Justine e Michael stanno per sposarsi, il ricevimento si terrà nella casa della sorella di Justine, ma proprio in quei giorni un evento catastrofico minaccia la terra ed i suoi abitanti...
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Sembra che la depressione abbia rappresentato l'Elodorado cinematografico per Von Trier e Melancholia e Antichirst sono emblema di questo traguardo artistico raggiunto. In questo tripudio pessimistico dove la depressione emerge quasi come un elemento positivo, salvifico, l'unico in grado di far vedere alle persone la vera realtà, tutti gli altri meritano soltanto la distruzione.
Il pessimismo di Lars Von Trier è assoluto e forse Melancholia più che voler essere un film fantascientifico rappresenta un auspicio per il regista. E via con l'incontro scontro di due sorelle che attendono la fine in modo differente e dove la più debole si rivelerà la più forte, Melancholia porta via un mondo corrotto, meschino, vile, che si perde nelle sue formalità e salva solo quei rapporti veri, intensi (ma fino a che punto?).
Melancholia è un grande film anche dal punto di vista tecnico,Lars Von Trier lascia il suo formalismo stilsitico e se nella prima parte è un classico Dogma nella seconda si abbandona ad elementi barocchi, la camera fissa ed alcuni effetti speciali, semplici ma di effetto. Uno stile che si adatta al racconto e non viceversa, equilibrio che dimostra una grandissima maturità artistica con un racconto serrato e con attori superlativi.