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La tesi di laurea di Von Trier è un film molto affascinante su una donna che teme la luce. Ovviamente non è il narrato a essere importante, e già si notano i futuri sviluppi di una delle filmografie più interessanti e importanti degli ultimi decenni (e forse del cinema in generale). La luce, personificata da un inquietante soggetto che irrompe dalla finestra, è un elemento che destabilizza la già irrequieta psiche della protagonista. Che non stia bene, la detta donna, si comprende da un'angosciata, anche se apparentemente tranquilla, telefonata con un'altra persona, più rilassata e incoraggiante. È un film che, nonostante presenti grandi note di tenebrosità e allucinazione, conserva una certa disinvoltura, una pacatezza che quasi definirei positiva e speranzosa.
buon esercizio accademico con il quale già i così beneamati giochi monocroatici si fanno sentire. Un corto, che come il resto dei suoi film, ti fa rimanere di stucco, chiedendoti che senso abbia. Avendolo fatto da giovanissimo si escluderebbe ogni possibile denuncia tipica del suo stile tagliente e dei futuri dogmi si sente a malapena la presenza. Grazie a questo film é entrato in un'accademia di cinema anche se credo non ne avesse il bisogno visto che il genio sadico era in lui.
Uno dei corti d'esordio di Von Trier. Onirico, surreale, malato e malsano. Si conclude nel migliore nei modi, grazie ad una colonna sonora ambient di rara intensità e ad un connubio di immagini inquietanti e bellissime.
Purtroppo mastico male l'inglese figuriamoci il danese. Bisogna dire che non ci sono molti dialoghi (una breve conversazione telefonica), lo considero personalmente un esperimento, ma dalla fotografia che nei suoi toni freddi ricorda molto The Kingdom.