Rocky Balboa vivacchia a Filadelfia, riscuotendo i crediti di un usuraio italo-americano e vincendo qualche piccolo incontro come pugile dilettante. Con l'aiuto di un saggio allenatore accetta per amore di Adriana e per una borsa di 150000 dollari la sfida del nero Apollo Creed, campione dei pesi massimi, proponendosi non di vincere, ma di arrivare alla 15a ripresa.
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A commentare questo film sarò troppo di parte, ma è uno di quei film a cui sono più affezionato, anzi forse è quello in cima al gradino più alto.
La storia di Stallone, senza un soldo, che andava di porta in porta ad Hollywood a portare la sceneggiatura ai vari produttori, tutti che accettavano il copione ma pretendevano di mettere un'altro attore per interpretare il ruolo di Rocky, le offerte da capogiro che gli venivano offerte ma che lui ha sempre rifiutato; aggiungono spessore, se ne avesse bisogno, a questo film girato con due soldi e diventato vincitore di tre premi oscar.
Ha dato inizio, a mio avviso, alla saga più bella e commovente della storia del cinema che il sesto episodio chiude degnamente.
Come si fa a non amare il Rocky timido e impacciato che non trova le parole giuste per invitare Adriana ad uscire? Come si fa a non tifare per lui quando sale sul ring solo per dimostrare a se stesso che "non è soltanto un bullo di periferia"? Come è possibile che non vengano i brividi sulla pelle all'attacco di "Gonna fly now"?