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"Manhunter" è un grandissimo film, impossibile non accorgersene. Michael Mann è un grandissimo regista di polizieschi della nuova generazione. "Strade Violente" sprizza anni '80 da tutti i pori; "Heat" non ne parliamo tanto il suo plot riuscirebbe a far impallidire quattro signori polizieschi messi insieme; "Manhunter" va oltre il genere thriller/poliziesco con una certosina perizia tecnica, anche nelle indagini poliziesche stesse, e nell' accuratissimo disegno psicologico di quest' ambigua caratterizzazione del Bene e del Male. E come raramente succede in questo genere, la fotografia assurge a opera d' arte. Straordinaria la caratterizzazione psicologica dei due fronti, nel film di Mann mossi praticamente dagli stessi istinti e perfetta la regia che deve molto al barocco di Peckinpah (ralenti e riprese simultanee di più mdp a differente velocità) e qualche debito con Sergio Leone nelle inquadrature. Spiazzante la figura del killer trovatosi inaspettatamente amato e ad amare, per lo meno non si era mai visto in un film. Credo "Manhunter" sia superiore a "Il Silenzio degli Innocenti" per non dare troppo spazio a Lecter(Lecktor qui), regia ed emozioni, e perchè fatto prima. Bravissimi tutti gli attori, però, CSI se ne sbatacchiava una per film.