In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Interstellar da un lato ha elementi speculari rispetto al precedente Inception. Se quest'ultimo costituiva un viaggio all'interno di noi stessi, nel nostro inconscio più profondo, intimo ed infinito, Interstellar vuole espandere i confini fisici dell'uomo, impegnato a piegare leggi fisiche, piegare lo spazio, la gravità e il tempo. Fantascienza di alto livello, dalla messa in scena grandiosa e gigantesca, piena di fascino quando non scade troppo nei pipponi scientifici che il buon Nolan e bros dovrebbero risparmiarsi. Un film che riflette il classico spirito di avventura, esplorare nuovi mondi, meravigliarsi e illudersi per poi abbattersi e risalire per andare avanti spinti non dal carburante di un'astronave ma dall'amore, forza inspiegabile ed universale, che spinge un padre verso la propria figlia e di una donna nei confronti del proprio uomo mandato in missione anni prima. Parlare di capolavoro mi sembra prematuro, perchè i capolavori devono superare la prova del tempo, quindi è difficile definirlo tale solo dopo pochi giorni di programmazione, ma il buon Nolan ha presente i capolavori del cinema e ogni tanto 2001: odissea nello spazio fa capolino in questo viaggio nel cosmo infinito.