Il film racconta di un amore romantico e drammatico, ostacolato da una malattia che tiene i due protagonisti lontani, privati di qualsiasi contatto fisico che possa minacciare la cura sperimentale che stanno seguendo.
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Ho visto il film in lingua originale, dopo aver letto il libro. Vorrei dare il massimo dei voti, ma non essendo molto informato sulle malattie a cui fa riferimento il film, non vorrei esagerare. A me ha coinvolto molto.. scava molto nel profondo dell'interiorità della persona, sugli attimi della vita, su come gioire nel vivere certi momenti in mezzo a tante difficoltà. Ho notato una corrispondenza molto buona tra film e libro, quando in realtà in genere qualche differenza c'è sempre. Bravissima la Richardson, lui forse troppo monoespressivo, ma comunque ha fatto la sua parte. Durata lunga, ma il tempo passa ed ogni minuto del film va vissuto ed apprezzato. Super consigliato.
Giorni fa incontro un'amica per strada, due chiacchiere e ad un tratto lei ha una forte crisi respiratoria, così forte che vuole chiamare l'ambulanza. "Perché non provi a togliere la mascherina" – le suggerisco prontamente – "… Ehi, hai ragione… funziona, ora respiro. Grazie!" "Non c'è di che, benvenuta nell'atmosfera terrestre". Non sempre la soluzione è a portata di mano. A volte sembra impossibile anche solo sperare, ma non è così per Stella (una bravissima Haley Lu Richardson), che a dispetto della sua malattia terminale allontana la paura con il proprio ottimismo. Il film ha una struttura solida e dei buoni momenti d'introspezione, anche se nel finale l'empatia verso la protagonista traballa, a causa di espedienti narrativi forzati e sequenze da videoclip.
Le emozioni latitano e quelle poche che ci sono vengono presto disciolte da interpreti mediocri. La stessa regia è insoddisfacente, e gli sbadigli, soprattutto nella prima parte, dominano la sala.