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Una stanza in penombra, al suo interno -forse impossibilitata ad uscire- una bella ragazza col rimmel rovinato dalle lacrime, un divano disordinato, un pupazzo sul pavimento. Elementi inquietanti per un corto cupo che si fa ancora più sinistro con l'entrata in scena di una seconda ragazza dai capelli bruni. Per gli amanti di David Lynch il solito rompicapo, anche se in questo caso il regista probabilmente si concentra a provare in digitale per i progetti futuri. Anche se poi con questo fuoriclasse della mdp (e non solo) ogni ipotesi è buona: dal mero divertissement alla sorta di appendice al geniale "Mulholland drive". Fatto sta che Lynch, anche quando gira roba simile apparentemente priva di alcun senso, si lascia seguire piacevolmente nei meandri oscuri di una sorta di dimensione parallela dove tutto è possibile. Elogi per l'attrice bionda (Jordan Ladd, poi presente anche in "Inland Empire") molto espressiva e coinvolgente.
Lynch in appena 8 minuti riesce ad essere inquietante come al solito anche se quest'esperimento serve per testare alcuni elementi che poi verranno inseriti in Inland Empire. Non penso quindi si debba trovare un qualche significato nascosto a questo corto.
Corto di Lynch che a prima vista può quasi sembrare "amatoriale" ma che in realtà si porta appresso una discreta dose di ansia malgrado l'esigua durata… Fondamentalmente è fatto "di niente" ma è lo stesso abbastanza onirico e suggestivo! La verità è che Lynch anche quando gira col ****, tanto per girare, mostra una classe che la maggior parte dei registi in attività si sogna la notte… Avessi girato io una cosa del genere mi avrebbero preso a sberleffi, ma la verità è che io non sono Lynch!
Fondamentalmente evitabile, può essere visto come una sorta di ponte di collegamento tra Mulholland Drive e INLAND EMPIRE, ma mi sento di consigliarlo esclusivamente ai patiti del geniale regista statunitense… Citazione obbligata per il tizio immobile sullo sfondo quando viene aperta la porta!
Un esperimento per passare al digitale? Forse DARKENED ROOM potrebbe anche essere visto in questo modo, anche se non penso che uno come Lynch abbia ancora bisogno di sperimentare (visti i suoi eccellenti trascorsi cinematografici e i suoi già iper-sperimentali primi cortometraggi), piuttosto lo vedo come un'evoluzione del percorso intrapreso con MULHOLLAND DRIVE, soprattutto per quanto riguarda il finale, il perfetto ponte di collegamento tra questi e INLAND EMPIRE. La porta che si apre sulla Darkened Room è la stessa che c'introdurrà in quell'universo allucinato e onirico, quell'Impero della Mente che è, senza ombra di dubbio, il punto di non ritorno del regista stesso, il suo secondo MANIFESTO (il maiuscolo è d'obbligo), il suo secondo ERASERHEAD. Come già detto nel commento a THE ALPHABET, Lynch è maestro indiscusso dell'onirico in celluloide, è la trasposizione dei nostri sogni su pellicola, la loro materializzazione. "Tu ti sbagli se pensi che non è altro che un brutto sogno" esclama la ragazza mora alla bionda seduta nel divano della Darkened Room, il che è gia la spiegazione di ciò che stiamo vedendo.... ma lo vediamo?.... No..voi non mi avete ascoltato! Inquietante, e non poco!
Ottimo corto. Anche se esteticamente è abbastanza piatto e amatoriale, è suggestivo, ansiogeno e onirico. L'inizio, benché molto semplice, mi ha dato la sensazione di una calma sovrannaturale, quasi in equilibrio. Lo scorcio della città, di oggetti apparentementi inutili (che è un po' una costante in Lynch) e le parole strane ma mai contorte o ermetiche. Infatti c'è qualcosa di diverso secondo me, rispetto ad altre sue produzioni. Questo corto di per sé è abbastanza comprensibile. Lascia senza dubbio molto all'immaginazione ma dà in un certo senso una mini-trama lineare allo spettatore. Le frasi sono strane perché quasi sconnesse ma molto dirette. Le ultime scene chiariscono molto bene, secondo me, il significato del corto. Una scena in particolare, quasi senza motivo, trovo particolarmente inquietante.
Quando la porta della camera oscura si apre, una donna viene avanti e dietro a lei si intravede un uomo immobile e con la testa piegata forse dormiente. Dopo aver visto per minuti interi quasi sempre la stessa immagine, quel semplicissimo gesto di aprire la porta ed entrare è geniale.
Io lo definirei un corto più di prova sul digitale, piuttosto che sperimentale. Al suo interno ci sono elementi che saranno estesi con INLAND EMPIRE. Efficace nella sua atmosfera inquietante specialmente quando la ragazza è sola nella stanza.
Sulla scia del capolavoro INLAND EMPIRE, un ottimo corto dal buon Lynch che ricalca atmosfere sospese e morbose. Inquietanti nell'oro intercedere oscuro. Angosciante è dir poco
Incredibile, incredibile! Caro David riesci sempre a sorprendermi e lasciarmi con la bocca asciutta! sicuramente il miglior corto del regista per quanto mi riguarda! veramente oscuro, con una atmosfera che ricorda vagamente quella perla di Inland Empire. Otto minuti di vera e propria agonia, amosfera oscura, ed effetti sonori che fanno rabbrividire la pelle! e personalemente il copione degli attori l'ho trovato molto inquietante!
a dir la verità non c'ho capito un granchè,magari con i sottotitoli avrei dato un voto più alto,comunque sembra lo stesso interessante,con strane atmosfere e musiche di sottofondo,in alcune scene mi è parso come un videogioco.un 6 politico
Difficile dare un voto, essendo tra l'altro in parte d'accordo con tutti gli altri commenti.
So che anche questo corto è una specie di esperimento, e come tale quindi va preso.
Brava la Vincent (Murder Set Pieces, Cabin Fever) e ottima l'atmosfera. Francamente non ci ho capito molto (data anche la mancanza di sottotitoli), ma visto la buona qualità generale lo consiglio comunque.
Non male. Questo corto mostra alcuni spunti che verranno ripresi dal regista in Inland Empire: la ragazza in una stanza da cui non può uscire, il vestito di seta bucato da una sigaretta accesa(collegamento anche con Rabbits), gli ambienti tremendamente oscuri, le musiche affascinanti. Oscuro.
Cortometraggio girato da Lynch nel 2002 dopo "Mulholland Drive".
E' molto bello e fa un certo effetto, e questo è fuori discussione. Ma è da vedersi principalmente come un esperimento che permise a Lynch di avvicinarsi al digitale e di fare una prova generale del successivo "Inland Empire". E forse andrebbe visto proprio dopo quast'ultimo, per avere un quadro completo di cosa Lynch avesse in mente.
Non c'è dubbio comunque che le scene nella stanza siano piuttosto inquietanti e piene di atmosfera.
La bionda era nel cast di "Cabin Fefer", l'esordio di Eli Roth del 2003 che era prodotto da David Lynch.