Una ragazza polacca, Weronica, e una francese, Vèronique, pur non avendo nessun legame, sono uguali come gocce d'acqua, hanno lo stesso amore per la musica e la stessa malformazione al cuore. Per una misteriosa corrispondenza, la francese farà tesoro della tragica esperienza dell'altra.
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Verissimo che ha molto della trilogia ultima di Kieslowski - da me sopravvalutata, non ridarei 9e1/2 a "Film Rosso" manco morto -, fatto sta che "La Doppia Vita di Veronica" non mi ha convinto per nulla. Mediocrissimo formalmente (detesto i viraggi negli anni 90), irritantemente cosparso di incomprensibili simbolismi, è pure normale e niente più, seppur interessante, come film sul doppio; troppo netta la separazione tra le due distinte vite vissute. Ma non è questo il punto, chissefrega. Ho iniziato a storcere il naso già all' inizio, alla poetica pioggia sul viso dell' ukulelica protagonista Veronica. Non ho voglia di rivederlo. Enzo, il regalo te lo faccio lo stesso.