Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Vi è mai capitato di andare ad una festa dove fra i partecipanti c'era qualcuno che non vi stava proprio simpatico ma col quale per quieto vivere avete sempre cercato di mantenere rapporti di (finta) cordialità e però durante la festa c'è scappato qualche bicchierino (o altro) di troppo ed è finita a caz.zotti? Ecco, questa è in pratica la trama del film…l'alcool e le droghe smascherano le ipocrisie e mostrano come sarebbero i rapporti fra le persone senza il giogo dei paletti imposti dalla società civile. Una giungla, in pratica. Wow. La sceneggiatura è piuttosto inconsistente ma ha almeno il pregio di essere credibile per il contesto, al netto delle interpretazioni non proprio impeccabili di questo gruppo di ballerini prestati alla recitazione (che spero vengano presto restituiti alla loro categoria di appartenenza). Una roba a metà fra un reality show e i peggiori bar di Caracas. Ma noi sappiamo che a Noè quisquilie come trama e sceneggiatura non interessano, perché l'unica cosa che gli preme davvero è dimostrare al mondo quanto è bravo a girare. Ed è bravo, altroché…cioè io in realtà non ho le basi per giudicarlo ma visto che tutti ma proprio tutti dicono che è bravo allora dev'essere bravo davvero. Quindi verosimilmente il non aver capito per metà del film chi ci fosse in scena e cosa stesse facendo è un problema mio, perché se uno è bravo (e lui è bravo, lo dicono tutti) sicuramente farà in modo che lo spettatore capisca cosa sta guardando, giusto? Altrimenti come farebbe a dire quanto è bravo? E allo stesso modo certe chicche come il cretino sbattuto fuori all'inizio che invece di correre alla polizia resta lì a morire assiderato (ma allora la polizia chi l'ha chiamata?) o il bambino di 6 anni prudentemente messo al riparo dalla tre volte vincitrice del premio "madre dell'anno" nella stanza dell'alta tensione hanno destato qualche perplessità solo a me, perché tutti gli altri neanche le avranno notate 'ste piccolezze, troppo impegnati a ruotare la testa di 180 gradi per star dietro alle peripezie funamboliche di questo virtuoso della telecamera. Di chi abbia drogato la sangria e del perché giustamente non frega niente a nessuno, anche perché pure se a qualcuno fosse fregato (a me fregava in realtà, è l'unico motivo per cui ho cercato di stare attento fino alla fine) tanto non ce l'ha spiegato. Va beh, prendiamo atto che Noè non fa per me e passiamo oltre. Senza rancore. Belli comunque i numeri di danza, io ne avrei messo qualcuno di più intanto che c'ero.
Gaspar Noè dimostra ancora una volta di saperci fare eccome dietro la macchina da presa, tra piani sequenza e virtuosismi tecnici, insieme alle sue sceneggiature non proprio adatte a tutti. Questo è il suo modo di fare cinema e, piaccia o no, è riconoscibile nella sua soggettività di autore. Ma questo si sa e la cosa continua con "Climax", un dramma horror musicale (non musical), piuttosto semplice nella trama (prima parte, presentazione personaggi-seconda, delirio), ma girato in modo anti-commerciale (ci sono anche i titoli di testa a metà film). E' un esercizio di stile? Non so, comunque sia disturbante è dire poco. Perfetta la colonna sonora.
Noe fa lo stesso film, o meglio si segha allo stesso modo (a testa in giu' tipo opossum appeso a una sbarra di titanio, mentre con l'altra mano shakera una camera nella luce purpurea) da anni. Se i dialoghi tra due afrofrancesi intenti a contemplare e illustrarsi a vicenda il piacere della sodomia sono la cosa piu' interessante c'e' qualcosa che non va nevvero Gasparone. Meglio di Love in ogni caso, anche se in certi frangenti piu' ridicolo (ed e' dir tanto). Ah, bellissime donne come sempre, ma si sa il Gasparone apprezza