Siamo nel 1914 a Salinas Valley, nella California settentrionale. Adam Trask vive in una fattoria con i figli Aaron e Cal. Uno è buono, l'altro cattivo perché si crede poco amato dal padre. La madre ha abbandonato il marito molto tempo prima e ora gestisce un bordello a Monterey. I rovesci economici, lo scoppio della guerra e i tormenti personali portano alla rovina la famiglia.
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Elia Kazan continua il suo cammino, incrociando il cinema a colori per la prima volta, rimanendo legato ad un'idea di film hollywoodiano carico di energia e vitalità (anche troppa) ma senza mai schiodare la macchina da presa. Nonostante questo approccio regala al cinema un importante capolavoro. EAST OF EDEN poteva essere stato girato anche 10 o 15 anni prima tecnicamente, ma la sua capacità di esprimere dei stati emotivi difficili e sfuggenti è decisamente coraggiosa e rompe un tabù per lo spettatore americano e non solo. Benché al tempo non si potesse analizzare pedagogicamente, come si può fare oggi, una neurodivergenza, è ammirevole la sensibilità con cui si racconta la storia di questo ragazzo problematico dallo spettro autistico non comune, del padre disfunzionale nel suo dimostrare amorevole e di ciò che comporta la non accettazione in un rapporto di questo tipo. James Dean, come fu per Brando in "Un tram chiamato desiderio", interpreta un personaggio nuovo nel panorama cinematografico e lo costruisce con un tipo di interpretazione mai vista prima. Il cinema di Elia Kazan è fatto di pochissimi ingredienti ma, con un tema così maturo per i suoi tempi, il film gode di di tale semplicità.