Il film racconta la dolorosa vicenda della strage di Sant'Anna di Stazzema, paesello della Toscana dove i soldati americani combatterono contro i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Spike Lee quì si cimenta con il cinema di guerra e ambienta la vicenda nell'Italia centrale sotto occupazione. Il suo è un film dai molteplici aspetti, solo apparentemente in film "di guerra" o "sulla guerra": c'è la storia, l'amore, la paura e il tema ricorrente del razzismo; questo rimane talmente spinto dalla sceneggiatura che riesce a stonare, a volte veramente fuori contesto e che esplode con parecchio manierismo all'apparire del personaggio interpretato da Goggins. Ma Spike Lee cerca di dare voce a chi ha combattuto quella guerra e sembra essere stato dimenticato e lo fa mescolando i suoi soliti stilemi con un tocco di grottesco, con continui richiami alla religione e al divino e al "magico". Il suo film quindi si stratifica su più livelli, diventa un film fiume che forse avrebbe necessitato di qualche sforbiciata qua e là (interessa davvero la storia degli avvenimenti passati tra i due partigiani), ma che nel complesso, pur con licenze storiche evidenti, riesce nel suo intento di testimonianza (sui generis).
Partiamo dal presupposto che il film ha un buon motivo per essere visto, ovvero il motivo storico che da origine alla vicenda. Detto questo io valuterei bene la ricostruzione storica che Spike Lee riesce ad ottenere del periodo molto confuso che precede la liberazione del nostro paese. Un battaglione di soldati afroamericani si trova disperso nel centro Italia, abbandonato dai compagni e in una zona a forte concentrazione tedesca. A tratti il film perde di efficacia mescolandosi in un mix di cinema italiano e americano, però alla fine riesce nell'intento di descrivere una grossa tragedia che ci ha colpito in primis, e a trattare un altro tema doloroso ossia quello del razzismo in America. A scopo educativo ne consiglio la visione, non un capolavoro dei film di guerra, ma una buona pellicola.
Mi aspettavo qualcosa di diverso. E' uno strano mix tra cinema italiano e cinema americano, che a volte vuol divertire e altre volte creare tensione. Nel complesso non è male, dopotutto racconta anche un triste episodio della storia italiana. Però non ho ben capito cosa volessero trasmettere, con questo film, che non è né carne né pesce. Merita comunque una visione, si guarda piacevolmente.
Avrei preferito, considerando anche il titolo, che fosse trattato uno solo dei due delicatissimi temi affrontati (razzismo e il tragico episodio di Stazzema), in molti tratti il film perde di credibilità. Sarebbe stato un film più coerente se si fosse raccontata solo la storia del piccolo Angelo, alla luce degli sviluppi e degli intrecci successivi. Invece in certi punti la trama è confusionaria e pasticciata e si vuole mettere insieme temi molto diversi e allo stesso modo importanti. Peccato.
Un film che non coinvolge. Nelle parti più "italiane" sembra una delle più mediocri fiction rai, pieno di banalità, e nelle parti più "americane" viene fuori il lato peggiore del cinema stell'e striscie - epicità ed esibizionismi sprecati. Durante lo sbaragliamento del battaglione sul fiume la musica è completamente fuori luogo... Il bambino è la versione autistica del figlio di benigni in La Vita è Bella e guarda caso quando compare gioca a calcio anche se sta morendo di fame (italia: calcio pizza mandolino). Il gigante nero è un bubba-gump dei poveri (ma poi come fa a portare alla cintura una testa di marmo da 30 chili?). Il finale sembra uscito da men in black...! Lo Cascio veramente sprecato sia all'inizio nella scena comica della tazzina sia alla fine.. Boh
Patetico, in tutti i suoi aspetti è un film che lascia ben poco. Ci sono alcuni spunti che mi hanno fatto credere che potesse essere migliore per il resto non convince ne nelle sue parti (recitazione) che nel suo insieme (storia e montaggio).
La sufficienza è per gli attori che si sono impegnati tanto in questo film ma l'impressione è che si poteva fare meglio, molto meglio. Forse questo non è il genere di Lee. Comunque non è un brutto film. Troppo lungo però, qualche scena andava tagliata.
in concomitanza con l'arrivo di nuovo sulla tv, in rai di sto film, mi son deciso a riguardarlo con un occhio diverso alla prima volta e l'ho trovato sicuramente migliore.. location, costumi e fotografia fatti bene.. realismi come la storia non si può dimenticare. trama un po' troppo particolare.. complicata e non ben chiara soprattutto riguardo al miracolo stesso.. lascia comunque in fondo qualcosa che ti dice da veder per non dimenticar la storia italiana, la libertà dal nostro popolo.. grazie partigiani ed americani per averci resi liberi.
unica nota al regista che poteva render di +, non lo trovato molto all'altezza del compito di filmar film storici\drammatici.. anche se nel complesso buon lavoro.
Il più brutto film di Spike Lee. La storia non coinvolge e il film dura troppo....mi ha fatto due palle !!!. Turturro e Gandolfini sprecati per questo film. Da Spike lee non me lo sarei aspettato. Da EVITARE !!!!!
Devo dire che sono rimasto molto spiazzato. NOn avevo letti i commenti e mi aspettavo davvero un capolavoro. Mi son ritrovato con un polpettone parecchio confuso, a tratti noioso, con dialoghi lunghissimi che non portano da nessuna parte. Non mi sento di dare l' insufficienza perchè comunque mi ha lasciato qualcosa...
Film privo di mordente, sceneggiato e diretto in maniera approssimativa e confusa. Recitazione e doppiaggio non indimenticabili, così come tutto il resto. Credo che i film di guerra, per quanto di denuncia, non siano il pezzo forte di Spike Lee. Perdibile.
Non mi è piaciuto. l'ho trovato inconcludente, mal realizzato e forse forse anche di cattivo gusto. Pessima la scena finale dell'abbraccio tra il ragazzino ormai cresciuto e l'ultimo rimasto della squadra americana. Poi non trovo il senso di utilizzare uno dei massacri più efferati e drammatici per la nazione italiana, come spunto per parlare ancora una volta dell'emarginazione delle persone di colore negli Stati Uniti (questa volta nell'esercito).
Io l'ho trovato un bellissimo film. Mi é piaciuto moltissimo. Una storia molto, molto bella e commuovente. Gli attori non molto conosciuti, pero' molto bravi. Sono rimasta un po' delusa dal finale, mi aspettavo una cosa un po' differente mà non era poi cosi male. Non fatevi scoraggiare dalle primissime scene... il resto del film é molto bello. Lo consiglio!
Afroamericani trapiantati nella Resistenza italiana, Luigi Lo Cascio che corre per Piazza Del Popolo, miracoli e leggende poco chiari. Ma che è ? Una polpetta fatta con macinato misto, in cui Spike Lee sembra volerci infilare di tutto: dal tema sui neri a lui caro, fino alla lotta partigiana, con un filo di magia che cerca di tenere tutto insieme. Ma poi qual è sto miracolo, io ancora non l'ho capito. Brillante l'idea di sprecare attori come John Turturro per dieci minuti iniziali, come a voler sperperare il budger a disposizione. Questo film poteva anche venire bello; è girato bene, innanzitutto, e poi quell'idea di rivisitare il genere bellico mischiandolo con la favola non era male. Troppa carne al fuoco però, bisognava tagliare tagliare e tagliare. Finale da mani nei capelli.
Spike Lee si ispira a fatti realmenti accaduti, riconducibili alla follia nazista negli anni '40, per raccontare una storia di forti emozioni che mette in risalto l'amicizia tra un bambino italiano sopravvissuto a quella follia e dei soldati americani di colore. Una storia che riesce a catturare l'attenzione di chi guarda, per merito anche di un ritmo fluido che non permette di accusare le due ore e passa della durata, mantenendo una linearità abbastanza regolare. Il film è ben interpretato, a mio avviso meglio il cast di attori italiani rispetto ai colleghi americani, ma comunque tutti degni di apprezzamento. Una pellicola forse infarcita con qualche dose di retorica di troppo e magari lacunosa su alcuni punti, ma nonostante tutto credo che meriti la visione e un voto più che sufficiente.
Devo dire che nonostante i dialoghi un po' affettati, soprattutto quelli dei personaggi italiani, nonostante la forse esagerata rappresentazione del conflitto razziale (1 ufficiale bianco al comando di un reggimento di neri), il film è veramente godibile. Come già detto, la mano del regista si sente e la fotografia è ottima. Un film che parla di guerra: parla di italiani in guerra e non solo della faccia buona, parla dei fascisti e dei collaborazionisti. Un film che parla di religione, che demistifica gli stereotipi sui neri, mettendoli nei panni di comuni soldati che collaborano tra loro e che litigano. La cornice contemporanea dell'inizio e del finale è un po' troppo "americana", ma tutto sommato è coerente con un film ben fatto, di puro intrattenimento, non pretenzioso. Secondo me vale la pena di vederlo.
Non è un film di guerra, eppure ne ha tutte le caratteristiche. Non è un film di genere fantastico eppure ne abbraccia parecchio la forma. Non è né un film di guerra, né un film sulla guerra. Insomma, che ***** ha fatto Spike Lee?. Non entro nella questione storica che non conosco, comunque, tra una straordinaria - quella sì - fotografia si scorge qualche momento di buon Cinema e la mano di un autore che sembra rilegato oramai a trattare questioni razziali "da manuale", spesso banalmente e retoricamente. Da bruciare l' ultima bobina.
Un film sulla seconda guerra mondiale che esce dalla solite linee molto rigide del genere. Praticamente tutto curato nei dettagli, però siccome necessito di fare il pignolo dico che i dialoghi sono leggermente lasciati al caso, ma per una volta cercherò di soprassedere. Un film con tante emozioni da trasmettere, girato bene da Lee e con un cast ottimo (adoro Favino). Sicuramente da vedere, cercando di non soffermarsi troppo sull'ultima scena ai limiti del trash.
P.S Una domanda leggendo i nomi del cast nella scheda-film del sito: James Gandolfini me lo son perso solo io?
Come tutti i film che contengono fatti di storia realmente accaduti, spesso accade che il regista e lo sceneggiatore vi inseriscano qualcosa di proprio per un motivo: far discutere, nel bene o nel male. Spike Lee è un regista sorprendente, poiché stupisce ogni volta nell'intavolare un nuovo film e stupisce ogni volta in ogni suo film.
La base è l'eccidio accaduto a Sant'Anna di Stazzema, a contorno del quale si mescolano diversi spunti di riflessione: la presenza di americani di colore nell'esercito mandato a morire (diciamolo, no?) in Italia, la presenza di collaborazionisti italiani con accento della Versilia (documentata e testimoniata sul portale del Comune di Sant'Anna di Stazzema) che rivelarono la posizione del comprensorio, all'epoca alquanto difficile da raggiungere e perciò méta di numerosi sfollati; Lee però ci mette anche il suo, e inserisce la tenera storia del nero "scemo" (anche questo non impossibile, vista la necessità di fare numero nelle liste di proscrizione) e del bambino fortunato, scampato al pericolo e per questo testimone di un miracolo.
Intanto il miracolo c'è stato davvero, visto che alcuni, pochi, sopravvissero; intanto si riflette sul ruolo non tanto dei tedeschi - sanguinari gratuiti - quanto dei "fratelli" italiani che vendettero la loro anima al demonio permettendo di raggiungere quei paesi colmi di innocenti. Alcuni erano camuffati da SS, altri erano infiltrati tra i partigiani (quanti film esistono sul doppio gioco delle spie?). E' qui che magari vale la pena di riflettere.
*tedeschi e americani nello stesso bar, che tra l'altro sembra un bar odierno statunitense, oppure il generale tedesco che è capace di sterminare la popolazione di sant'anna, e che poi risparmia un soldato americano ormai spacciato.
Un pasticcio, altro che miracolo... "Miracle at St. Anna" è proprio un pasticcio di generi, di personaggi, di emozioni, di idee. Un film lungo, ma che non dice niente e che rischia di trasformare una delle pagine più dolorose della nostra storia in una sorta di melodramma da telenovela argentina. Tutto è abbozzato, niente è finito e nemmeno la scena del massacro si salva a mio parere. Ignobile la scena finale, in un'ambientazione assurda, prevedibile e irritante come una carrambata. Il tema razziale poi è trattato con una banalità disarmante e questa è forse la critica più aspra che si possa fare per un film di Spike Lee. Mah, da estimatore di Spike, grossa grossa delusione...
Prima ora orribile;mi sono risvegliato a causa di qualche fucilata giusto in tempo per sorbirmi l'ultima parte di questo scempio. Noioso e vuoto all'inverosimile,sicuramente tecnicamente valido ma niente di più. Passo falso per Spike Lee.
Non si puo' certo negare che Spike Lee abbia avuto molto coraggio a girare questo genere di film dove i protagonisti sono un bambino stupido e un soldato idiota! I loro discorsi,e piu' in generale la sceneggiatura,sono assurdi e noiosi! Tra uno sbadiglio e l'altro si arriva dopo circa 2 ore alla famosa sequenza citata dai commenti precedenti...Facile stringere il cuore dello spettatore quando mitragli donne e bambini...insomma troppo poco! Il materiale c'era...una strage Italiana senza precedenti,560 morti innocenti,ma di storico,come dice la scritta all'inizio,c'è ben poco! Lee ha voluto fare qualcosa di diverso...coraggioso ma inconcludente...
mi dispiace ma sto film è stato una mezza delusione, ho trovato la regia approssimativa, alcune ricostruzioni dei combattimenti fatte male, la donna italiana che, mentre aspetta il marito disperso in russia, la da al primo che passa. Molto buona invece (sic) la scena del massacro...
La scena della bambina alla fine mi fa sentire davvero un dispiacere sol se ricordo la scena. Popolo barbaro quello tedesco, capace in rari casi di capire l'errore prima di commetterlo. Ottusi e cattivi questi crucchi. Le cose orripilanti furono commesse anche dagli italiani, è vero, così come dalle frecce ungheresi ( ricordo il povero grande eroe Perlasca) e da altri. Però la malvagità in grandi numeri dimostrata dai crucchi è stata superata nella storia solo da alcune genti dell'est e dagli slavi. Lasciate perdere il Vietnam. Quella è un'altra storia. Non confondiamo le marionette della guerra con la natura malvagia che estrinsecava un'ideologia sbagliata. Scrivo ueste cose poichè in molti hanno criticato con varie argomentazioni il genio di Spike Lee che ha voluto racchiudere in una visione di mista fantasia la realtà della connivenza e del tradimento mercenario di alcuni italiani. Questo accadde realmente, magari non a Sant'Anna, ma altrove. Grande Spike!
Il film è stupendo e si puo' definire un'armonia di emozioni che ti avvolge a 360 gradi. E' vero comunque che a volte l'argomento razzismo viene troppo esasperato e a volte e anche fuori luogo. Per il resto complimenti a tutti!
Lasciando da parte le critiche, che quando fatte in modo strumentale (cioè quasi sempre) sminuiscono il valore e il ruolo del cinema, giustificabili e comprensibili solo se mosse da chi ha vissuto da vicino tragedie come quelle di Sant’Anna di Stazzema, il film di Lee non mi convince affatto. La sceneggiatura è pessima e probabilmente lo è anche il romanzo da cui è tratta: troppo dispersiva, con personaggi tratteggiati male e soprattutto con quegli odiosi spunti romanzeschi (con i quali si apre e si chiude il flashback), troppo accentuati per essere credibili e che rendono la storia ancora più pretestuosa. Inoltre la tematica razziale sulla quale il film dovrebbe essere costruito è affrontata con una retorica banale e sciatta. Paradossalmente il film è apprezzabile (almeno nelle intenzioni) proprio nella parte che qualcuno ha tacciato come “revisionista”, e cioè in quel capovolgimento dei ruoli tra partigiano e nazista che poteva rivelarsi come una soluzione narrativa azzeccata ma che in realtà è sembrata troppo artificiosa e approssimativa. Si salvano solo la fotografia e qualche bella sequenza di guerra.
Un grazie a spike Lee che, pur toppando la ricostruzione storica, riesce a fare un buon prodotto cinematografico. La sceneggiatura non si capisce bene dove voglia andare a parare ma il film scorre comunque bene.Ottimo il montaggio nelle poche scene delle battaglie, centrate nel vivo dell'azione. Fa riflettere che per fare un film sulla resistenza debba venire un regista dagli states senza un supporto pubblicitario degno di nota.
Spike Lee è uno degli autori che mi piace di più e devo dire che anche questo film è annoverabile tra i suoi prodotti migliori, anche se non si può tacere la confusione nell'individuare un tema preciso nel film, forse Lee mette troppa carne al fuoco e ad un certo punto non si capisce cosa centrino i miracoli e le contrapposizioni partigiani-fascisti (e tedeschi) con la discriminazione bianchi contro neri americani, ossia il leit motiv di questo autore. Però la regia (e fotografia) è ancora una volta notevole e in molte scene ci si commuove sinceramente. Menzione speciale per tutti gli attori italiani, qui davvero credibili e bravi.
Film che fa riferimento ad un fatto realmente accaduto. Bella ambientazione con le riprese di guerra all'interno del paese. Film che inoltre risalta gli episodi di razzismo nei confronti dei soldati di colore Americani.
Questo film mi è parso veramente grottesco e pretenzioso. Non ha senso "sfiorare" come fa il regista un evento drammatico come la strage di Sant'Anna. Non è proprio un contesto che si possa realisticamente accostare ai problemi razziali dei neri americani conditi oltretutto con l'elemento fiabesco del bambino che sopravvive al massacro. Improponibili i dialoghi sciolti tra i soldati neri americani e la popolazione di un paesino toscano degli anni 40, quando poi i tedeschi al contrario si esprimono nella loro lingua madre. La regia e la fotografia sono naturalmente di buon livello, ma non sono sufficienti a salvare un film la cui idea di base è praticamente inesistente. Insomma si vede proprio che Spike Lee "doveva" fare questo film ed ha accrocchiato elementi storici mischiandoli ai temi a lui cari. Un'operazione decisamente insulsa che pesa necessariamente sul giudizio globale del film.
Il solo fatto che casualmente non sia stato pubblicizzato come qualsiasi altro film proprio qui in italia (e la cosa è veramente vomitevole) dovrebbe far pensare... e se non altro vuol dire che vale la pena vederlo.
Noioso e fuoritono all'inizio, ma il seguito è meglio di come me lo aspettavo, anche se non lo si può annoverare fra i film storici è senz'altro un film da vedere.
Film veramente poco convincente; la strage di Sant'Anna resta da sfondo, un evento come quello viene trattato con troppa superficialità; beh uno potrebbe obiettare che non sia un film storico e che quindi Spike Lee abbia voluto inserire una favola in mezzo a questo evento; beh allora per iniziare cambiamo il titolo...secondariamente la favola che vuol raccontare non è mai toccante e coinvolgente, almeno per me si intende...lasciamo perdere poi tutti gli errori legati al dialogo tra italiani, anzi toscani, e americani....insomma una serie di errori che col finale rendono piuttosto ridicolo il tutto...Infine con tutti i soldi spesi, la RAI avrebbe dovuto pretendere molto di più per un film che va a toccare uno dei momenti più brutti e bui della nostra storia...Forse sarebbe stato meglio che Spike Lee avesse continuato a narrare storie sui neri in America,senza venir a toccare la nostra storia...troppo facile nasconder tutto dietro tre righe iniziali in cui si dice che non è un film storico... Diciamo che dopo averlo visto, ho capito e concordo con le critiche ricevute da questo film...
Bah...questo film non mi ha convinto, non si capisce se il miracolo sia il bambino, se parla della guerra, del razzismo, della strage di s.anna o di cosa...parla di tutto e di niente, non è fatto male ma non soddisfa, lascia perplessi in molti punti, soprattutto sul finale. Una storia potenzialmente bella che diventa banale e si perde...all'italiana insomma, si perde...Bravi Tray e il bambino ma gli altri attori non danno molta soddisfazione... senza infamia e senza lode.
Che spreco! Prodotto dalla Rai, con un grande regista americano, con attori (sembrava) bravissimi. Invece è un film noioso, con poco spessore dei personaggi e sinceramente la questione razziale è troppo tirata per i capelli. Si salvano solo i primi due minuti, che peccato.
Dopo tanto parlare di questo film, cercavo nella storia del partigiano il vero nodo di discussione...ed invece: ho trovato banalizzato tutto, le storie umane, il come è raccontato...
Quindi a prescindere dal significato e dalle discussioni su partigiano o no, l'ho trovato NON fatto bene!
un film diverso dal genere di spike lee anke se nei suoi film ci deve sempre essere la discriminazione razziale anke quando nn c'è motivo...... dato ke sono un grande fans di james gandolfini ovviamente x la serie televisiva i soprano qualkuno sa dirmi ki interpreta nel film? l'uniko ke ji somijava era il colonnello nazista ma nn mi pare fosse lui......bohhhhh
Questo film "pretende" di raccontare (seppur con molta fantasia, come suggerito all'inizio della storia) la strage di Sant'Anna; in realtà Spike Lee coglie l'(ennesima) occasione per parlare di ciò che gli sta più a cuore, ovvero il tema del meltin' pot e della discriminazione razziale. Il problema è che questo film è davvero brutto.
Innanzi tutto è poco realistico (per non dire assurdo) il modo in cui sono concatenati gli eventi: Rodolfo doveva andare proprio in quell'ufficio postale? La coppia di americani a Roma doveva far cadere il giornale proprio sul tavolino di Angelo? Possibile che a Spike Lee non sia venuta un'altra idea? E poi il film continua con una serie interminabile di boiate, prima fra tutte la pistola tedesca che l'ex soldato aveva a sua immediata disposizione sul posto di lavoro. Ma dai!! E il metal detector dell'ufficio postale? E poi la testa di marmo, che viene immediatamente riconosciuta dal professore come appartenente al trittico distrutto nel '44 a Firenze. Ma diamine: con tutte le teste di marmo che ci sono come faceva a ricordarla senza consultare un catalogo? E poi sembra plausibile che un soldato, oltre allo zaino e all'armamento, si leghi alla vita un pezzo di marmo che peserà come minimo 50 kg e continui a camminare leggiadro per le campagne toscane evitando bombe a facendo scontri a fuoco? Forse Spike Lee non ha la minima idea del peso del marmo, visto che più tardi, nel film, il piccolo Angelo si diverte a lanciare in aria la testa come se fosse di polistirolo! In ogni modo tutto ciò è solo un assaggio dell'implausibilità di questo film. Già, perché negli anni '40 gli abitanti della nostra penisola parlavano davvero a malapena la lingua italiana, e più che altro si esprimevano nel proprio dialetto locale. Invece, in "Miracolo a Sant'Anna", i montanari toscani addirittura conversano amabilmente con i soldati americani nella stessa lingua fin dal primo incontro, senza la minima difficoltà di comprensione.
Se dal punto di vista tecnico c'è poco da eccepire - seppure la regia non sia così brillante - il film dura troppo ed è noiosissimo.
Direi poco interessante.Non capisco bene il senso di questo film; Spike Lee mette subito le mani avanti appena inizia la storia rammendandoci che non si tratta di un racconto storico ma ispirato a un romanzo.Bene,ma il senso?! immergerci in un episodio storico molto triste della nostra storia per raccontare cosa : la condizione e lo status sociale dei militari americani di colore nella Seconda Guerra mondiale?! Mah...niente contro di loro,ma sinceramente anche volendoci dare questo messaggio poteva almeno dedicare qlc in più delle 2 ore e più per rendere giustizia all'episodio di S.Anna,che invece qui è mensionato solo marginalmente; così come sono marginali il ruolo degli attori italiani come il bravo PierFrancesco Favini.Neanche il rapporto tra "il gigante di cioccolato" e il bambino è approfondito più di tanto,e mi sono chiesto alla fine quale fosse stò miracolo :) se analizziamo il film in se per se,posso dire che anche se a tratti è lento e in certi punti è accompagnata una musichetta di sottofondo inadeguata e fastidiosa,si lascia guardare fino alla fine.Cmq in definitiva ne possiamo far benissimo a meno.
Medio tra il 6 del 1° tempo (abbastanza noioso) e il 7 del 2°. Nel complesso e' fatto bene anche se non entusiama tanto. Anche io non ho capito quale fosse il miracolo....
la semantica delle parole è d'obbligo conoscerla, stiamo parlando di un film o di un documentario??Il regista prende spunti dalla storia e romanza la narrazione facendogli assumere la connotazione di una favola (consiglio vivamente di impegnarsi a leggere le spiegazioni iniziali)!! Il riferimento ad altri film mi sembra inappropriato, potrei trovarne mille di similitudini in ogni film e giustificare i miei voti "fantasiosi"!! Film che mi ha emozionato, ottima fotografia e molto bravi gli attori, soprattutto il fascista convinto,la figlia birichina, il "gigante di cioccolato", e il bambino (boccio Pierfrancesco Favino). Ottimi costumi , ambientazioni e inquadrature particolari , forse un pò monotona la colonna sonora ma parecchio intensa. L'utilizzo del bambino come "Deus ex machina" serve parecchio allo spettatore, per capire il nesso logico finale collegato ad un inizio disarmante e spiazzante. A parte qualche errore nelle scene di guerra, nella comunicazione tra i civili e i soldati americani e nel rappresentare la popolazione toscana "furbescamente", il film mi ha colpito molto, a tratti tenero, a tratti crudo, ha rappresentato la guerra in modo eccezzionale. Epiche le scene della preghiera e del fascista convinto che inneggia al fascismo. Gli storici convinti, i cinici e i patriottici stiano lontani da questa pellicola, sarebbero, come molti, poco obiettivi e prevenuti!
spike lee ha sicuramente del talento ed anche alcune sequenze di questo film pasticciato e confuso lo dimostrano...ma il film è veramente insostenibile...forse se lo intitolava 4 neri all'inferno era meglio.....la teoria di lee è questa: nella seconda guerra mondiale i cattivi erano i tedeschi, gli americani bianchi, i partigiani italiani e pure i fascisti...non salva nessuno...certo salva i neri! come al solito e salva pure valentina cervi, lei i neri se li sarebbe fatti tuttii!!
Non capisco la media così bassa,l'ho trovato veramente un ottimo film. Chi se ne frega se non rispecchia la storia, dopotutto c'è scritto anche all'inizio che non si attiene totalmente ai fatti storici.
"Miracolo a Sant'Anna" di Spike Lee è una pellicola recente (Genere guerra/drammatico/storico) che tratta tematiche di guerra, siamo negli anni quaranta, l'Italia è "ubriacata", violentata dalla presenza di americani, tedeschi e partigiani…
Gli americani (o meglio, gli afroamericani) sono stati scelti per la spedizione in Italia, i soldati neri nel loro paese sono stati sempre umiliati, mortificati, essi costretti a marciare nella penisola Italiana cercano paradossalmente di "auto crearsi" un alone di gloria, esuberanza… In questo periodo in Italia nasce il movimento di rivolta, uomini senza logica cercano di portare ordine e disciplina, ma la loro azione di violenza danneggerà tutta una popolazione… Signori ecco a voi i partigiani… A completare il grottesco quadro ci sono i tedeschi che cercano di schiantare il movimento partigiano…
Grosso modo la trama è questa, il regista usa, o meglio "manipola" la storia di Sant'Anna e narra episodi nuovi, il regista introduce degli episodi, delle vicende un po' "fantastiche" e addirittura false. Ma il regista purtroppo qualche "passo" del genere doveva pur farlo, infatti per rendere la sua pellicola "dinamica", scorrevole è costretto a introdurre degli elementi particolari; la storia del bambino è importante nell'economia concettuale cinematografica di Lee, infatti il bambino è il "gancio", Angelo infatti è indispensabile nell'"operazione revisiona mento", grazie al ragazzo il regista ritorna indietro nel tempo e delinea la sua storia…
Quando si trattano tematiche belliche, storiche a volte le incongruenze (vuoi per necessità, vuoi per incapacità) ci sono, inoltre ci sono da segnalare tantissime forzature che nel complesso tolgono qualcosa al film. La storia vede come protagonisti la combriccola di neri che "girovaga" goffamente per la Toscana, essi quasi sono figure "evangeliche", i neri potevano essere un po' più "grezzi", la loro figura doveva essere più "ruvida", in parte il tutto doveva essere costruito meglio… I tedeschi invece sono stati almanaccati in buon modo, altri film descrivono l'esercito tedesco come un esercito di ferro, cinico, crudo… Ma si può notare tutta la "noia", la rassegnazione, l'umanità dei tedeschi che cercano un' "oasi" di pace, questo concetto è sviluppato all'inizio del film. (è grande gesto di filantropia verso il finale!) La figura dei partigiani trasmette angoscia, si viene a formare un' area di preoccupazione, la comitiva come accennato in precedenza porterà morte e distruzione, il (pseudo) movimento partigiano è una sorta (in chiave metaforica) di carro armato che marcia ad occhi chiusi sul terreno del nostro popolo e schiaccia tutti bambini, tedeschi, vecchi, donne… Questo "movimento" è la vera carneficina!
Il regista per "armonizzare" la pellicola usa il bambino, (tale ragazzino mi ricorda passivamente quello della "Vita è bella") non mancheranno scene ampollose, e non è tutto… Infatti con l'introduzione di questo soggetto entra in scena l'elemento "fantastico", alcuni episodi risultano essere troppo grotteschi, "barocchi" e dunque non veri… Inoltre il film ricorda "Full Metal Jacket", e questo è un pregio! E' importante notare la vita nella "trincea", i soldati si incazzano e cercano di salvare la proprio pellaccia, essi sono stremati, vogliono scopare e sono lontanissimi dalla loro terra…
La parte più importante è quella centrale, in questo "troncone" di film si sente,si tocca praticamente in modo concreto la sofferenza della guerra, in questa fase sono "scandite" le personalità di vari personaggi, le povere donne vecchie straziate ma quasi "abituate" a soffrire, le ragazze senza marito (soldati morti in battaglia)… Ma la vera figura, l'icona interessante è più profonda è quella del vecchio Fascista… Il signore porta avanti la sua mentalità Fascista, in quel periodo non era facile, molti detestavano il Fascismo (uomini di poca fede), ma il "nostro" vecchio rimane sulle sue e non si fa fottere dalla confusione, dalla rozzezza generata dai partigiani e in parte dai tedeschi… Il titolo del film ("Miracolo a Sant'Anna") è in pratica il miracolo che si verifica verso la fine del film ove il bambino (importante è il concetto di "invisibilità" trattato con "vivacità" dal soldato nero in precedenza con Angelo) riesce a sopravvivere al disastro… Il pezzo finale del film è molto violento (la violenza nel film infatti non mancherà!), morti, sangue e drammaticità… Il vecchio dinanzi ai tedeschi mostra con orgoglio la sua Mentalità Italiana… Noi Siamo Fascisti! Ecco la frase importante che dona al povero uomo un po' di gloria persa purtroppo in questo mondo di accattoni… Dopo questa convulsa, barocca storia si ritorna al presente, episodi sbrigativi e quasi forzati ci guidano verso un finale magniloquente (fotografato in modo superbo) e poco reale… Ma in effetti un finale fastoso può starci…
Dopo aver elencato la parte concettuale del film è importante lodare la parte tecnica… Fotografia ineccepibile, ambientazioni, costumi curati in modo superbo; le uniche pecche sono la colonna sonora (leggera, irritante, inopportuna) e forse alcune recitazioni… (ma anche il cast in linea di massima soddisfa)
"Miracolo a Sant'Anna" è dunque un film particolare, il regista cura anche la tematica razzismo e confeziona un omaggio (anche se il film come detto è fastoso e a tratti falso), una sorta di ricordo alle povere persone innocenti (ovvero i civili) decadute vergognosamente sul proprio suolo di appartenenza per via di concezioni "trasportate" in luride pratiche partigiane...
Questo film mi ha fatto nascere alcuni quesiti. ?Scusate ma qual'e' il Miracolo? ?Una donna Italiana con un Nero nel '44 in Italia durante la guerra? ?Italiani e Americani si capiscono perfettamente? ?La strage e' colpa di un Partigiano? ?2 milioni di cauzione per primo omicidio ma puo' espatriare? ?Perche' tirare in ballo la guerra se non si voleva approfondire l'argomento? Pero' ha anche alcuni pregi: la denuncia del razzismo dei bianchi-americani nella seconda guerra una bella fotografia ed e' scorrevole anche se piuttosto lungo. Controverso avrei potuto dare di piu' ma......mi aspettavo di piu molto di piu'
Seppur non condivida la scelta di una sceneggiatura non aderente alla realtà dei fatti, il tagflio magico e fiabesco della storia comunque in parte la giustifica; dopo un primo tempo in tutta sincerità monotono, il film recupera nella seconda parte. Tuttavia, rimane una colonna sonora totalmente inadeguata, così come alcune scelte attoriali come quella di Lo Cascio. Da vedere, comunque, per non dimenticare quello che fu fatto a S.Anna di Stazzema il 12 agosto 1944.
Spike Lee ha una sua personale battaglia (giustissima e condivisibile, peraltro) da condurre col suo cinema militante e duro. Ha realizzato indiscutibili capolavori, film stilisticamente, esteticamente e ideologicamente intensi. Non c'è dubbio. Questa volta, però, la sua battaglia culturale-razziale si (con)fonde ad altri temi, che probabilmente conosce molto meno rispetto a quelli a lui cari e consoni, ovvero la guerra mondiale, di riconquista alleata in Italia e la Resistenza. L'obiettivo di Spike Lee è mostrare il bianco e il nero, l'ambiguità strisciante di ogni ambiente e contesto umano, compresi quelli (etnicamente o ideologicamente) a noi più vicini. Allora, se per un verso è lodevole la denuncia di un risvolto oscuro (in ogni senso) della guerra americana nell'Italia del '44, coi soldati neri mandati come carne da macello in avanscoperta nella boscaglia della Lunigiana a caccia di tedeschi, senza adeguata copertura e con scarso interesse per le loro sorti da parte dei comandi (bianchi), dall'altro non si capisce dove voglia andare a parare con il discorso sul tradimento nella Resistenza. Lee recupera, a questo proposito, un fatto storico reale, l'eccidio della popolazione di Sant'Anna di Stazzema ad opera della soldataglia nazista in ripiegamento, per il quale è stata emessa una condanna penale definitiva che ha fatto chiarezza e giustizia (almeno formale...) sulla strage. Ciò che risulta incomprensibile è proprio la scelta di raccontare un tradimento in seno alla Resistenza, come motivazione alla base della rappresaglia nazista, attraverso un fatto realmente accaduto, cadendo (a maggior ragione dopo la sentenza di condanna definitva) in un colossale falso storico. Per di più pericolosamente revisionista. Poco simpatico è stato anche l'atteggiamento stizzito dello stesso Lee di fronte alle domande, nelle interviste italiane, che gli chiedevano conto di questa scelta narrativa, segno evidente che questo film è stato preparato con imperdonabile pressapochismo. In linea generale, poi, il film sa piuttosto di fiction televisiva, con un livello recitativo scarso, con personaggi e situazioni al limite dell'improbabile. Valentina Cervi, per esempio, è una campagnola che, da ex-"cittadina", rivendica costumi e mentalità più aperti, tanto da flirtare coi soldati (neri, per giunta!) americani: se il concetto di flirt tra la donna povera italiana e il soldato americano, portatore di nuovi valori culturali ed estetici, ci può stare - e nella realtà ce ne sono stati tantissimi -, già più inverosimile appare quello interetnico, per quei tempi e per quei contesti culturali. Ma tutto ciò sarebbe anche passabile se non si mostrasse il personaggio della ragazza come fosse una femme fatale attuale, abbigliata con dei vestiti davvero poco anni '40 e davvero poco umili e contadini (come il personaggio richiederebbe). La verosimiglianza, poi, viene completamente derisa dalla scelta di doppiare i soldati americani tanto da creare un'improbabile quanto ridicola comunanza linguistica coi residenti indigeni: il risultato è che gli americani parlano correttamente l'italiano e gli italiani parlano in toscano... E che dire di quel finale carrambesco?...
Il taglio dato da spike lee è evidentemente fiabesco, magico, non credo abbia molto senso individuare nella poca adesione alla realtà dei fatti una critica al film ; si può, semmai, discutere dell'opportunità di andare a fantasticare con le emozioni e con la narrativa sullo sfondo di avvenimenti di cruda drammaticità.
Io penso che non sia un delitto. Credo che le favole servano ad elaborare emozioni talvolta talmente indefinibili, talmente più grandi da non poter essere " raccontate " in altro modo. Non credo, personalmente, sia stato fatto un torto alle vittime.
Non ho ben decifrato l'apparentemente assurda scena finale, e l'allusione alla " sicurezza " come occupazione dell'oramai cresciuto Angelo, anche se un'idea me la sono fatta..
E' una pellicola permeata di spirito cristiano. Ed anche questo, può piacere o no..
Delusione, mi aspettavo molto di piu da questo film. Troppo pretenzioso e allos tesso tempo banale, attori poco bravi e la stessa regia, a volte, l'ho trovata poco consona al tipo di storia raccontato.
Non parliamo poi del finale, davvero assurdo.
Rimangono alcune scene di battaglia ben realizzate e un ottimo inizio.
com'è possibile che un film del genere non abbia NEANCHE la sufficienza!?!?!? questo è un capolavoro, appassionante, di lunga durata ma che non annoia mai. per quelli che dicono che miracolo a sant'anna è un'offesa alla memoria: ma pensate veramente che ci saremmo liberati solo grazie ai nostri partigiani?? ignoranti
Secondo me una semi-porcata, finale patetico, sopratutto irritante il rapporto qualità\durata...90 minuti sarebbero stati più che sufficienti, troppa volgia di fare un film profondo per il nostro spike....
Non capisco tutti sti brutti voti, bel film, non sarà un capolavoro ma per quello che sta girando al cinema in questo periodo è il meglio che si può vedere...
Unica nota positiva: per la prima volta gli afroamericani, a discapito dei "bianchi", sono gli eroi...
Ma per il resto...
Se l'intento era quello di mescolare un enorme pastiche dei più disparati e difficili temi, dal razzismo americano, allo "scemo" del villaggio: l'unico in grado di leggere nell'anima disperata di un bimbo, dalle follie della guerra tutte uguali di fronte allo scempio della violenza, sia che si tratti di nazisti, fascisti o partigiani..., alla strage di sant'Anna ridotta ad una parentesi causata da vendette personali.... mentre poco più in là un'avvenente donna decide a chi concedere la propria passione sopita.... Se l'intento del regista era quello di sfornare un calderone furbo e irritante, per di più girato molto spesso a mo' di fiction.... c'è riuscito pienamente...
Se l'intento era invece quello di ricordare, celebrare ed innalzare la memoria delle vittime di Sant'Anna, fornendo attraverso un film una propria interpretazione dei fatti (seppur tratta da un romanzo) il risultato è un avvilente insulto...
Un film bruttissimo...D'altronde il voto dice tutto!Ennesima schifezza del "maestro" (ma de che?) Spike Lee:la storia è iperscontata,i personaggi sono stereotipati,i dialoghi pessimi!Per non parlare della scena finale,che rasenta la demenza...A salvare il film dal disastro totale è solo una fotografia discreta...Sconsigliatissimo
Film che mi ha annoiato nella prima ora, anche se devo dire che nel complesso non mi ha entusiasmato nemmeno nell'ora e mezza successiva!Troppa carne al fuoco e veramente troppo lungo.....una mezza delusione!
Veramente un film bellissimo. La recitazione è eccezionale, la fotografia è bellissima, i dialoghi sono appassionanti, la colonna sonora è bellissima, Spike Lee dirige il film davvero molto bene. E' molto bello vedere questo confronto tra americani e italiani. Proprio bello questo film.
Oggi al cinema astra a modena ci sono stati i Botti e metà film è saltato il dialogo di Favino e tutti si sono inca.z.zati a nastro...
Questo è un film che regala scene davvero toccanti da una parte, dall'altra delude con scelte a tratti bizzarre a tratti discutibili.
Imbarazzanti per esempio i discorsi dei soldati americani, ok, forse veritieri, ma Spike... Se devi farci sopra un film caz.zo... Come anche la storia di inchi@ppettarsi la tipa... Ma per favore! Siete in guerra caz.zo!
La scena del massacro e quella della preghiera, i costumi, la fotografia comunque sono davvero spettacolari. Come anche la scelta degli attori, tutti azzeccati nelle loro parti. Il vecchio prima di tutti... E' il migliore...
Un film che dura un sacco di tempo comunque, ma non sembra affatto perchè intrattiene parecchio e provoca anche un sacco di emozioni.
La colonna sonora a volte fa sbuffare perchè è una continua tiritera che perdura decine e decine di minuti e sembra non finire mai...
Daccordissimo con amterme63. Una pellicola sicuramnete da vedere. Un intreccio ben organizzato tipico di Spike in un contesto molto drammatico come è la storia italiana durante la seconda guerra mondiale e il razzismo dei bianchi nei confronti della popolazione di colore il tutto ambientato nella Toscana del 1944. La speranza e l'innocenza rappresentata da Angelo e dal "gigante di cioccolato" rendono il film un qualcosa di fiabesco e allo stesso tempo magico. Tutto questo alternato alla spietatezza di certi comandanti tedeschi (sequenza dell' eccidio di S. Anna di Stazzema, uccisione dell'amichetto di Angelo), alternato alla vicenda dei partigiani confusi e sconvolti che non sanno come agire tra le montagne portandoli cosi al tradimento o alla spietatezza di quell esercito che tanto combattono(scena accoltellamento del soldato tedesco). alternato alla vicenda di questo battaglione di soli neri che ricevono un trattamento squallido da parte dei superiori bianchi. Spike inserisce il problema della razzia dei bianchi nei confronti dei neri che, a mio parere, non guasta in questo film, e che invece a tanti non è sembrato giusta e adeguata. Alcune inquadrature sonon davvero dei capolavori come quell'istante in cui Ludovico alza il braccio ulrano "sono fascista" prima di venir ucciso assieme alla figlia; un'altra degna di nota è quando tutti i soldati impietriti guardano fisso nell'obiettivo della cinepresa e lentamente uno alla volta se ne vanno e subito dopo viene inquadrato ciò che loro stavano guardando e cioè un muro con su affissi dei cartelloni nazisti/razziali. Il film ricordo è tratto da un romanzo e i fatti che vengono raccontati (è scritto belllo in grande all'inizio del film) prendono solo spunto dai fatti realmente accaduti. Alcune cose non mi sono piaciute: la recitazione di Valentina Cervi nel ruolo di Renata e il fatto che, come dice cemsal, ci provi con il nero; mi sembrava una di quelle commediuole alla italiana in quella scena li. Non mi è piaciuta la location della sequenza finale(Bahamas). Il luogo dove viene girata la scena mi sembra un alienazione troppo forte rispetto a tutto il film e rispetto anche alla drammaticità di tutto il film. Se fosse stata girata a S. Anna sarebbe stato piu gradevole anche nel rispetto di questa città o magari a Firenze vicino al ponte da cui è stata "rubata" la statua.
Per il resto è un film che come dicevo deve essere visto e che magari alla fine, come ha gia detto qualcuno, potrebbe strappare qualche lacrima.
Un film certamente da vedere non fosse altro per la polemica dell'ex fascista ed ex razzista (firmo' le Leggi razziali di Mussolini) Giorgio Bocca.Spike Lee ci fa vedere come tra i cosidetti partigiani c'erano degli squallidi personaggi, come anche fra i tedeschi albergasse l'animo umano, come i soldati di colore rappresentassero la migliore democrazia americana.Un bel rimescolamento delle carte.Per il resto ci sono tanti spunti davvero originali:la religiosità del film e della gente, un certo dialoghismo quasi parodistico viste le situazioni drammatiche.Ovviamente il 99% degli italiani non conosceva la Strage di Santa Anna di Stazzema innescata dalla sconsideratezza dei cosidetti resistenti come per le fosse ardetaine.Ci voleva un regista di colore e americano per aprirci gli occhi dopo i capolavori di Gian Paolo Pansa.
E’ un film in cui si cerca soprattutto di affermare certe idee e principi, principalmente quelli del diritto/dovere da parte dell’etnia di colore degli Stati Uniti di far parte integrante della vita sociale e morale di quella nazione; il grande valore che ha la spiritualità nella vita di ogni singolo uomo; la constatazione che il bene e il male sono diffusi in egual misura in ogni gruppo di persone. Quello che preme a Spike Lee è dimostrare queste tesi e per questo nel film passano in secondo piano veridicità e esattezza storica, come pure la plausibilità delle sceneggiatura. La storia soffre perciò di tanti difetti, ingenuità e incongruenze che tanti prima di me hanno fatto notare. I personaggi sembrano fatti apposta per rappresentare qualcosa, più che essere persone in sé. Quello che riscatta il film è il fatto che dietro tutte queste forzature ci sono emozioni, sentimenti, situazioni molto intense, molto vere. A ciò si aggiunge un’ottima recitazione da parte di tutti gli attori, una buona fotografia e alcune scene chiave che lasciano il segno e che non si scordano, anche se ogni tanto (soprattutto nell’artificioso finale) si ricorre alla lacrima facile. Comunque, il modo “vero” con cui vivono i personaggi e l’ottima resa visiva e emotiva della guerra bastano per uscire soddisfatti dal cinema e portare con sé qualcosa in più che prima non avevamo. Il perno intorno a cui gira il film è l’insensatezza del pregiudizio razziale in USA. Nel film le persone di etnia nera dimostrano di essere più attaccate ai valori fondanti americani dei bianchi stessi. Combattono e muoiono da eroi, nonostante la propaganda disfattista dei tedeschi e il disprezzo dei commilitoni bianchi. I neri poi sono più attaccati a Dio degli altri (grande onore per un americano). Addirittura c’è il capo della pattuglia dei neri (il protagonista) che riprende un soldato perché non ha un comportamento “retto”, crede solo in valori materialistici e ha un atteggiamento sfiduciato e fatalista nei confronti della società del suo paese. Il protagonista fa da portavoce delle idee di Spike Lee che vorrebbe spronare i neri a credere nella nazione in cui vivono e addirittura a portarne avanti i valori che i bianchi stanno lasciando andare in decadenza. Gli screzi e le divisioni interne a ogni gruppo fanno capire che non è facile e semplice far affermare idee come quella della tolleranza o della libertà. A tale scopo sono stati introdotti personaggi cattivi nella parte buona e personaggi buoni nella parte cattiva. Fra gli americani c’è il capo-plotone bianco che manda allo sbaraglio i suoi soldati neri e li tratta con disprezzo. Fra i partigiani italiani introduce la figura del traditore che non fa certo onore alla categoria e quindi capisco benissimo le rimostranze di molti commentatori. Inventare qualcosa del genere non fa certo pubblicità a una categoria fin troppo messa a processo negli ultimi tempi in maniera pretestuosa. Qualcosa che accomuna tutti i personaggi è però la stanchezza e il ripudio della guerra. Certo, si sente il dovere di prendere le armi e difendere quello in cui uno crede, ma che strazio, che distruzioni, che carneficine. No, la guerra è un’esperienza da non ripetere, da non augurare, da non vivere mai più. Su questo non ci piove. Devo dire, da Toscano, che la parte dedicata ai civili è fatta molto bene. La Lucchesia è sempre stata una zona molto religiosa; le superstizioni, le credenze fantastiche e le leggende erano molto diffuse e la gente ci credeva. Anche il modo di fare della gente, un misto fra il gioviale, il solidale, l’ironico e lo strafottente, è quello normale di tutti i giorni. Devo ammettere che qui Spike Lee è stato molto bravo.
Secondo me vale la pena visitare Colognora e i paesini della Garfagnana e della Val di Lima: sono luoghi incantati, fuori dal tempo, abitati da poche decine di anziani; sono paesi rimasti intatti e veramente stupendi nel loro non essere turistici. L'"Uomo che dorme" lo vedo quasi tutte le mattine uscendo di casa, tra l'altro è una zona di montagna bellissima ...
Questo film è un mal riuscito ibrido fra "Il Miglio verde" (il gigante nero buono, la presenza del sovrannutarale, le divagazioni mistiche), "La vita è bella" (il bambino che mircalosamente sopravvive agli orrori della guerra come simbolo di speranza) e "Salvate il soldato Ryan" (durata extralarge, ambientazione nella seconda guerra mondiale, soldati dispersi da recuperare) girato da un regista che pare essere stato fulminato sulla via di Damasco tanto da vedere/inserire croci e crocifissi dappertutto.
Da segnalare che misteriosamente i soldati americani parlano senza alcuna difficoltà con gli italiani ma non (o non sempre) i tedeschi con gli americani o i tedeschi con gli italiani, il tutto mentre si alternano parti doppiate e parti in italiano senza un vero criterio logico.
in stile "Carramba che sorpresa" alle Bahamas (sic!). (Ma da quando in qua un accusato di omicidio che esce su cauzione se ne può tranquillamente andare alle Bahamas?)
A me il fim è piaciuto ..........ammetto che mi aspettavo qualche cosa di diverso con una ricostruzione più fedele ai fatti relamente accaduti; ma devo dire che lo svolgimento direi quasi fiabesco della storia contribuisce ad conferire al film un tono più interessante e piacevole.........la scena della strage molto cruda e ci sono altre scene nel film molto dure......nel complesso una buona pellicola.
D'accordissimo con Stefano(76). Davvero una boiata. La prima sequenza di battaglia sembra l'espansione (non riuscita) di "Call of Duty 2". Certe trovate, su tutti il finale, oltrepassano il limite della decenza. Però la sequenza del massacro di Sant'Anna è davvero magistrale. Un vero pugno sullo stomaco, Cinema con la "C" maiuscola. Se quella sequenza non fosse così bella gli darei 2.
Spike Lee ci ha abituato bene, e forse proprio per questo alla fine della visione della sua ultima opera si rimane un po’delusi. Miracolo a S.Anna tratto dal romanzo omonimo di James McBride ha sempre il rigore stilistico del regista afro-americano, con i suoi movimenti di macchina, un commento musicale chiaro e conciso e una fotografia molto curata, ma il racconto si accavalla spesso in episodi che creati per enfatizzare maggiormente lo scontro razziale, finiscono per essere ripetitivi. Il film inizia con un colpo di scena, un omicidio apparentemente incomprensibile di un’anonimo cliente delle poste per mano di un’altrettanto anonimo dipendente delle stesse a cui la poizia rinverà in casa la testa della Primavera una delle statue del ponte distrutto di S. Tinità di Firenze. Per sciogliere il mistero il regista ci riporta indietro negli anni fino ai tragici fatti dell’agosto 1944, quando i nazisti sterminarono centinaia di civili, a S. Anna di Stazzema. Qui il film si interroga e ci interroga sul nostro passato che non vuol passare, partigiani e fascisti l’uno contro l’altro per ideali differenti, ma in fondo dentro un ineludibilità della Storia che macina, amicizie e vite. La scena in cui il partigiano “ La grande farfalla” dice che ha ucciso il suo migliore amico perché stava nelle file fasciste e che anche l’amico avrebbe fatto uguale perché vedeva in lui il partigiano nemico, ci illustra magistralmente gli stati d’animo e quello che realmente successe in quegli anni maledetti. Se c’era una parte giusta in cui stare, questa non impediva che due amici si scontrassero fino alle estreme conseguenze. Le polemiche suscitate dal film dimostrano una volta di più, che questa pagina della nostra storia recente non è stata ancora metabolizzata, accecati alla ricerca di un buono e un cattivo non si riesce a vedere quello che realmente è la guerra: uomini soli contro uomini soli. Viene alla mente la “Guerra di Piero” di De Andrè che poeticamente illustra ciò, e l’ assurdità della guerra. Spike Lee, furbescamente mette le mani avanti, con una didascalia iniziale che ci rassicura che i fatti narrati pur avendo una base storica si basano su un romanzo, facendo vedere che conosce molto bene la società italiana dove le ferite sono difficili a sanarsi. Il flaschback, sulla guerra, che occupa la maggior parte del film ci svela piano piano le cause che hanno scatenato l’omicidio iniziale che rimane il pretesto per parlare d’altro. Certo l’intolleranza razziale dentro e fuori l’esercito americano e il buon rapporto dei militari di colore con i civili italiani, rimane un punto centrale del film, che però viene offuscato dalla tragicità della guerra, come il tradimento del partigiano. Infine la scena finale con il bambino, trait d’union, fra un prima e un dopo, che incontra l’assasino-superstite, davanti uno splendido mare, ricorda il finale di “Barton Fink” dei Coen, anche lì in fondo una testa seppur umana c’era.
Prima di inserire il mio commento (non essendo un cinefilo), leggo quelli degli altri filmscoopisti; e in questo caso ho notato che miracolo a Sant' Anna, si presta a molte chiavi di lettura, perche' è un film di guerra, ma uno dei protagonisti è un bambino fantasioso, sprazzi di razzismo, ma grandi sentimenti tra il gigante di cioccolata e il ragazzino, un paesino italiano accogliente(anche troppo.....), ma il Giuda è in famiglia, i tedeschi cattivi ma non tutti, gli americani buoni , ma non tutti........ Film piu' complesso di come puo' apparire ad uno spettatore disattento quale sono io....finisco col dire ....il miglior attore? La testa di pietra (altro elemento che si presta a diverse letture).
Spike Lee mi ha proprio deluso sia per il suo atteggiamento durante la "promozione" del film, sia col film stesso.
Il film è un miscuglio dei temi cari all'autore, più qualche riflessione data dal fatto che è un film di guerra, ma è narrato con superficialità. Dagli afroamericani agli italiani, passando per i tedeschi, tutti si riducono a macchiette e i temi affiorano perché dichiarati dagli stessi personaggi e non efficacemente RAPPRESENTATI.
Il tanto discusso tradimento del partigiano può anche starci se lo si affronta sotto il profilo della fratellanza e dei conflitti interni alle medesime fazioni. Da questo Lee avrebbe potuto trarre molto, invece rimane abbozzato e ci mette pure una didascalia per chi non l'avesse capito.
Se non fosse di Spike Lee, sarebbe un film ordinario da 6. Visto che invece si tratta di S.L. un 4 non glielo toglie nessuno.
Ok, il cinema bellico sta cercando disperatamente di uscire dagli schemi o di affiliarsi dal "sensazionalismo": dopo l'insuperabile "Letters from Iwo Jima" di Eastwood (ma in questo caso farà fede il pur incoerente "Flags of our feathers") a dirci tutto questo diventa il respiro, insolitamente universale, di Spike Lee, colto a tramandare i furori razziali nel terreno bellico, fuori (apparentemente) dal monolitismo urbano del passato. E' una "fuga" che cerca di riabilitare e colmare l'assenza dagli schermi della figura afroamericana nella seconda guerra mondiale (e lo stesso bestiario caratteriale dei soldati bianchi divisi in tipologie umane) ma trova il suo percorso in un film dilatato, romanzato, smaccatamente fiabesco, con qualche frammento che cita il Mattatoio 5 di Vonnegut: quel che preoccupa però è l'approccio stilistico del regista, che sembra rileggere Spielberg con lo stesso spirito del nostro Benigni ("La vita è bella"). Un disincanto ora grandissimo, ora furbo, certo del tutto arbitrario davanti all'impegno che reclama allo spettatore per vederlo: contrariamente alla parabola di Angelo e dei tanti "children in war" che affastellano il cinema da decenni a questa parte.
Il risultato è a dir poco spiazzante, ma con diversi momenti sublimi: la sequenza iniziale, con la voce della "nemica" tedesca che si diffonde per tutto il campo (a sfidare i clichè correnti sulla virilità dell'uomo nero tanto per intenderci) e soprattutto l'eccidio di massa davanti alla chiesa: basterebbero queste due sequenze per consegnare il film alla storia. Però...
Però pur con la consapevolezza di un Lee finalmente libero (almeno geograficamente) dai suoi schemi consueti, è pur sempre un regista americano colto a raccontare la Resistenza italiana (enfatizzo il suo significato non le doverose luci e ombre...) con una spudoratezza stilistica piuttosto sconcertante. Si avverte del manierismo, anche se il realismo finale quasi annienta la novella spirituale della vicenda, e la favola morale finisce per persuadere lo spettatore che si debba a tutti i costi raccontare il dramma della guerra facendo della poesia anche gratuita (v . l'ossessione quasi coercitiva di volerci commuovere nell'epilogo finale). Forse di questi tempi adattare la realtà ai tempi alle cadenze e al linguaggio di un romanzo è un atto di coraggio: ma tra 5 e 10 è doveroso tagliare a metà, con tanti saluti all'"uomo che dorme"
IO NON CAPISCO LO SCETTISCISMO E LE CRITICHE PER QUESTO FILM CHE IO PERSONALMENTE TROVO MOLTO BELLO..INTERESSANTE LUNGO QUANTO BASTA..CHE NON ANNOIA E CHE FINO ALL'ULTIMO TI TIENE INCOLLATO ALLA POLTRONA...NON SONO UN GRANDISSIMO FAN DI SPIKE LEE MA QUESTO FILM L'HO APPREZZATO VERAMENTE...
La didascalia iniziale sottolinea che questo film non vuole essere una ricostruzione storica dei fatti di S.Anna di Stazzema, ma solo una versione romanzata, quindi la polemica sulla veridicità storica della pellicola non esiste. Pur avendolo visto qualche giorno fa, trovo ancora difficile commentare questo film. Da un lato trovo che sia abbastanza ambizioso stilisticamente: l'elemento fiabesco molto forte della pellicola è nuovo per un regista come Lee e questo può far storcere il naso a molti (a ragione o a torto non sta a me giudicare). La storia è dilatata all'inverosimile, soprattutto nella prima parte, tant'è che alla fine del primo tempo, non ero pienamente sicuro di dove volesse andare a parare il regista. Però, pur tra qualche ombra, è un film che mi ha affascinato, possiede momenti molto forti ed efficaci come la scena del massacro e la sparatoria finale ed è ben incastonato il flashback della Louisiana, efficace nella sua denuncia di discriminazione che subivano i soldati di colore.