Un truffatore di nome Ripley che vive a New York negli anni '60 viene assunto da un uomo ricco per iniziare una vita complessa di inganni, frodi e omicidi.
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Veramente una bella serie, confezionata in maniera eccellente con una fotografia elegantissima, ricostruzione dei luoghi splendida, l'uso del bianco/nero intrigante che valorizza ancora di più la storia, colonna sonora e scelta delle musiche perfetta (Mina è sempre Mina), attenzione ai dettagli, certe inquadrature e i paesaggi sono un omaggio meraviglioso all'Italia che viene messa in scena priva dei soliti stereotipi americani. Strepitoso Andrew Scott (e il suo italiano) che ha saputo rendere affascinante e ambiguo il suo personaggio, ottimo anche il personaggio dell'ispettore. Atmosfere accattivante dal sapore retrò e dal ritmo lento che man mano che va avanti nella storia diventa un noir sempre più interessante. Sceneggiatura non priva di difetti, anzi :
c'è un vero e proprio problema ; 1 - come fa la polizia anche considerando l'ingenuità investigativa degli anni 60 a cercare una persona scomparsa senza una foto della stessa? Possibile che all'ispettore non sia venuto in mente di controllare l'identità tramite una foto o chiedere qualche foto dai genitori? credo che questo sia il punto cruciale e più debole dell'intera trama 2 - Lo stesso ispettore com'è possibile che non riconosca Ripley a Venezia con quel camuffamento imbarazzante e si lasci infinocchiare così banalmente?
Tuttavia al netto dei problemi di sceneggiatura resta una serie che per chi è amante del noir non potrà che apprezzare. Sperando in un seguito