Ludovico Massa detto Lulu, metalmeccanico rozzo e crumiro, è il perfetto archetipo del lavoratore senza coscienza di classe. Abile sul lavoro, si ammazza di fatica solo per riempire la casa di inutili aggeggi consumistici. Il suo comportamento gli aliena le simpatie dei compagni...
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Film di denuncia ruvido e sopra le righe che affronta il delicato argomento dell'alienazione uomo - macchina e delle variabili sociali, politiche ed economiche ad esso collegate. Si scandaglia quindi la vita privata e lavorativa del nostro Lulù, fatta di privazioni, compromessi ed ossessioni, passando per l'operato dei gruppi studenteschi e sindacali di sinistra, che vengono sostanzialmente descritti come scansafatiche ( i primi ) e semi-collusi con il potere imprenditoriale ( i secondi ). Con un quadro d'insieme sofferto e pessimista il messaggio del regista giunge forte e chiaro, e riesce a smuovere più di una coscienza; peccato che la pellicola non sia sempre di facile digestione, con quei toni urlati che alla fine tendono a stancare. Il cast è ben assortito e su tutti spicca la prova di un monumentale Gian Maria Volontè.