babyteeth - tutti i colori di milla (2019)

Tratta temi forti in modo diretto, ma senza finire né nella superficialità di un teen movie né negli eccessi sentimentali/melodramma. Poteva essere davvero un filmone, la narrazione "frammentata" mi è piaciuta e nel complesso trasmette molta spontaneità, non ci sono forzature per colpire a tutti i costi lo spettatore, l'ho trovato però eccessivamente prolisso nella parte centrale e con una regia non particolarmente incisiva.

SPOILER

Classico tema della malattia che colpisce un adolescente ma per fortuna siamo ben lontani dalla mielosita' di alcuni titoli come "I passi dell'amore", tanto per citarne uno.
Il rapporto tra i due protagonisti è ambiguo, non è presente "amore" con la "A" maiuscola se non nel bellissimo finale.
Una storia schietta di come anche una famiglia vive tale situazione, con i propri disturbi e le proprie manie.
Nota di merito va' infatti anche ai co-protagonisti qui nelle figure dei genitori della ragazza, personaggi tratteggiati molto bene.
Un film particolare che affronta un tema stra-abusato in questo periodo ma lo fa con i toni da commedia grottesca alternata a dramma.
Riuscito.

Poco originale nei temi trattati e nelle dinamiche raccontate, piuttosto lento nella narrazione, un po' confuso a livello di sceneggiatura e decisamente prolisso nella durata e nei dialoghi.
Da salvare le interpretazioni dei protagonisti, la regia invece non mi ha impressionato e lo stesso dicasi per la colonna sonora.
Non è un film che mi piacerebbe rivedere nel tempo.

Film carino ma poco incisivo.

Babyteeth poteva essere il classico film che poteva scivolare pericolosamente sul mieloso e sulla lacrima facile. Invece è un film brillante che tratta la malattia di una teenager in maniera inusuale e mai retorica. Proprio la vitalità dell'ammalata, una vitalità riacquisita grazie alla conoscenza del ragazzo di strada Moses, pone le base per situazioni di una comicità surreale, con i genitori che fanno viso a cattivo gioco nell'ospitare saltuariamente un soggetto indesiderato. Quest'ultimo non è certo uno stinco di santo a metà fra innamoramento e il bisogno utilitaristico di tale conoscenza. Una piccola sorpresa ed un premio Mastroianni all'attore che intepreta il ragazzo Moses direi meritato. Ma tutto il cast è pianamente all'altezza e considerando che è un'opera d'esordio, l'autrice promette bene per il futuro.