synecdoche, new york regia di Charlie Kaufman USA 2008
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synecdoche, new york (2008)

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locandina del film SYNECDOCHE, NEW YORK

Titolo Originale: SYNECDOCHE, NEW YORK

RegiaCharlie Kaufman

InterpretiPhilip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Michelle Williams, Samantha Morton, Hope Davis

Durata: h 2.04
NazionalitàUSA 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2014

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Trama del film Synecdoche, new york

Il film racconta di un regista teatrale che cerca di mettere a posto i suoi rapporti con le proprie donne facendo uno spettacolo teatrale in una New York ricostruita al chiuso in scala 1:1.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (67 voti)7,84Grafico
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Voti e commenti su Synecdoche, new york, 67 opinioni inserite

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aiemmdv  @  24/10/2009 19:04:06
   10 / 10
Occorrono davvero diversi giorni per potersi riprendere da un film come questo.
Dopo 5 giorni dalla visione ed aver letto e rielaborato la pellicola in maniera dettagliata mi sento pronto per inserire il commento.
Kauffman segue evidentemente un vero e proprio percorso artistico all'interno del quale ogni film serve a ricomporre il mosaico del suo pensiero.
Se in Ladri di orchidee esisteva un vero e proprio rifiuto delle convenzioni classiche della narrazione ,anche qui(seppur in maniera meno evidente)esiste tale concetto.
Così come Artaud riteneva che il testo avesse esercitato una vera e propria tirannia sullo spettacolo,
anche per Kauffman il testo non è da solo sufficente per rappresentare la sua opera.
Artaud diceva:"Se il segno dell'epoca è la confusione una rottura tra le cose e le parole il teatro non risiede in niente di specifico ma nella fusione del tutto"
Queste parole si trovano in perfetta fusione e simbiosi con quello che è lo stile Kauffiano dove la confusione è totale.
I personaggi non solo non sono identificabili in maniera univoca provocando nello spettatore uno smarrimento assoluto, causato dalla più totale carenza di punti di riferimento,ma assumono comportamenti e atteggiamenti che non possono essere considerati "reali" per quello che è il senso più comune di questo termine.
Lo spettatore si trova di fronte all'esigenza imprescindibile di catturare e recepire immagini in maniera del tutto sensoriale e istintiva trovandoci di fronte un film di puro surrealismo stilistico.
I dialoghi sono caratterizzati da una buona dose di ermetismo e ciò costringe lo spettatore a rielaborare il contenuto e individuarne il contenuto metaforico.
Se in Essere John Malkovic la trasformazione di un individuo in un altro veniva visto come la via di fuga ideale per la soddisfazione del nostro essere, in questo film viene vista come l'unico modo per avere la piena conoscenza del nostro essere. Questo è l'unico modo per conoscere meglio se stessi e studiare in maniera dettagliata i bisogni e la natura stessa della vita.
Solo tramite la conoscenza dell'infinità degli individui è possibile trovare la strada che ci consente di definire a pieno il nostro Io. Ma tale processo non raggiungerà mai un "risultato finale" vista l'infinità di persone e situazioni esistenti e sarà destinato a rimanere incompiuto.
Esisterà sempre un desiderio irrealizzato ed un sogno mai appagato!
L'unica risposta è solo la consapevolezza della misera umana a prescindere da chi si è e da ciò che si vuole.
Nessuno di noi è straordinario: ognuno di noi è solo un piccolo tasselo del grande puzzle irrisolvibile della vita.
In tal senso Codard decide di diventare una delle tante comparse dell'opera e in particolare Ellen.
In tal senso l'unica vera opera che può realmente dare una vera risposta al senso della nostra vita è un opera incompita senza mai un titolo e senza mai un inizio e una fine.
Kaufman inoltre fa propria la nozione di teatro povero di Grotowsky per rappresentare la verità sul palcoscenico.
In tal senso nel film viene creato un teatro in scala 1:1 dove non esiste distinzione tra palcoscenico
e mondo reale o meglio: Tutto è palcoscenico e tutto è mondo reale.
La fusione è totale e i due mondi diventano inscindibili.
Al punto che dell'opera non fanno parte banalmente solo riproduzioni della realtà ma anche le prove della riproduzione della realtà ed ancora le riproduzioni delle ripoduzioni della realtà in un gioco di scatole cinesi senza mai fine.
State ancora leggendo? Correte a vederlo :)

7 risposte al commento
Ultima risposta 25/02/2010 15.04.38
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