All’inizio del XX secolo, la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Una storia d’amore e tradimenti, delitti e misteri in un intrigo avvincente per la scoperta della verità.
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Immaginatevi di vedere uno dei gangster-movie di Scorsese portato negli anni '20, tra tribù di nativi americani (gli Osage) e ricchi possidenti bianchi e avrete un quadro abbastanza chiaro di cosa possa essere "Killers of the Flower Moon". Certo anche Scorsese negli anni è un po' cambiato, così la violenza è passata dall'essere efferata all'essere metodica (e subdola), però rimane intatta la straordinaria capacità del cineasta newyorkino nel mostrarci l'ambiguità dell'essere umano, diviso tra avidità e sentimenti, tra momenti "esplosivi" e altri più intimi. Ovviamente non sarebbe un film di Scorsese senza grandissimi attori e anche qui "Killers of the Flower Moon" non vuole sfigurare: De Niro dimostra di saper ancora sparare qualche buona cartuccia, DiCaprio ha dimostrato da tempo di essere non solo un (ex)ragazzo che piace alle donne ma anche un grandissimo attore, Lily Gladston dimostra una presenza scenica straordinaria pur usando più le espressioni che le parole, Plemons attore bravissimo anche se sottovalutato (ho la mia personale convinzione che con un aspetto fisico più simile a quello di tante presunte star di Hollywood sarebbe ora tra gli attori più in voga).