Un giovane fotografo in cerca dei vari aspetti della vita londinese si sofferma su una coppia in vena di effusioni. Evidentemente fotografa qualcosa di più, perchè una donna gli offre per il rullino qualcosa che non può rifiutare..
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BLOW-UP è un capolavoro sostanzialmente impossibile da descrivere secondo un'analisi dell'evoluzione della storia del cinema. Se da una parte si può dire molto chiaramente che esso influenzi il cinema italiano di genere degli anni a venire con la sua ossessione per il dettaglio, per quanto riguarda tutto il resto, si scopre che questo film ha anticipato il cinema post-moderno di decenni, non si sa come. Mentre Michelangelo Antonioni cerca di esplorare questa Londra in radicale cambiamento e ammodernamento, in un contesto in cui la società è sommossa da un nuovo modo di intendere la vita contemporanea, tutto sembra venire intrappolato come in una bolla spaziotemporale. Il protagonista e il suo lavoro vengono osservati con consapevole disattenzione, prima analizzando e poi divagando, quasi come se il regista imitasse il lavoro del protagonista fotografo, in una sorta di freestyle che è già di per sé una narrazione post-moderna priva di una finalità narrativa, da cui scaturisce un'idea di racconto fatto di citazioni e memorabilità. Infine lo sguardo perso e disperso dell'uomo contemporaneo sfocia nella ricerca e nell'investigazione, azioni che però diventano uno sforzo di concentrazione in un mondo di fumi e nebbie mentali, dove alla fine vince la metafisica e la realtà rimane inafferrata. Sostanzialmente un thriller dell'anima ante litteram.