grand canyon - il cuore della citta' (1991)

Su carta sembrerebbe un film corale, ma in verità non lo è affatto (e non è una colpa), visto che la storia si concentra prevalentemente su due personaggi (tre se si include la moglie di uno dei due) mentre gli altri fanno da supporto fisico ma incidono poco o niente sullo svolgimento principale, ovvero l'evoluzione di un'amicizia nata in circostanze sfortunate, apparentemente impossibile da portare avanti per una moltitudine di pregiudizi, in una Los Angeles mai tanto imprevedibile e disincantata.

C'è chi trova fiducia nell'essere umano, e chi invece la perde del tutto.



Un drammatico con vaghissime tinte da commedia, intenso nella tragicità di certi eventi (sottolineati da una colonna sonora davvero ispirata) ma nel complesso abbastanza ordinario, con qualche forzatura di troppo (quanta sfortuna), e dalla presa emotiva poco più che sufficiente; come accennato le storie non si intersecano ne si conciliano come si spera (a parte quella principale) e appunto quasi quattro personaggi su sei è evidente che sono di troppo per la questione indicata all'inizio (e per essere di loro non particolarmente interessanti o rilevanti).

Quanto all'amicizia tra Kline e Glover (ottimi come al solito) sincera e sentita, ma senza svolgimenti degni di nota, nemmeno considerando razza ed estrazione sociale differenti.

Per quanto mi riguarda si accoda ai lavori buoni e non eccelsi di Kasdan.

Bellissimo film di Kasdan che ricorda sotto molti aspetti "America oggi" di Altman, e non so se quest'ultimo abbia preso qualche spunto da "Grand Canyon" o se sia solamente una coincidenza (gli elicotteri, Los Angeles, il terremoto, l'impostazione stessa del film: poi le storie e i personaggi sono diversi, però si respira la stessa atmosfera e lo stesso "malessere").

Sceneggiatura solidissima che avvalora l'ottima regia di Kasdan, personaggi ben tratteggiati ed eterogenei che si completano a vicenda, e seppur non ci siano particolari colpi di scena od eventi sensazionali, ci si appassiona molto alle loro vicende, proprio perché ce n'è per tutti i gusti. Magari si potrebbe obiettare che alcuni eventi sono un po' forzati (non capita di certo tutti i giorni di trovare un neonato in un cespuglio, essere sparati ad una gamba, subire un tentativo di rapina), ma in fondo raccontare la vita di tutti i giorni richiede anche alcune esigenze di copione e ritmo.

Qualitativamente in linea con il resto del film anche le musiche, molto "Tangerine Dream", e le convincenti interpretazioni da parte di tutto il cast nessuno escluso.

Un film da riscoprire e da tenere fieramente nella propria videoteca personale.

Ecco un altra sorpresa. Questo film mi ha colpito molto anche perchè apprezzo questi film in cui si raccontano le storie di più persone che poi si intrecciano a incastro. Avevo già apprezato il regista in altri film quali Silverado oppure Il Grande Freddo e anche con questo film devo dire che fa centro. Bisogna dire che il film cita volontariamente e più volte il capolavoro assoluto di Altman America Oggi, di cui questo è un sicuramente un figlio più piccolo. In particolare mi riferisco all'elicottero che gira spesso in questo film e al terremoto che avviene mi pare a metà pellicola. Forse questo film è proprio un omaggio a quello di Altman comunque resta un ottimo film e ben girato che mi ha colpito in più di una scena e girato con maestria. Da segnalare un buona colonna sonora e fotografia ed un ottima prova di tutto il cast, su cui Kevin Cline, attore feticcio di Kasdan, Danny Glover e uno Steve Martin che da il meglio in un ruolo non comico. Da vedere.

Film che in questo periodo viene programmato su sky e che consiglio di vedere.
Un film sull'importanza della fiducia e del reciproco rispetto. Basato sulla speranza che la violenza delle grandi città non riesca a distruggere il dialogo e i rapporti interpersonali.
Una buona prova di Kevin Kline e Glover. Cinico al punto giusto il personaggio interpretato da Steve Martin.

Un film senza dubbio interessante, che anticipa di 13 anni le tematiche e la struttura a incastri di Crash, anche se quest'ultimo è di un impatto emotivo sicuramente più grande.

Ad ogni modo Kasdan realizzaun film tutto sommato sincero, leggero e godibile, magari un po' retorico in alcuni frangenti, ma è davvero poca cosa, e il messaggio ultimo del regista, ovvero il rispetto e la preziosità dei rapporti umani, emerge con grande forza..

da vedere

film vincitore dell'orso d'oro al festival di Berlino...vengono tracciate diverse storie che si vanno a intersecare tra di loro ma con un unico scopo,quello di rappresentare al meglio i rapporti umani!
con lo stesso stile in futuro arriveranno "crash-contatto fisico" sul tema del razzismo e "babel" su quello dell'incomunicabilità!
questo film affascina dall'inizio alla fine grazie a un 'ottima sceneggiatura e a una grande regia...bellissima la sequenza del sogno!
tutti bravi gli interpreti!
consigliato

Un film che vuole instillare la speranza, questo di Kasdan, speranza che si sta esaurendo nelle grandi metropoli americane, ma non solo. Metropoli dominate dalla violenza quotidiana e dalla precarietà dei rapporti interpersonali tra gli individui. Kasdan forse ci vuole dire questo. Il recupero di queste relazioni è fondamentale per il quieto vivere quotidiano, quei piccoli grandi gesti che apparentemente insignificanti possono voler dire il cambiamento di tutta una vita. Film, a mio modo di vedere, molto sincero, sostenuto da un'ottima regia e sceneggiatura dello stesso Kasdan e dalla coralità di tutto il cast.