batman - il ritorno (1992)

Alla fine questo rimane il Batman che più mi ha convinto nelle varie vesti cinematografiche, più dell'ottimo ma fin troppo serioso blockbuster del Cavaliere Oscuro nolaniano, più dell'ultima prova di Reeves con le sue ottundenti prolissità di sceneggiatura.
Rispetto al suo primo capitolo, Burton da anch'esso un tono più cupo e serio, più drammatico e notturno al film ma senza eliminare quel po' di brillantezza derivata da un tipo di fumetto più leggero e con l'intenzione comunque di realizzare un film-fumetto a tutti gli effetti, più nero, ma comunque tale.
C'è un lavoro migliore nell'approfondimento dei personaggi, nella loro caratterizzazione, soprattutto nelle figure di Pinguino e Selina Kyle e il trittico di villain, ai due già nominati si aggiunge Max Shreck-così Burton ci ha infilato dentro un altro omaggio al cinema horror d'annata- è favoloso. Sono figure meno monodimensionali rispetto al precedente capitolo, sono profondamente fragili, umane e più sfaccettate; poi, chiaro, sono favolosi anche Danny De Vito e Michelle Pfeiffer a dar loro vita. La Catwoman di Pfeiffer è la migliore-nettamente e senza confronto-tra quelle tratteggiate al cinema. I suoi duetti con Batman-Wayne-Keaton sono da favola.
Ne esce un film dal ritmo eccellente, ben calibrato, mai noioso, con la regia dinamica e sempre ispirata di Burton, un filmozzo bello bello che si riguarda sempre con gusto, appassionante, un blockbuster d'autore come il dio del cinema comanda.