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Tuffo storico-biografico sulla fine dell'Apartheid in Sud Africa, RED DUST, esordio registico di Tom Hooper, ripercorre un fatto di cronaca interno allo spaccato storico visionato, offrendo un'interessante esplorazione storiografica dalle sfumature politiche e sociali, riportate e rappresentate con accuratezza, in seguito alla nascita della "Commissione per la Verità e la Riconciliazione". Sapienza tecnica e serietà riflessiva vengono amalgamati in una trama sensibile e diligente, mai noiosa o stucchevole, sormontata da un cast convincente e d'impatto emotivo, che rende alla perfezione il tratto impegnato della pellicola, equilibrata ma non formosa, sobria nel suo contesto e poco incisiva nei contenuti, piegati da una coscienziosa trattazione documentaristica. Quasi mettendo da parte la questione razziale del territorio, nata da una mentalità per anni corrotta da espliciti dettami, la pellicola affronta con secchezza il contrasto interiore dei protagonisti con la verità dei fatti, evidenziando la loro ostentazione nell'accettazione del proprio passato, unico pegno da pagare per i crimini contro l'umanità da loro commessi.