La vita dell'imprenditore italiano che ha dato il nome alle celeberrime automobili di lusso, in un biopic che si concentra più sulla sua figura di uomo, dal punto di vista privato, che su quella pubblica.
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Da un film su Enzo Ferrari girato da Michael Mann è normale aspettarsi molto di più. Seconda parte decisamente superiore alla prima, dove viene dato fin troppo spazio alle vicende sentimentali di Ferrari in un tenore quasi da telenovela. Quando si passa alle corse e alle Ferrari, l'interesse cresce notevolmente così come la qualità del film.
Non so se è perché partecipa ai film sbagliati, ma Adam Driver non riesce mai a convincermi nelle sue interpretazioni, le trovo sempre apatiche, non riesce a trasmettermi alcun tipo di sentimento. Meglio di lui Penelope Cruz, e il che è tutto dire, ma almeno lei ci mette un po' di passione.
Avrei gestito il film in maniera diversa, lo avrei chiamato "L'ultima mille miglia" e avrei magari approfondito maggiormente la storia dei piloti, della costruzione delle macchine, della rivalità con le altre case costruttrici, lasciando gli aspetti sentimentali di Ferrari un po' più sullo sfondo.