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Kaurismaki si sposta fuori dai confini nazionali e si trasferisce in una Londra triste, decadente ed alienata proprio come i protagonisti del film (nessuno riuscirebbe a dire che si tratti veramente di Londra). "Ho Affittato un Killer" ha l'impronta classica di Kaurismaki, stile freddo e minimale, grottesco e surreale, con un malinconico Jean-Pierre Léaed perfetto per la parte. Una commedia amara che è probabilmente tra le più riuscite di Kaurismaki, anche se non raggiunge il precedente ed insuperabile "La Fiammiferaia". "Ho Affittato un Killer" potrebbe essere visto come un avvertimento a non commettere atti avventati di fronte alla disperazione, in questo senso Kaurismaki ci mostra uno spiraglio di luce e speranza, cosa che non sempre avviene nei suoi film mentre qui, nonostante tutto, ci sono buoni motivi per essere ottimisti.