottace l'aspetto religioso, ma ne riprende la tensione visionaria, totalizzante e ricca di simbologie: quale terra più caoticamente desolata si può trovare se non la giungla vietnamita-cambogiana devastata dalla guerra? Ma è analogamente un paesaggio (post)bellico quello descritto dal poeta, all'alba della prima guerra mondiale.
"Nel mio principio è la mia fine" Comincia con questo motto il secondo dei "Quattro quartetti" di Eliot; con "The end" dei The Doors, il film di Coppola. Un'elica che gira e la natura incendiata. E diversi sono i riferimenti di questo magnifico brano della band californiana a "The waste land": "aspettando la pioggia estiva"; è dunque innanzitutto una grande attesa. Ma vana... "Quasi secco era il Gange, e le foglie afflosciate Attendevano pioggia, mentre le nuvole nere Si raccoglievano molto lontano, sopra l'Himavant. La giungla era accucciata, ritratta in silenzio."
Altro brano citato nella pellicola è la celebre "cavalcata delle Valchirie" di Wagner; compositore che verrà menzionato da Eliot; come Baudelaire, l'artista che meglio ha descritto le mostruosità della metropoli moderna - "città irreale!" - altro grande ispiratore del poemetto. Per non dimenticare Dante: la discesa infernale, dove il fiume, che sappiamo essere ripreso da "Aguirre" di Herzog, potrebbe essere al contempo proprio lo Stige.
"Il fiume non trascina bottiglie vuote, carte da sandwich, O altre testimonianze delle notti estive. Le ninfe sono partite. E i loro amici, eredi bighelloni di direttori di banca della City; Partiti, e non hanno lasciato indirizzo. Presso le acque del Lemano mi sedetti e piansi..."
"Apocalypse Now" attinge da "Cuore di tenebra" di Conrad: “The horror! The horror!”doveva essere l'epigrafe al componimento di Eliot, poi cancellato, tra i tanti tagli apportati allo scritto, dal "fabbro" Pound.
"From Ritual to Romance" della Jessie Weston e "Il ramo d'oro" di Sir James Frazer, sono fonti letterarie primarie de "La terra desolata", così come di "Apocalypse now". E' dunque un viaggio, come quello dei cavalieri della Weston attraverso la terra distrutta, che approderebbe alla conquista del Sacro Graal, d'una verità che invero non sarà mai raggiunta. Kurtz è il detentore presunto di tale verità, tremenda, dalla natura ancestrale. La morte di un dio è un rito che auspicherebbe, secondo il testo di Frazer, ad una nuova fertilità - si veda la bestia scuoiata verso la fine del film - ma che risulterà essere vano. Un punto di non ritorno. Da fuggire per scongiurare una "morte per acqua". Le foto e i rapporti su Kurtz equivalgono agli inintelligibili tarocchi di "The waste land".
E' la sterilità contemporanea in pratica il tema principale di entrambe le opere, e che si staglia soprattutto in virtù del confronto con la primavera, in Eliot, o della giungla rigogliosa nel film di Coppola. "Aprile è il più crudele dei mesi". Stesso dicasi della natura di "Apocalypse now". Si tende ad un'apocalisse nella sua accezione di rivelazione: ma sarà la constatazione dolorosa di un annientamento universale.
"Torri che crollano Gerusalemme Atene Alessandria Vienna Londra Irreali"
"Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine Bene allora v'accomodo io. Hieronymo è pazzo di nuovo. Datta. Dayadhvam. Damyata. Shantih shantih shantih"
ho visto purtroppo il redux cmq questo film secondo me con full metal jacket è un flm che non è solo guerra no è un film che mischia tutto violenza, guerra, paura, tensione mitico il perfetto film di guerra che rimmarrà nella storia del cinema mitico-indimenticabile, grande marlon brando e ottimo il mitico coppola che è un grande, da vedere assolutamente per gli amanti del genere C-A-P-O-L-A-V-O-R-O!!!!!!
Avevo visto solo il redux, un film che non finisce più e per commentare ho aspettato di vedere l'originale... sicuramente migliore! Regia attori fotografia tutto al top, quello di cui sono rimasto impressionato è il sonoro! Da oscar appunto. Certo non oso immaginare il budget messo a disposizione per questo colossal, ma se i risultati sono questi! Anche le musiche con l'intro dei Doors è imponente, così come le scene degli elicotteri e delle distuzioni dei ponti.. impressionante! Quanto avrei voluto vivere i capolavori anni 70 nei cinema!!
mi coprirete di critiche ma non lo trovo un film così stupendo, full metal jacket è mooooooooooolto meglio. si bel film, però in più tratti a mio parere è confusionario e non si capisce se sia allucinazione o realtà.
E' il miglior film di guerra in assoluto, se la gioca soltanto con Full Metal jacket. Non ce ne voglia Cimino, ma quell'anno l'Oscar per il miglior film era tutto per il capolavoro di Coppola, anche se "Il cacciatore" è indubbiamente una grande opera. La fotografia di Vittorio Storaro è una manna per gli occhi, l'inizio con "The End" dei Doors è una delizia per l'udito e il finale con il "mito" Marlon Brando è qualcosa di unico. Vedere assolutamente la versione originale, non quella Redux, che aggiunge una mezzoretta piuttosto inutile, che appesantisce troppo il film
Coppola, dotato di un'innata maestria ed estro non solo autoriale, ma anche psicanalizzante nel ritrarre le impercettibili eppur sì avvertibili dicotomie interiori presenti nell'animo umano ( basti pensare ai primi fotogrammi della seconda parte della trilogia de "Il padrino"), con questa pellicola, che, effettivamente, viene introdotta al pubblico soltanto al termine della sua consequenzialità, come ben dice Dennis Hopper, logico-dialettica, oltrepassa la pura fantomatica fallacità della semplicistica intercomunicabilità bene-male, o, ancor meglio, razionalità-irrazionalità, in ordine tale da focalizzare la sua atra e lugubre storia su un'inferenza formulativa molto più suggestiva e sottintesa agli atti di forza dei protagonisti della guerra del Vietnam: l'espansione auto-etero cogitiva dell'inagiatezza del "Kaos" della mente umana, che, nell'ineluttabilità del contrasto traslato dai dettami imprescindibili del "polemos", della guerra, rende fenomenologici i dissidi anapercettibili scindentesi e coagulantesi all'interno dell'indole dell'uomo, ossia il dis-ordine ( ivi punto di patenza e, al contempo, fine dell'opera) e l'armonia, mai del tutto riappacificante, sorgente dall'innerirsi dei contrari ( alla stregua di una filosofica induzione di matrice eraclitea).La deduzione stessa di Platone riguardante il sostrato della natura dell'uomo ( "essa, tanto nel giovane, quanto nel vecchio, è sempre stata non calma e tranquilla, ma agitata ed inquieta") viene ad essere, in un certo qual modo, conclusione manifesta, rinvenibile già alla superficie del contenuto a forte componente trattatistico-teorica presente in questo magistrale capolavoro.Difatti, sembra voler asserire il regista, l'intero film, eccettuata la "presentazione" finale del se-annientamento operato dalla mano e dal pensiero umano, è una magniloquente e riflessiva trasposizione delle origini dei precordi della ragione, che, attraverso l'idonea adattazione della voce a-parte fuori campo di Martin Sheen, diviene esaminazione di se stessi, sicchè "Apocalypse Now", pur non adoperando un sistema cinematografico di stampo puramente metafisico, riesce eccellentemente nell'impresa di appropinquarsi allo studio, zelo dell'apatica e mobile potenzialità dell'umanità, intendendo affermare, mediante lo splendido personaggio interpretato da Marlon Brando, vero proto-antagonista della narrazione dettagliata della scansione della cognoscitiva sospensione dell'uomo, che la guerra non è la turgida occlusione della vita, ma la pirenica apparenza teleologica ( terminazione) in-statica dell'oscillante estremità pendente dalla volontà."I migliori angeli della nostra indole" vanno deflagrandosi nel lavacro delle proprie ubrità.
Si fa vedere e appassiona, questo sicuramente. Però da parte mia il voto si abbassa perchè un pò troppo lungo. E non si può vedere in locandina il volto di Marlon che sembra interpretare ancora il padrino. Le ambientazioni sono stupende e ben curate. Consigliato si
Il capolavoro "maledetto" di Coppola. Un film filosofico, psicologico, distruttivo. Mai prima d'ora, come in questo film, si era potuta vedere una follia tale, dovuta alla guerra. Interpretazioni eccezzionali, l'ultima mezzora penso sia entrata di diritto nella storia del cinema. Un Marlon Brando monumentale. Sarò il più sincero possibile, ma questo film non l'ho capito del tutto. Ma nonostante ciò questa pellicola mi ha lasciato dentro delle emozioni che non provo tanto facilmente con altri film. Detto ciò, gli do un bel 8,5. E posso assicurarvi che è molto alto come voto, dato che inizialmente volevo dargli non più del 7. Una seconda visione mi ha aperto un pò la mente...
Il film di guerra per eccellenza, superiore per maturità artistica anche al capolavoro di Kubrick. Mi raccomando fate attenzione e guardatevi la versione originale, non il Redux, che aggiunge una mezz'ora buona soltanto a rallentare il ritmo e dipanarsi in vicende piuttosto inutili. Il capolavoro è questo, quello di due ore e mezza, quello con la grandissima fotografia di Vittorio Storaro e le magistrali interpretazioni di Sheen, Duvall e Brando, protagonista soltanto sul finale, ma basta e avanza
Un film fondamentale nella storia del cinema, una riflessione sulla vita e sulla morte attraverso la metafora della guerra, che qui è probema sociale e individuale nello stesso tempo.
Film perfetto nel suo genere che oltre a presentare una trama straordinaria recitata con maestria dagli attori riesce in modo impeccabile a mostrarci gli orrori della guerra e le assurdità di essa.Esemplare la fotografia,splendide le musiche ,nulla è lasciato al caso .La bellezza e la tragicità di questo film è il fatto che esso ci mostri in modo limpido le crudeltà della guerra in tutta la sua assurdità,follia,violenza senza fare sconti presentandola in buona parte così com' era.Strazianti alcune scene
per esempio quando il ragazzo di 17 anni muore e di sottofondo si sentono solo le parole della madre speranzosa nel suo ritorno e gli spari continui
. Bellissima la voce del protagonista che a volte interviene durante la storia presentando interessanti riflessioni e osservazioni che ci avvicinano al suo stato d'animo e alla consapevolezza di quanto l'ipocrisia accompagnò quella lunga e devastante guerra.Magnifica interpretazione da parte di Marlon Brando ovvero Kurtz (che forse tanto più matto degli altri non era)
alla fine del film dice - Noi addestriamo dei giovani a scaricare napalm sulla gente, ma i loro comandanti non permettono di scrivere "ca**o" sui loro aerei perché è osceno-
. Uno dei migliori film riguardanti la guerra nel Vietnam ,meritatissimi i premi vinti.Nel suo genere UN CAPOLAVORO.
il film di guerra che più di tutti abbia mai cntrato il suo obiettivo, ovvero quello di rendere noto allo spettatore quale sia l'orrore e quali gli sconvolgimenti che la guerra causa, sia a livello sociale che a livello umano...emblematica in questo contesto la figura di Kurtz, magistralmente interpretato da Marlon Brando...ottima prova anche di Martin Sheen e Robert Duvall
Film che non ho capito fin in fondo ( e non mi riferisco alla trama; quest'ultima forse un pò banalizzata) e me ne rammarico, lo guarderò sicuramente di nuovo. Musiche bellissime però!
uno dei capolavori assoluti della storia del cinema mondiale, insieme all'odissea nello spazio, a Quarto Potere, alla Corazzata Potemkin e a Ladri di Biciclette. il Padrino a confronto è un filmuccio. non è un film di guerra, è un opera filosofica; non è un film sul Vietnam, è il Vietnam
Capolavoro! Niente da aggiungere! Inquetante, duro e violento! Il miglior film sulla guerra del Vietnam che ne mostra gli orrori e le paure fino in fondo!
Ottimo Film! Grande come sempre Francis Ford Coppolache ci regala un altro pezzo di storia del cinema. Pellicola che all'apparenza può sembrare un classico film di guerra visto dal punto di vista americano e quindi basato solo sullo sterminio dei Vietcong; invece a un'attenta visione si può capire come il film abbia una seconda faccia più profonda e nascosta che riguarda gli orrori della guerra e gli effetti catastrofici che essa infligge sull'ambiente, ma soprattutto sull'uomo. Bè che altro dire....eccellente colonna sonora e ottima Fotografia(sembra un film degli anni '90 e non del '79). Bellissimo il discorso finale da parte del colonnello Kurtz,magistralmente interpretato da Marlon Brando, e bravo anche il protagonista Willard.
Orrore. Tutto quello che si vede in questo film. Una realta' distorta e cruda. Certamente fra le migliori fotografie della storia del cinema, e con un cast stellare, questo film e' di sicuro fra i migliori mai realizzati sulla guerra del vietnam. Non c'e' molto da dire, ottima interpretazione di martin sheen e marlon brando che ci regala un monologo da brivido. Da vedere.
Ma perchè sprecare parole Dall'inizio alla fine un viaggio dantesco nel cuore di tenebra Coppola l'ha definito un film sul vietnam Io direi più che è un film sull'uomo L'entrata in scena di brando è da brividi Ottimo anche sheen nella sua apatia sudaticcia Nero totale L'orrore, l'orrore
Il più bel film di sempre...eccezionale il contesto e tocca argomenti filosofici molto profondi anche se riesce a trattarli in maniera superba...non capisco proprio come si faccia a dare meno di 9 a questa pellicola...
Apocalypse now e certamente uno dei migliori film sulle guerra del Vietnam: la sua drammaticità, le sue scene piene di violenza che ti lasciano sconfortato, la bellissima colonna sonora, i momenti di tensione persistenti e l'interpretazione degli attori perfetta e sconvolgente, fanno si che questa perla firmata Coppola sia non soltanto uno dei migliori film sul Vietnam, ma uno dei migliori film della storia del cinema. La trama e molto interessante, ma lo svolgimento del film e dannatamente perfetta, il film e molto raro che vada in noia anche se la durata e molto lunga, anzi personalmente speravo che durasse ancora un pò, perchè ti rapisce completamente e ti istiga sempre di più a guardarlo, ma anche così va bene. L'unica cosa da fare davanti a un film di tale portata quando finisce è di alzarsi e applaudire, perchè e questo l'effetto che compie. Infine un applauso a Coppola, per ora i suoi pochi film che ho visto mi hanno sempre lasciato con la bocca asciutta, e mi sembra di non essere mai andato al di sotto del otto, e grazie ovviamente per averci regalato un film di questo livello.
Non voglio aggiungere altro, per il resto guardatelo, e godetevi fino in fondo questa perla del cinema.
Un viaggio lungo il fiume che attraversa la guerra del Vietnam e le sue varie tipologie di follia, assieme a quelle dell'essere umano, per arrivare alla follia del colonnello Kurtz. Brando e Sheen fantastici. La fotografia di Storaro è magnificente
Un viaggio indimenticabile al termine del quale vi aspetta l'orrore. Consiglio la versione originale da due ore, la versione redux da tre ore è davvero pesante.
Vedere Apocalypse now è prima di tutto un'esperienza unica, un film difficile da descrivere in poche parole tale è la potenza visionaria che sprigiona e ben pochissime pellicole sono in grado di vantare. E' una lenta e progressiva discesa verso l'incubo dove si mescola l'orrore della guerra e la spettacolarizzazione di essa, forse più perversa della guerra stessa, perchè rende il contesto talmente assurdo da oltrepassare il grottesco. Questo, senza dubbio, è uno dei film più ambiziosi che abbia mai visto. Si possono utilizzare infiniti aggettivi per descriverlo senza rendergli giustizia, forse l'unico che può calzare secondo me, è "totale". Inutile sottolineare la perfezione tecnica del film con Storaro ai massimi livelli di sempre. L'ultimo pensiero su Marlon Brando: la più bella interpretazione che io abbia mai visto in vita mia, difficile solo lontanamente pensare (anche se a posteriori) ad un attore diverso per il ruolo di Kurtz. Un carisma inarrivabile, la fusione perfetta fra attore e personaggio, un'apparizione da brividi.
liberamente ispirato a "Cuore di Tenebra" di Conrad: l'ho visto perché il libro mi aveva affascinato... il film ha avuto lo stesso effetto: ipnotico, intrigante, in alcuni punti sconvolgente grande Martin Sheen, monumentale Brando/Kurtz in penombra
Questo film non mi è piaciuto, sarà perche è invecchiato male, sarà perche tutti me ne hanno sempre parlato benissimo, fatto sta che mi ha deluso. Certo ci sono ottime scene d'azione per l'epoca e molti tocchi di classe ma è troppo, troppo lungo e troppo lento. L'ansia del protagonista che non vede l'ora di trovarsi davanti al colonnello Kurtz immaginando che gran uomo sia stuzzica la curiosità, ma poi delude: E come negli Horror in cui non ti mostrano il mostro per 2/3 del film è quando lo vedi dici "Tutto Qua?" Forse era l'intenzione del regista, mai conoscere i propri miti da vicino potresti scoprire che sono solo umani. In Ogni caso l'ultima mezz'ora è stata un'agonia.
E'un film su tutte le guerre, e forse nemmeno su quelle. Di sicuro la guerra è solo un'occasione attraverso cui guardarsi dentro per quegli uomini incredibili che ci passano davanti in questa pellicola. E la lezione di Kurtz passa oltre quel che vediamo, attraversando tutta la storia. Di tutte le versioni preferisco l'originale (e anche le altre meritano almeno un 9). Che fortuna è stata poterlo vedere sull'immenso schermo di Melzo: Storaro qui ha dato il meglio di sè. Come tutti gli altri.
uno dei film sul Vietnam migliori di sempre! più di due ore di film che non pesano completamente,Coppola in stato di grazia e molto lucido anche nello scegliere quali parti tenere e quali da eliminare(vedi la vesione "redux").L'incontro con Kurtz viene atteso dallo spettatore e non si rimane di certo delusi! Assurdo come gli oscar più importanti,quell'anno,siano stati consegnati a "Kramer contro Kramer" e non a questo capolavoro... Non voglio dare il massimo dei voti solo perche il film è forse "troppo" ferocemente contro la guerra tanto da risultare grottesco in alcune scene...Il Colonnello più interessato al surf che alla battaglia in corso,le postazioni senza comandante... Un film che fa riflettere...splendido!
Insieme a Full Metal Jacket è sicuramente il più profondo e il più bel film sulla guerra. Coppola riesce a dirigere un film a mio parere tecnicamente eccelso grazie alla sua maestria, ad una sceneggiatura che propone scene indimenticabili e sconvolgenti (una su tutte il bombardemento con il sottofondo di Wagner), evita inutili moralismi e si limita a mostrare la cruda realtà della guerra, la follia e i tormenti dei suoi protagonisti. Giustamente da oscar la fotografia allucinantemente affascinante. Martin Sheen e Marlon Brando poi sono strepitosi (da risentire più volte il monologo finale di Brando). Molte frasi e dialoghi sono entrati nella storia per il loro fascino
"Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore ha un volto e bisogna essere amici dell'orrore. " "Adoro l'odore del napalm di mattina... ha il profumo della vittoria."
A mio parere le pecche sono nel ritmo che tende a rallentare nella parte centrale (il tragitto lungo il fiume) e la voce narrante di Sheen, che a volte, risulta poco significativa o fuori luogo
Già dall'inizio si capisce che il film è un capolavoro. Come sfondo le palme del Vietnam e un leggero rumore di elicotteri. Poi parte "The End" dei The Doors, la canzone più misteriosa e più affascinante del gruppo di Morrison. Appena Jim inizia a cantare "This is the end", varie bombe distruggono la foresta. La fotografia, poi, fa cose incredibili:sovrapposizioni di immagini, giochi con i colori. Alcune scene sono davvero spettacolari.
Ad esempio quella in cui Clean muore: il giovane giace senza vita a terra e si sente dal registratore del ragazzo la voce di sua madre che gli dice di tornare sano e salvo a casa e che deve darle dei nipotini. Non c'è musica nè nulla. Solo il rumore dei mitra e la voce della madre di Clean
Accusare un uomo di omicidio quaggiù era come fare contravvenzioni per eccesso di velocità alla 500 Miglia di Indianapolis.
Memorabili anche molti personaggi. Brando compare pochissimo tempo ma è un'interpretazione magistrale:il suo volto grasso, i suoi occhietti chiusi e il suo stare nella penombra gli conferiscono un alone di mistero e fascino. Bravissimo anche Martin Sheen. Obiettivo in Vietnam: non impazzire. O almeno liberarsi dai "demoni della mente"
Già solo per 2 sequenze come il leggendario attacco degli elicotteri e il ponte illuminato dai bengala meritrebbe 10. Vi consiglio caldamente il documentario "hearts of darkness - a filmaker's apocalypse" (uscito al cinema come "viaggio all'inferno" e, mi pare, rieditato recentemente in dvd con il titolo originale). Oggi nei documentari si vedono solo tecnici davanti ai pc che aggiungono scenari in computer grafica al posto di blue (o green) screen. Il cinema VERO è un'altra cosa! Capolavoro
Il capolavoro di Coppola, il miglior film sulla guerra mai realizzato insieme a qualche altro. La regia, la straordinaria fotografia di Storaro che è tra le più belle mai viste, le musiche che vanno dai Doors ai Rolling Stone fino a Wagner, le scenografie, le interpretazioni di Brando e Sheen tra le più belle della storia. Tutto è perfetto in questo film. Il finale, con tanto di monolo eccezionale di Brando, è incommensurabile.
"Ho osservato una lumaca strisciare lungo il filo di un rasoio, questo è il mio sogno, è il mio incubo: strisciare, scivolare lungo il filo di un rasoio e sopravvivere"
"Adoro l'odore del Napalm di mattina... ha il profumo della vittoria"
"Ma noi dobbiamo ucciderli, dobbiamo incenerirli, un maiale dopo l'altro, una vacca dopo l'altra, un villaggio dopo l'altro, un esercito dopo l'altro. E dicono che sono un assassino. E come si dice quando gli assassini accusano altri assassini? Mentono! Loro mentono e noi dobbiamo essere clementi con coloro che mentono?! Quei nababbi… io li odio! Li odio profondamente!"
Come nessun film sull'Olocausto potrà mai farci capire anche il 10% di cos'è stato, nessun film sull'ancora più grave invasione americana dell'Indocina potrà mai dare una spiegazione di quanto accaduto, degli oltre 7 mln di morti complessivi e di intere nazioni 'distrutte per salvarle'. Ci prova qui Coppola mutuando Conrad, compassato e magniloquente, molte splendide sequenze e sottotracce, cinematograficamente di sicuro il migliore.
film sulla guerra e sui suoi effetti, onirico, bellissima colonna sonora e interpretazioni, sequenze memorabili. ideale rappresentazione non tanto di quello che gli americani hanno fatto al vietnam, ma di quello che il vietnam ha fatto agli americani[kurtz]
Nessuno, se non il grande Coppola, poteva farci capire la pazzia degli uomini in modo migiore. Solo Lui è capace di descrivere e farci vivere una tale escalation di follia. Francis sicuramente fra i registi migliori di tutti i tempi.
La prima volta che lo vidi lo considerai solo un bel film di guerra, ma rivedendolo ho potuto meglio cogliere i pregi di questo capolavoro di Coppola. Marlon Brando ci offre una delle sue migliori interpretazioni. La colonna sonora è stupenda. Una delle cose che ho di più apprezzato è l'aspetto psicologico del colonnello Kurtz (Brando), delirante e diabolico... in parte mi ha ricordato il colonnello di Full Metal Jacket. Questo film è un'ottima rappresentazione dell'imperialismo made in USA. Capolavoro!!!
Film perfetto, perfettissimo dal punto di vista tecnico e soprattutto estetico. Fin dalle prime immagini si rimane incantati, estasiati. Ritmo lento, immagini nitide, forti, dirette. Colore, luce e forma che plasmano l’immagine e arrivano diritte al cervello. Punge e inebria come una droga. E’ quindi prima di tutto un suntuosissimo banchetto dei sensi. L’atmosfera esaltata, inebriata, carica di colori, odori, sapori è la degna introduzione all’esplorazione dei recessi più reconditi e malvagi (ma affascinanti) dell’animo umano. Vieni, vieni, uomo normale, meschino, limitato, vieni a vedere, viene a provare, vieni a sentire cos’è la pienezza assoluta del proprio essere, la vertigine e l’esaltazione del godimento nella contemplazione della propria libertà assoluta, senza bene e senza male, senza alcun limite. Uomo insignificante, con questo film ti sentirai un superoe, un D.io. Almeno per qualche ora proverai quello che ti è precluso e che non riuscirai mai a essere. Basta però! Dopo aver visto questo film fai finta che sia stata una ubriacatura, uno sballo tanto per evadere. Lascia perdere tutta la morale che insegna questo film, non fa per il mondo di tutti i giorni. E’ roba buona solo come metafora o come finzione. Nella realtà ci si comporta in maniera diversa. Dopo aver visto questo film ho capito che la filmografia di Coppola degli anni ’70 è una specie di “fenomenologia” del male, cioè della natura umana. In tutti i suoi grandi capolavori del periodo c’è sempre una persona fuori del comune, qualcuno che rappresenta l’essenza umana, un “superuomo”. In sé è una persona fondamentalmente buona, di nobili sentimenti, “positiva” dal punto di vista etico; molto intelligente, molto acuta, con grandissima forza di volontà e decisione. A contatto però con la società, con il sistema economico e sociale, con le relazioni politiche, cambia, si trasforma, si nega, perché si “adegua” all’essenza di ciò che vede e ne vuole diventare artefice, padrone non servo. Tolte tutte le velature ipocrite, allora il mondo umano appare come il dominio del più forte e del più malvagio: l’economia capitalista e le guerre sono lì a dimostrarlo. Il nostro “superuomo” non aspira però a cambiare questa logica, è convinto che questa sia la vera e sola natura umana senza alternative e che quindi l’unica “soluzione” onorevole sia quella di appropriarsi di questo sistema e di dirigerlo. Questo perché il mondo è visto solo come fatto di singoli individui, ognuno isolato dagli altri, dove si adora e si segue chi primeggia. Inoltre questo “superuomo” ha l’onore di avere con sé tutte le perfezioni e le seduzioni che offre l’arte. Apocalipse Now è un film profondamente decadentista. C’è proprio tutta la passione per il torbido e il primordiale di quella corrente estetica, come pure c’è tutta la sua malsana e gigantesca bellezza. C’è anche tutto il suo spirito etico di esaltazione idealistica dell’individuo “forte”. Frasi come queste sono esemplari: “Bisogna farsi amico l’orrore.. Terrore morale e orrore sono i tuoi amici”. “Che genio c’è in questo. Che volontà per far questo. Perfetto, genuino, cristallino, puro. Non erano mostri, erano uomini. Uomini che combattevano con il cuore. Uomini che avevano la FORZA per far questo. Bisogna avere uomini con un senso morale e che allo stesso tempo siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere senza emozione, senza passione, senza DISCERNIMENTO”. Il bello è che ci sono state persone che si sentivano veramente superuomini e che hanno tentato di creare soldati del genere. Uno di questi si chiamava Hitler. Pronunciare le frasi sopra davanti alla strage di Sant’Anna di Stazzema dimostra quanto bisogna stare attenti a portare via queste frasi fuori dal loro contesto. Vanno bene sulla carta stampata, sullo schermo cinematrografico ma devono essere assolutamente mediate dal “discernimento” se si vuole ricavarne una lezione, in quanto sono solo metafore e rappresentazioni estetiche e danno solo indicazioni generiche e spirituali. Sono solo punti di riferimento, una variante fra centomila. Infatti anche il cinema ha rappresentato “l’orrore” forse in maniera più realistica e approfondita. Un abisso etico separa “Apocalipse Now” da “Full Metal Jacket” e da “Salò”. Kubrick e Pasolini hanno rappresentato la parte cattiva dell’animo umano in maniera altrettanto vivida e intensa, però se ne sentivano distaccati, l’hanno rappresentata per quello che è senza abbellirla esteticamente. Hanno voluto che lo spettatore fosse lucido e sveglio per poter giudicare, non mezzo drogato e inebriato come fa Coppola.
Premesso che il redux è una boiata, recensisco l'originale. I titoli di testa e di coda sono una delle cose migliori del film (e forse della storia del Cinema). Tutto il viaggio sino alla tana di Kurz è abbastanza intenso, fatto salvo per alcune cadute (la tigre della foresta, la faccenda del cecchino in trincea). La prigionia da Kurz è un'ottima parte ma un po' troppo onirica (senza toccare le scene del Marlon sublime). La parte gigionesca di Duvall è un po' troppo fuori dagli schemi (anche per l'intenzione che dovesse essere comunque fuori di testa). Complessivamente do un otto per l'indubbio sforzo di Coppola nel realizzarlo, per l'impressione comunque di amaro che resta e per l'ambientazione. Ripeto, dovevano lasciar perdere la versione redux, ridicola.
gran bel film!!!! Grande interpretazione di Marlon Brando! Colossale la scena dell'attacco al villaggio con la cavalcata delle valchirie come musica di sottofondo....... amo l'odore del napalm alla mattina presto..........
Credo che il voto parli da se. Monumentale Marlon Brando, ed epica la scena dell'incontro tra Willard e Kurtz, dove quest'ultimo viene ripreso sempre nell'ombra, una figura quasi spettrale tutt'altro che umana, capace di uccidere persino donne e bambini in favore della sua causa. Il dramma di un uomo che ha superato ogni limite prima di cadere nella pazzia a cui può porre rimedio solo la morte...