Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Come accadeva anche dall'altra parte del mondo, il cinema classico nella sua fase più tarda prende per mano la narrativa storica e la sconvolge con una serie di imposizioni d'autore che spaziano dalla filosofia alla psicologia, usufruendo di racconti anche metafisici ed impressionistici. DET SJUNDE INSEGLET (Il Settimo Sigillo) ha toni leggeri e personaggi teatralmente buffi ma cala nelle tenebre per quanto riguarda le tematiche: il contesto storico medievale, momento caratterizzato da pestilenze, insicurezza, desolazione e miseria, altro non è che un suggerimento per riuscire a descrivere, con suoni, dialoghi e immagini, la morte nella sua imminenza. Ingmar Bergman svolge in maniera poetica e pittoresca tutti e tre le materie, con una sicurezza tale che il simbolismo diventa esso stesso il soggetto di questo capolavoro.