american crime story - stagione 2 (2018)

Buon montaggio, buon cast.
Stagione avvincente e ben scritta.
Non sapevo chi fosse questo serial killer, ora non credo che dimenticherò il suo nome.

Ero molto titubante riguardo questa seconda stagione, addirittura indeciso se vederla o no, ed invece l'ho trovata addirittura migliore della prima!

Tutti coloro che hanno una certa età hanno impressi nella mente l'assassinio di Gianni Versace ed i giorni successivi ma pochi ricordano che Andrew Cananan aveva perpetrato altri 4 omicidi precedentemente nel giro di pochi mesi.
Nella prima stagione abbiamo un duplice omicidio a cui non assistiamo mai (sarà che il caso non è mai stato veramente risolto) e buona parte degli episodi si dedicano al processo dando più spazio agli avvocati o procuratori rispetto al personaggio di Simpson.
In questa seconda stagione invece, a dispetto del titolo, il vero protagonista è il serial killer e viene dato molto spazio al suo background dando quasi (oltre ai moventi) delle scusanti alle sue gesta...è quasi impossibile non affezionarsi ad Andrew Cananan nonostante la sua pazzia e le sue gesta deplorevoli.
Per quanto il suo "mondo" sia stato lontanissimo dal mio ho provato empatia per quel strano ragazzo eclettico ma in realtà molto fragile e lo scontato epilogo lascia un pò di tristezza.

Il mondo omosessuale è raccontato molto bene senza mai esagerare in scabrosità o luoghi comuni ma analizzandone (senza perdere mai di vista il fatto che lo spettatore debba mantenere alta l'attenzione) vari aspetti e sfumature. Il killer è caratterizzato molto bene e Darren Criss mette in scena un personaggio eccellente regalando una prova più che degna dei premi vinti! Anche il resto del cast funziona alla grande, ad esempio mi ha fatto stare malissimo l'assassinio del suo "amico" David Madson in una delle puntate più belle e toccanti.
La stagione è realizzata benissimo sotto tutti gli aspetti: sceneggiatura, narrazione, regia, ricostruzione storica, colonna sonora, interpretazioni ,fotografia ma sopratutto montaggio...infatti ho trovato eccellente la cronistoria a ritroso ed i parallelismi tra la vita di Andrew e quella delle sue vittime, in specie ovviamente quella di Versace che comunque a tutti gli effetti è un personaggio secondario (cosa che temevo fosse una pecca e che invece non ha inficiato sul mio gradimento).
E' una storia interessantissima, molto più di quella di Simpson, che ti trascina puntata dopo puntata e che avrei voluto fosse stata anche più lunga.

CONSIGLIATISSIMO!!!

L'assassinio di Gianni Versace si riduce ai primi minuti del primo episodio, nulla di più e nulla di meno. Non è meramente una ricostruzione del fatto in sè, ma da questo fatto prende lo spunto per percorrere un viaggio a ritroso nel tempo pieno di parallelismi tra due vite in cui la figura di Versace pone le basi per creare appunto il parallelismo con il vero protagonista della serie, cioé il suo assassino, Andrew Cunanan. In questo modo si osservano i punti in comune come le differenze tra questi due individui e soprattutto è lo sguardo di come il mondo e l'America in particolare guardava e guarda ancora l'omosessualità. Pregiudizi ed emarginazione da cui Versace era riuscito ad emergere grazie alla sua creatività diventando ricco, famoso, persino venerato e forse tollerato per la sua omosessualità. Cunanan più che un serial killer è un cane rabbioso carico di un odio maturato nel corso degli anni. Narcisita e millantatore si arriva fino all'inizio della sua discesa all'inferno che lo porterà alla sua fine all'interno della casa galleggiante. La serie non si sofferma sui lati oscuri riguardanti l'epilogo della sua cattura, perchè non è questo l'argomento che la serie voleva trattare. Cast molto in parte ed è l'aspetto migliore di tutta questa stagione che raggiunge i livelli d'eccellenza della prima, ma che rimane comunque un lavoro di tutto rispetto e di livello qualitativo alto.

Rispetto alla prima stagione, che era incentrata sul processo di Oj Simpson (intervallato da vari flashback), questa seconda vive di passaggi temporali, con una narrazione tutt'altro che lineare. Infatti, da una parte c'è la storia di Andrew Cunnanan, con la delineazione della sua figura, bugiardo patologico, colto, alterato emotivamente (ma non direi psicopatico) e poi si rivelerà, negli episodi successivi, con una narrazione a ritroso dei suoi omicidi, ovvero partendo da quello di Versace, che sarebbe il suo ultimo, anche assassino seriale. Dall'altra, la vicenda dei Versace, meno approfondita e lasciata un po' in secondo piano.
Una delle cose che mi ha colpito di più è senza dubbio l'ipocrisia generale che pervade l'intera serie. Un altro motivo di interesse è la descrizione dell'ambiente gay, anche se non lo conosco bene, mi sembra sia trattato nella maniera giusta e credibile.

Tra gli attori, Penelope Cruz, compensa il suo essere troppo bella per impersonare Donatella Versace, con le sue grandi doti di attrice. Bravissimo anche Edgar Ramirez, nella parte di Versace. Ma la vera sorpresa è senza dubbio Darren Criss, autore di una performance superlativa nei panni di Andrew Cunanan, penso dirà la sua per i prossimi Emmy e Golden Globes.

Essendo una serie tv americana è chiaro che parlassero sempre in inglese, ma ci sono evidenti forzature quando parlano tra loro Gianni, Donatella e Antonio. Oppure nei flashback in Sicilia di quando lo stilista era bambino.

A fare da contorno sonoro alcune canzoni dell'epoca in pieni anni '80 (c'è anche la versione statunitense di "Gloria" di Tozzi!). Personalmente non apprezzo questo tipo di musica, ma devo dire che è perfetta per il contesto.

In definitiva, una seconda stagione di grande livello, anche se non a quelli magnifici della prima incentrata su O.J. Simpson.