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Recuperato questo thriller, sebbene secondario, ha rapito il mio interesse. Trama semplice, sviluppo buono ed apprezzato il finale "violento". L'ho apprezzato! La location del "bosco" lunga piano sequenza piace come la fotografia.
Jules Willcox: Buona scoperta del cinema "usa".. apprezzata.. convincente
Il regista, scrive e dirige un buon thriller, nel suo complesso, intrattiene, angoscia e trasmette quello che deve. Ha diretto altre serie e film minori ma questo potrebbe esser per lui un buon punto di "partenza".
Intrattiene, convince! Consigliato questo thriller!
Remake di un film svedese del 2011 di Mattias Olsson e che comunque partecipa anche in questa versione americana scrivendone la sceneggiatura. Il film mi è garbato più di quello che avrei pensato. Nella prima mezz'ora Spielberg insegna (Duel 1971), non ci ho trovato una scopiazzatura ma invece un vero e proprio tributo riuscito anche piuttosto bene, con le giuste riprese ed inquadrature a ricordare benissimo il primo lungometraggio di Steven Spielberg. Poi il film prende un'altra piega, quello del classico thriller della ragazza che viene catturata dallo squilibrato, lei riesce a scappare, lui la inseguirà ecc. Per quanto poi sappia tutto di già visto, però il film funziona. Una trama minimale che inserisce pochi aspetti ma quelli azzeccati da sapere dei due protagonisti. L'ambientazione giusta, quella dei boschi. La pellicola non prevede punti morti, scorre decisamente bene ed il regista John Hyams riesce sapientemente a gestire i momenti di maggiore tensione. I due attori, Jules Willcox e Marc Menchaca offrono entrambi due buone interpretazioni. Infine si arriverà comunque ad uno scontro finale che a me personalmente è piaciuto, non del tutto scontato come ultimo atto, quello della lotta. Temevo che si risolvesse in altri modi più semplici e veloci, invece la tensione viene spremuta proprio fino all'ultimo. Un bel film, l'ho goduto. Avesse osato di più e fosse stato quindi più violento lo avrei premiato con voti maggiori di questo. Però anche così ci sta e sono riuscito ad apprezzarlo. Buono
Un thrillerino dallo spunto classico e dalla trama minimale ma che tutto sommato si rivela funzionale,assicurando la giusta dose di tensione. Efficace la regia che riesce a sfruttare al meglio l'ambientazione ( una foresta) e convincente la prova del cast,con una nota di merito per Menchaca veramente convincente nei panni del killer. Un intrattenimento dignitoso, se vi capita a tiro dategli una possibilità.
Via di mezzo tra Duel e Predator (ambientazione) non porta nulla di nuovo al mondo del cinema. Attori medi, solite scene che fanno innervosire lo spettatore su come dovrebbero comportarsi i personaggi nelle varie situazioni…
Il soggetto di questo film è un concentrato di visto e rivisto, persino nelle dinamiche non preesenta nulla di originale. Però la resa sullo schermo devo dire che è buona perchè non avendo nulla di particolare da offrire, presenta innanzitutto una buona costruzione dei personaggi, molto lontani dai soliti schematismi che allontanano, o almeno riducono al minimo le forzature di sceneggiatura, difetti tipico di questo genere di film che di solito sono zeppe di situazioni illogiche per non dire stupide. Il serial killer pur strizzando l'occhiolino alla figura di Bundy ha una resa più che soddisfacente. Inoltre la tensione è ben costruita fin dall'inizio, dove l'occhiolino semmai lo strizza a Duel e mantenendosi sempre costante grazie anche allo scenario naturale in cui la donna è completamente sola ed in costante pericolo. Un buon lavoro non c'è che dire.
La prima parte mi è piaciuta parecchio, poi volge verso strade già percorse troppe volte... Tuttavia l'ho trovato teso e ben recitato oltre che girato in location apprezzabili. Non mi sento di andare oltre ma se piace il genere è da vedere.
Se volete guardare un film originale non è adatto, se volete un buon thriller survival che intrattiene invece è il film giusto. Realizzato molto bene e con dei momenti di tensione niente male.
Una giovane vedova depressa decide di cambiare vita trasferendosi altrove , ma deve affrontare un lungo viaggio tra le foreste della Costa Occidentale ... John Hyams continua la tradizione del più noto padre Peter e fa il regista . Finora aveva diretto solo qualche dozzinale film action o di arti marziali con Van Damme , ma questa volta si dedica al thriller , ibridandolo con il survival movie . E tutto sommato , senza far gridare al miracolo , fa un discreto lavoro , costruendo una pellicola che tiene alta la tensione dall' inizio alla fine . La storia è molto lineare e classicamente semplice , imperniata in sostanza su due soli personaggi , la vittima ed il carnefice , che si affrontano senza requie per tutto il film . La ragazza ha il merito , una volta tanto , di non essere la solita oca dedita ai comportamenti più stupidi ed autolesionistici e , a parte qualche ingenuità , evita astutamente tutti i vari tranelli del suo avversario , almeno fino all' epilogo in cui decide di rischiare anche troppo . Belle ambientazioni nella tetra ed umida foresta , con buone riprese degli adrenalinici inseguimenti nel verde che fanno tenere lo spettatore con il fiato in sospeso , aiutate anche da una colonna sonora adeguatamente ansiogena . I due protagonisti mi risultano del tutto sconosciuti , ma entrambi , sia la fuggitiva Jules Willcox che il serial killer Marc Menchaca , si dimostrano molto credibili nei loro intensi ruoli . Piccola parte per Anthony Heald , il cacciatore di passaggio , unico volto noto del minimale cast . Insomma , un thriller che fa il suo dovere , che è quello di regalare un bel po' di suspense al pubblico senza rivelarsi troppo insulso . Per me merita anche un buon 7 .
Sorvolando su un paio di forzature comunque assolutamente perdonabili, quando un film come questo, basico e che non fa vedere nulla di nuovo; riesce a catturarti ed a trasmetterti l' ansia che la brava protagonista stà suo malgrado vivendo, allora bisogna premiarlo. Teso per tutta la sua durata. Bravi tutti e mezzo voto in più!
Un film che fa patire dall'inizio alla fine, non c'è un solo momento in cui non ci sia tensione. Alla fine prevarica l'istinto di sopravvivenza della protagonista.
Thriller dall'impianto classico, essenziale nei dialoghi, poco originale negli spunti e nelle ambientazioni che propone ma comunque valido sotto l'aspetto visivo, capace di infondere una certa ansia e una partecipazione agli eventi abbastanza sentita. Forse un po' enfatico il finale ma nell'insieme è un film sufficientemente apprezzabile.
Un thriller con pochi dialoghi, pochi personaggi, senza colonna sonora e per fortuna poche banalità. Certo è un film che non inventa nulla e forse è stato un po' sopravvalutato dalla critica, mi sembrano un tantino esagerate il 93% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, ma vale la visione. Bello ritrovare Anthony Heald (il dottor Chilton de "Il Silenzio degli Innocenti"), da qualche tempo sparito dai radar di cinema/TV. Bene i due protagonisti.