giubbe rosse (1975)

Il successo di Zanna Bianca senza dubbio ha influenzato per un breve periodo questo tipo di storie ambientatr in paesaggi innevati. Anche Massaccesi si cimenta in un genere che tutto sommato ha frequentato penso solo in questa occasione. La confezione è più che buona e la professionalità del regista emerge nel tenere alta la qualità del prodotto. I personggi non sono caratterizzati male, però un po' tagliati con l'accetta e con cambiamenti d'umore piuttosto repentini. Nulla toglie comunque ad un film pienamente godibile nel suo complesso.

Un ostinato sergente delle Giubbe Rosse canadesi ha un conto in sospeso con un fuorilegge e questo per vendetta gli rapisce il figlio ... Nella mia infanzia , le fiammanti divise della Royal Mounted Police hanno sempre esercitato un certo fascino , sarà stato per il film con Alan Ladd oppure per le avventure di Tex con Jim Brandon . Era quindi inevitabile che prima o poi riuscissi a vedere questa pellicola . Aristide Massaccesi , molto più noto come Joe D' Amato , è stato il regista più prolifico nella storia del Cinema italiano e ha diretto film di tutti i generi e di tutti i livelli . Qui , ancora ai primi passi della sua intensa carriera , firma una pellicola avventurosa piuttosto classica , ambientata ( almeno formalmente ) tra le gelide foreste del Canada . Naturalmente le scene realmente girate in Nordamerica sono davvero pochine , la maggior parte invece vedono come sfondo le più modeste montagne appenniniche scarsamente innevate . Per il resto , devo riconoscere che non è un brutto film , anche se è piuttosto ingenuo , al limite dell' infantile , forse anche per la presenza del bambino nella vicenda . Il protagonista è Fabio Testi , bello , forte ed ardimentoso come di prammatica , anche se forse il regista indugia di più sull' antagonista , interpretato da Guido Mannari , sfortunato attore livornese che non conoscevo , con una certa somiglianza a Tomas Milian . Si fanno poi notare il solito cattivone di Claudio Undari , la dolce mogliettina di Lynne Frederick , il fedele commilitone di Lars Bloch ed il simpatico medico di Lionel Stander , oltre all' intraprendente ragazzino di Renato Cestiè . Non poteva mancare , vista l' ambientazione e la moda del periodo , la presenza di un coraggioso cane lupo , naturalmente di nome Buck ! Insomma , una pellicola dignitosa e piuttosto curata , con una morale semplice . Si merita il 6 .