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Se fa schifo, fa schifo.

Pubblicato il 26/03/2013 11:25:41 da cash


Altra questione della quale non se ne può fare a meno; rivedi un film che hai amato alla follia nella tua infanzia, ma non ti fa più lo stesso effetto. Perché allora eri puro e le sfrenate e fantastiche visioni erano allineate con la gaia spensieratezza della tua infanzia (infanzia = tutto ciò che precede la masturbazione), mentre adesso vedi quel dato oggetto d’amor perduto per quello che è, ovvero una merda, perché non sei più bambino. Ecco, a me ‘sta cosa non ha mai convinto fino in fondo. Poi ho capito perché: perché è un po’ una minchiata. Il proustismo applicato al cinema è una cosa che non si può sopportare, anzi, aiuta a diventar nazisti. Non posso negare che ci sia un lato emotivo congenito e naturale dal quale è difficile separarsi, ma permettere che adeschi lo spettatore sino a fargli tralasciare i meriti di un film in sé mi pare un tantino superficiale. Ciò accade perché non si sta valutando un film che abbiamo visto nel, poniamo, 1984, bensì come eravamo noi nel 1984 (i più furbi di voi avranno capito che mi sto riferendo agli ultratentenni). “Io sono cresciuto, il film no”. E grazie al cazzo, che deve fare il povero film, crescere ed evolversi? Questo vuol dire utilizzare l’oggetto film come contenitore per le proprie emozioni e tralasciare meriti estetici e registici che forse non si era in grado di comprendere - ovvio. Ma non va mica bene che non lo si possa comprendere ora; tutti i conti in sospeso s’hanno da saldare. “Navigator”, “Legend” e roba varia non sono risibili (ora) perché noi siamo maturati; fanno schifo perché fanno proprio schifo. Ecco. Opinione insindacabile mia personale che però è vera (classica asserzione soggettiva che ha la pretesa di essere oggettiva, ed oggettivamente lo è – soggettiva). “Grosso guaio a Chinatown” ha segnato la mia infanzia facendomi venir voglia di lanciare coltelli a tutto spiano, ma era un gran film allora ed è un gran film adesso, al netto di quello che era il mio sguardo. “La storia infinita”, forse il film che ho visto di più nella mia vita, era essenziale prima ed è necessario ora. Forse un pelo invecchiato a causa del make up da cartoleria, ma ci può stare. “Explorer” sembrava un capolavoro, ma rivisto fa cacare perché fa cacare, adesso come prima. E, badensi, non è che da piccolini si accetta tutto passivamente per difetto di cultura e sintomatica sublimazione del fanciullo interiore di pascoliana memoria, che se Pascoli non avesse sdoganato questa terribile espressione io ero pure più contento; no, è che da piccolo uno è proprio scemo. Non ci si può far nulla, è una cosa correlata ai nostri geni; buttate un cucciolo di labrador in acqua e quello nuota, buttate un bebè e vi affoga. Ma non si può nascere direttamente a sedici anni?

I SOLITI FILMETTI

Pubblicato il 07/01/2013 12:14:55 da cash



Appena finito di vedere Stay - Nel labirinto della mente. Bella cagata. Però a volte una bella cagata è quello che ci vuole. L'ho visto per noia, e con la noia sono stato ripagato. Solito twist nauseabondamente iterato fino a noia. Se non l'avete visto non fatelo, tanto si capisce da subito che è tutta un'allucinazione pre-morte. Io l'ho capito piuttosto presto, più o meno quando la barra del download era al 45%. Dai "soliti sospetti" non è che freghi la gente così, come se piovesse; personalmente, l'ultimo twist che mi ha fregato è stato quello centrale di Tall man, ignobilmente tradotto con "I bambini di Cold Rock". Anzi, ma quali soliti sospetti; un illustre capolavoro del twist è Jacob's Ladder, anche lui misteriosamente tradotto con "Allucinazione Perversa", titolo che certamente incoraggia la visone. Ecco, il vero mistero è perchè uno si ritrovi con 'sti titoli. Se non avete visto "Jacob's Ladder" fatelo subito; ci tengo talmente tanto acchè lo vediate che manco ve lo spoilero. Che poi Adrian Lyne si è ispirato ad un racconto di Ambrose Bierce, "Accadde al ponte di Owl Creek", anche se non lo ammetterà mai nemmeno sotto tortura. Ok, forse non era saggio citare la fonte dello scopiazzamento sagace, ma anche voi; vi fidate troppo. A questo punto, do per certo che sappiate che per twist si intende una svolta nella narrazione che capovolge il punto di vista, presentando gli eventi da un'angolazione non ortodossa, o qualcosa del genere. Quel che è certo è che il twist andrebbe annoverato tra i generi più acclamati dell'ultimo ventennio/trentennio. Oltre ai già citati, ci sarebbero anche "Il Sesto Senso", "The Others", e poi non mi ricordo più. Ecco, li ho visti e analizzati praticamente tutti, ma è come quando vi chiedono a bruciapelo di raccontare una barzelletta; le sapete, e pure tante, ma lì per lì non riuscite a cacciarne fuori una che sia una. Tornando a "Stay"; solita sbobba, ma ben cucinata. Buona regia e buona recitazione, nonostante l'abuso di inquadrature sghembe. Non si sa come, ma il film funziona, nonostante la presenza di un cane come Ryan Gosling ("Drive" fa schifo because of him). Già, funziona; basta far finta di non aver vissuto su questo pianeta per almeno trent'anni. A me riesce facile; pensate, ogni mattina mi sveglio e mi lavo i denti, anche se l'ho già fatto il giorno precedente. Ah, forse prima vi ho detto di non vederlo e ora vi consiglio di farlo, ma non ricordo e non ho voglia di rileggere. Abbiate pietà.

Mezzo pieno, mezzo vuoto

Pubblicato il 04/12/2012 08:34:59 da cash



Lo scorso 19 agosto, Tony Scott lasciava questo mondo. Anzi, moriva (non sopporto le iperboli pindariche per evitare di nominare la morte - è scomparso all'affetto dei suoi cari, buonanima, etc.). Dardano Sacchetti, illustre sceneggiatore responsabile di quasi il 60% del cinema di genere horror/thriller, così chiosava (cito a memoria): "Morto uno dei fratelli Scott, uno mezzo pieno, l'altro mezzo vuoto". Geniale. Soprattutto il fatto di non assegnare il posto di mezzo vuoto e quello di mezzo pieno. Generalmente, il ruolo di regista mezzo pieno, virtù semipositiva, dovrebbe essere assegnato a Ridley. Il regista mezzo vuoto, lacuna seminegativa, Tony. Forse la somma dei due dovrebbe risultare un regista totale, non so, ma non è questo il punto. Il fatto è come preferirei essere giudicato io; preferirei essere ricordato come un quasiautore con troppe lacune per essere tale o un ottimo regista troppo spesso naive per essere un grande autore? Attenzione perchè la questione non è pura semantica speculativa. Come sempre, la Merda è il parametro discriminante. Ridley, è vero che dalla tua hai Alien, Blade Runner e... E basta. Cioè, non roba a livello. Hai fissato un parametro, poi con la gloria riflessa (non sempre tua, nelle immaginifiche visioni della metropoli dei Nexus non c'è un grammo che sia tuo) ti sei ingozzato come un porco, e hai cagato sulla tua stessa produzione. Davvero tanta merda. Tony, tu invece non hai mai beccato il filmone che zac, stende sia critica che botteghino. Logico, pensavi più al pubblico e meno ai premi. Più defilato, meno arrogante e fracassone, parlavi meno forbito e giravi meno forbito. Sei mezzo vuoto? Ma forse il bicchiere non l'hai riempito volutamente, non sei stato reso ebbro da un successo ormai preistorico, come tuo fratello. E non ti sei mai cagato addosso. Facile ridere di Top Gun adesso, ma tutti da ragazzini (per gli over 30, of course) abbiamo voluto essere Tom Cruise su quei cazzo di aerei. E Beverly Hills Cop 2, e Una vita al massimo... Insomma, 'fanculo Ridley. Adesso stasera ci vediamo tutti L'ultimo boyscout e poi, in un guizzo di lucidità, sarà immediatamente ovvio perchè Ridley è mezzo vuoto; perchè non gli è mai venuto in mente di scritturare un Bruce Willis qualsiasi che ad Alien gli faceva un culo così a testate. Ma tanto, quando uno pensa ad Alien il pensiero va subito al sequel di Cameron...   

Categorie: Cinema registi, Cinema riflessioni sparse

Commenti: 8, ultimo il 12/12/2012 alle 17.12.43 - Inserisci un commento

I grandi autori sono tutti sfigati

Pubblicato il 05/11/2012 20:56:56 da cash


Problemi esistenziali di cui nessuno parla: creatori impossibilitati a fruire le loro opere. Pensateci. Siete al cospetto di un'opera, una vera opera. Cinema, musica, pittura, quello che volete. Per coerenza di paradigma, prendiamo il cinema. 2001, Quarto potere, Quei bravi ragazzi. La lista è ovviamente lunghina, il che rende ancora più tragicomica la vicenda. Popola il mondo di un capolavoro, e l'unico che non può gustarselo sei tu che ce ne hai fatto dono. Kubrick ha elargito a questo povero pianeta alcuni dei film più incredibilmente unici che ci possano essere, ma non ne può, essendo l'autore, tranne beneficio alcuno, nè estetico nè estatico. Quello che provo io, lo smarrirmi in miasmi audiovisivi che citare la sindrome di Stendhal è riduttivo, a lui è negato. E povero Scorsese; niente Casinò, niente Quei bravi ragazzi, niente Taxi driver, per lui. Forse il più misero del lotto è Lynch; non può comprendere quanto il suo talento sia così realmente tangibile da concretizzare un incubo su schermo. Ma non può scoprire Inland empire, non può angosciarsi con Eraserhead. Non può nemmeno tentare di dare una chiave di lettura a Strade perdute o Mulholland drive. A Roger Waters e David Gilmour è fatto divieto assoluto di abbandonarsi nella definitività di The Wall. Io lo posso fare, tiè. Ma non perchè gli artisti possano, per innata contraddizione, decidere di non rilasciare giudizi sulle loro opere; è perchè non lo possono ontologicamente fare. E basta. Che è poi, quasi, il megacomplesso di Dio; crea un mondo, e osservalo crescere e fiorire. Sbircia nell'intima quotidianità dei tuoi figli, ma da una certa distanza. Per la storia del libero arbitrio, e lì ti sei fregato da solo, non puoi intervenire. E allora forse sei lì che osservi me, e a vedermi fare certe minchiate t'è financo scappata una risata. Forse ti sei addirittura intenerito per alcune mie vicende sgradevoli, e hai pure versato una lacrima. Per un istante che ti è parso eterno -il senso del tempo di Dio fa schifo- , volevi essere lì a partecipare. Volevi essere lì, al pub con me e i miei amici. E forse c'eri, eri al tavolino dietro, tutto solo, a sorridere sotto i baffi finti. Dio che mi invidia. Sempre detto io, l'ateismo ti allontana dagli sfigati, e ti rende una persona migliore.

Categorie: Cinema riflessioni sparse

Commenti: 3, ultimo il 05/12/2012 alle 19.36.13 - Inserisci un commento

Se c’ero, dormivo.

Pubblicato il 31/10/2012 08:43:14 da cash



In un poco noto romanzo di di Hubbard, Le quattro ore del terrore, succede qualcosa di interessante. Il protagonista va a trovare un suo amico, e dopo aver chiacchierato del più e de meno, dopo una decina di minuti si congeda ed esce di casa. Punto. Solo che non sono passati pochi minuti, ma quattro ore. Scosso, il protagonista torna nell'appartamento e trova una strage. Sangue ovunque. Amnesia? Cos'è davvero accaduto? Ecco, anche a me capitano cose del genere. Non fare stragi, non ci sono ancora arrivato. Ma di subire dilatazioni temporali inconsuete se non in principi relativistici che richiederebbero che io viaggiassi ad una velocità simile a quella della luce. Di fronte alla granitica noia di certe pellicole, io stacco. E spesso, alla dilatazione temporale estrema si aggiunge, appunto, l'amnesia. Classica situazione: vai a vedere Apocalypto. Il film inizia, e sono le 21:00. Dopo sei ore, controlli l'orologio; "tra un po' albeggia, sarà quasi finito". Sono le 21:15. Mi capita di alzarmi dalla poltrona, attraversare il corridoio e uscire dal cinema. Poi realizzo ed esclamo mentalmente: "Ehi, ma io che ci cazzo ci faccio qui?". Buio totale. Non so manco come ci sia arrivato, figurarsi ritrovare la macchina. Dove ho parcheggiato? E se ho preso un taxi? Alcuni film mi resettano. Ctrl+Alt+Canc. Poi, lentamente, grazie a training autogeni, ritrovo la memoria. Così scopro che nella mia misera vita ho persino visto American gangster, S.Darko, La sottile linea rossa, La passione di cristo. Grazie ad alcune tecniche sciamaniche, ho ripescato queste perle. Altre giacciono nell'oscurità. Perché nell'inventario della mia vita, la memoria mi è ancora in debito di una quarantina di ore. Ma non bisogna mai disperare. L'oblio può tornare utile. Volete dimenticare per sempre la persona che tanto vi sta facendo soffrire? Approfittatene, finché Prometheus è nelle sale. Vedetelo con lui/lei. Non vi ricorderete nemmeno di un secondo d'amore inutilmente speso.
Eternal sunshine of the spotless mind era solo un'intuizione, Scott ha portato la tecnica alla perfezione. Quando dovesse uscire la versione estesa, siate cauti: potreste perdere la memoria e regredire sino al vostro compleanno per i 18 anni.
Che però eran tanto belli...

Categorie: Varie sciocchezze, Cinema riflessioni sparse

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