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Inevitabile seguito di una grande successo commerciale "Crows Zero II" è strettamente collegato al precedente capitolo. Ovvero si parte dalla vittoria di Genji e relativa conquista di questi del potere nell'istituto scolastico Suzuran.I fastidi però non sono affatto risolti,l'introverso combattente infatti, oltre ad avere difficoltà nel mettere d'accordo le varie bande presenti nella scuola e a farsi rispettare come indiscusso leader,si troverà a dover fronteggiare la furia dell'istituto rivale Housen,provocato da una leggerezza scatenante vecchi dissapori tenuti con fatica a freno da un armistizio. Inutile dire che saranno botte da orbi in un contesto ambientale ancor più irrazionale di quello del precedente capitolo, con una trama ridotta all'osso ed un'infinita serie di combattimenti.Di sicuro svanito l'effetto sorpresa si perde in originalità,anche perché vengono trattati con eccessiva leggerezza tutti i vari possibili snodi perdendo di vista personaggi che avrebbero potuto portare una ventata d'aria fresca al tema centrale. L'aspirante yakuza Kawanishi è protagonista di una sottotrama che lascia il tempo che trova,il risentimento di Washio è fin troppo marcato,Rindaman resta un riempitivo e poco altro,mentre la presenza femminile è ridotta a pochissime battute in cui questi smargiassi pur non avendo timore di rovinarsi di botte mostrano di farsela sotto al cospetto di una gentil donzella,soprattutto se particolarmente disponibile. La violenza è sempre abbastanza fumettistica,i ragazzi sanguinanti e gonfi come zampogne non riportano (quasi) mai danni irreparabili.Come in "Crows Zero" non c'è spazio per eleganti coreografie di lotta ,tutto è molto impetuoso e brutale,le arti marziali vengono addirittura stigmatizzate da una battuta di Surazawa durante il confronto con l'effemminato ma letale Ryo. Miike resta sempre un regista dal talento immenso e pur smarrendosi un po' troppo a livello narrativo filma gli scontri con ispirazione quasi divina,regalando momenti di brutale e volgare divertimento in cui l'istinto primitivo ed animale dell'uomo esplode senza freni.Notevole l'ideazione della resa dei conti,difficile far meglio del primo episodio in cui veniva scomodato addirittura il Kurosawa de "I sette samurai",ed invece anche in questo caso il fuoriclasse nipponico centra l'obiettivo lasciando poi aperta la porta per un terzo film.
Secondo episodio della saga J-Pop di Takashi Miike, seguito del fortunato Crows Episode Zero, questo Crows Zero II segue la falsariga del primo capitolo e anche come livello siamo praticamente anche se personalmente ho preferito leggermente questo secondo capitolo…
Stessa struttura narrativa (compreso il momento videoclip), stessi attori, stesse atmosfere, stesso stile ultra cool che passa dalle scenografie per arrivare ai look dei protagonisti (vestiario, capelli, pose ecc), stesso stile di Miike con la sua solita esaltante regia, cast assolutamente perfetto… Il regista nipponico lima dove c’è da limare e i soliti difetti (anzi caratteristiche) del cinema Miikiano, il protrarsi di certe situazioni e la lentezza generale delle sue parti centrali, sono meno accentuate che altrove… Film fallocentrico quasi alla Sergio Leone (se non per la ragazza di Genji che ha due battute ci sono solo maschi nel film), l’ultima mezz’ora è una delle risse più visivamente appaganti della storia del cinema malgrado manchi l’epicità dello scontro sotto la pioggia che esaltava alla fine del primo capitolo!
Qualche dubbio verte sulla sceneggiatura, un paio di buchi iniziali (quelli dell’Housen vogliono la testa di Kawanishi ma poi se lo dimenticano completamente e non lo cercano più) e un po’ a sorpresa le due storie parallele non si incontrano più come invece avrei immaginato… Ma Miike avrà forse qualcosa in serbo per il terzo capitolo!
In generale se si è apprezzato il primo capitolo è quasi impossibile non apprezzare questo Crows Zero II! E intanto Miike continua, nel suo nuovo corso, a confermarsi macchina da yen visto che anche Crows Zero II fa circa 22 milioni di euro al box office giapponese, praticamente la stessa cifra di Yattaman ma senza però mai andare in testa alla classifica…
Qualche dubbio può nascere sul futuro di questo geniale regista: l’impressione è che, pur mantenendo il suo stile personale, Miike stia leggermente a poco a poco cedendo alle logiche mainstream… Sarà importante a questo punto notare le differenze tra il prossimo Zebraman 2 (che probabilmente uscirà nei cinema sospinto da una buona pubblicità visti i recenti successi al botteghino) con il primo capitolo che uscì quando Miike era ancora un regista di nicchia apprezzato più all’estero che in patria!