Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Grande David Lynch, molto affascinante e pieno di mistero. "Lost Highway" è frutto di una sceneggiatura del regista con barry Gilford, che insieme studiano una storia per la quale è impossibile dare qualsiasi spiegazione razionale. La trama , circolare, può essere soggetta a tantissime interpretazioni, ma nessuna convincente per via di infiniti paradossi temporali e spaziali.
Cinematograficamente, Lynch con "Lost Highway" fa un Noir portato alle estreme conseguenze. Gli ingredienti del noir americano ci sono tutti, ovvero la dark lady, l'atmosfera torbida, l'erotismo, il sogno.
Lynch in realtà sembra fare un condensato di tutti gli ingredienti tipici dei noir estremezziandoli e trasformando il semplice sogno, e l'atmosfera onirica in un vero e proprio incubo, dal quale il protagonista, incapace di controllare la sua vita, non riesce a uscire. L'influenza del Noir mi pare evidentissima, per le storie che vengono raccontate , ad esempio , tradimenti , inganni, la dark lady che utilizza il suo fascino per sedurre un giovanotto ingenuo per farsi aiutare a uccidere il marito, trama classica del nero americano, se pensiamo ad esempio a "la fiamma del peccato", "Il postino suona sempre due volte", e molti altri. Ci sono tra l'altro un sacco di rimandi evidenti, come ad esempio l'incipit, con con l'immagine in movimento sulla strada con la bella canzone di david Bowie, che è un chiaro riferimento ad un film che Lynch ama molto cioè "Detour - autostrada per l'inferno" di Edgar G.Ulmer, al quale molto deve Lynch, specialmente in questa pellicola.
Con un'Ottima fotografia e una bellissima colonna sonora di Angelo Badalamenti "strade perdute" è un vero e proprio incubo, torbido, non razionale, e assolutamente affascinante. Devo dire però, molto meno elegante del successivo "Mulholland drive", vero capolavoro del regista americano.