gomorra regia di Matteo Garrone Italia 2008
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gomorra (2008)

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locandina del film GOMORRA

Titolo Originale: GOMORRA

RegiaMatteo Garrone

InterpretiToni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Salvatore Abruzzese, Marco Macor, Ciro Petrone, Carmine Paternoster

Durata: h 2.15
NazionalitàItalia 2008
Generedrammatico
Tratto dal libro "Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra" di Roberto Saviano
Al cinema nel Maggio 2008

•  Altri film di Matteo Garrone

Trama del film Gomorra

Tratto dall'omonimo bestseller di Roberto Saviano, il film è un ritratto della camorra e della criminalità contemporanea nella città di Napoli.

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Voto Visitatori:   7,51 / 10 (298 voti)7,51Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior filmMigliore regiaMigliore sceneggiaturaMigliore produttoreMiglior montaggioMiglior sonoroMiglior canzone (Herculaneum)
VINCITORE DI 7 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura, Migliore produttore, Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior canzone (Herculaneum)
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Voti e commenti su Gomorra, 298 opinioni inserite

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baghiero  @  05/06/2008 18:53:21
   10 / 10
Un film che merita molto!!! Complimenti a tutti a cominciare da Roberto Saviano...

steda  @  04/06/2008 22:42:25
   8 / 10
pensiamo ragazzi, pensiamo...

Hybris  @  04/06/2008 12:29:34
   9½ / 10
Il voto è 9 e mezzo per un paio di motivi:
- Il complesso tra libro e film, per quello che hanno cercato di dire e per quello che hanno voluto trasmettere all'italia, alla campania, all'europa, al mondo e a tutto quello che non dovrebbe essere fatto e invece sistematicamente subisce gli orrori di una organizzazione che da cinquecento anni è radicata nel nostro paese, sempre più allo sbando.
- Il mezzo in meno del 10 è dovuto al fatto che si è deciso di raccontare qualcosa che è orribile e dare un 10 ad una verità tanto cruda e spietata secondo me sarebbe stato eccessivo.
Siamo dinanzi alla Camorra, possiamo innamorarci del Padrino, ma non di questo film.

MarioBava  @  03/06/2008 11:21:41
   10 / 10
Neorealismo documentaristico. Il film italiano più importante di questo decennio che colpisce per la sua straordinaria vicinanza col reale. Praticamente sembra che ci sia una candid camera nascosta che riprende le vicende del napoletano giorno dopo giorno grazie anche ai non attori del film. Un capolavoro spartiacque che fa ben sperare per una rinascita in grande stile del cinema italiano.

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lampard8  @  03/06/2008 10:50:43
   9½ / 10
Capolavoro. Garrone dirige con sapienza per me il film dell'anno e forse il picco di una carriera che promette molto bene. Una pellicola che si potrebbe definire"neorealista", cruda, cupa, senza speranza. Non vi tedierò con inutili frasi retoriche, vi dico solo e soltanto: andatelo a vedere perchè merita veramente,erano alcuni annetti che non uscivo da un cinema così esterefatto...

edo88  @  02/06/2008 23:21:01
   9 / 10
Piccolo capolavoro made in Italy.
Sensazionale la regia, splendida la sceneggiatura (non so quanto e come rispecchi il libro di Saviano), ottime le interpretazioni.

Da non perdere.

uecanaia  @  02/06/2008 22:26:51
   9 / 10
Storie che parlano della normalità e della consuetudine ,in Italia, dell'agire da malviventi.

antigone  @  02/06/2008 11:16:14
   9 / 10
Davvero bello!
Mi aspettavo un reportage giornalistico, magari ben fatto, ma in sostanza un film inchiesta, alla maniera di Santoro e della Gabanelli, invece è davver molto molto di più, sebbene forte chiaramente sia l'intento di denucia.

Sembra quasi un film di fantascienza a tratti (strepitoso l'inizio!), con inserti da romanzo di formazione (la storia di totò) e di commedia all'italiana (i due delinquentelli autodidatti).
Grandiosi i boss, figure deformi, quasi caricaturali, ma potentissime.
E poi quel continuo muoversi dei personaggi nello sporco, nel degrado, nella desolazione...

Da vedere!

Nico83  @  02/06/2008 01:40:06
   8 / 10
Il voto per questo film lo si può suddividere per
1)argomenti trattati
2)attori e
3)regia.

1)Affrontare tutti questi argomenti non è assolutamente facile, Garrone ci riesce ma a mio avviso trascura diversi particolari relativi ad alcune storie (immondizia e la guerra tra i clan su tutte) voto: 6.
2)Il voto per gli attori è sicuramnte massimo 10: vi assicuro che per chi vive a Napoli non è difficile sentire discorsi identici per filo e per segno alle interpretazioni fatte dagli attori. Inutile strapagare miloini per reclutare attori in giro quando interpretare se stessi è la cosa più semplice di questo mondo (vedi toto' e troisi).
3)La regia è ben architettata il brusio costante, le musiche, i luoghi e le scene tutto curato nei minimi particolari: voto 7. Non il massimo solo perchè è stato molto semplice per il regista riportare sullo schermo ciò che è la realtà di alcune zone napoletane, non c'è niente di inverosimile poichè è tutto preso dalla strada chiunque era in gardo di girarle quelle scene...

voto totale 8

il mezzo voto in più:
Il film fa anche capire che cosa significa vivere in determinate zone di Napoli. E vi assicuro che crescere a Napoli non è facile ma se hai vissuto per una 20ina di anni in queste zone della città puoi veramente vivere adattarti e sopportare tutto.
Non a caso i Napoletani sono ovunque....

Gruppo COLLABORATORI julian  @  01/06/2008 22:38:51
   8½ / 10
Bè c'è poco da fare... siamo di fronte ad uno dei migliori film italiani degli ultimi tempi e sarà opportuno commentarlo parte per parte.
Si può considerare a metà tra un film neorealista e un documentario:
neorealista per gli elementi che già migliaia di utenti avranno evidenziato prima di me, ovvero il dialetto originale e gli attori di strada (eccetto Servillo e Imparato);
documentario per il suo realismo sconfortante che va oltre la definizione di film, per il fatto che non ha una vera e propria trama e lo spettatore viene catapultato all'interno di una storia già iniziata, senza ricevere spiegazioni che invece deve dedurre, senza alcuna introduzione, come se i cameraman fossero lì in quel momento a farci vedere quel che succede ma senza a loro volta essere visti.
Fondamentali per la bellezza di Gomorra sono:
1): il dialetto originale, con sottotitoli per fortuna. Mi è capitato già una volta di vedere un film in dialetto stretto senza sottotitoli e sono stato tre ore a cercare di capire tramite le immagini, invano.
Qui per fortuna il discorso è diverso, il napoletano si avvicina al mio dialetto e avrei capito sufficientemente anche senza i sottotitoli che invece sono indispensabili per gli abitanti del nord.
Ebbene la lingua originale, oltre a conferire maggiore realismo alla pellicola, è uno degli aspetti principali della cultura partenopea, con tutte le espressioni tipiche della camorra; vedere questo film in lingua straniera è come vedere la trilogia del dollaro senza audio.
2): attori, di strada e non, tutti bravissimi. Non serve frequentare scuole di recitazione per anni per interpretare sè stessi.
Chiamare attori famosi e strapagati che però non erano all'interno di una tale realtà avrebbe falsato tutto...
3): le tematiche affrontate. Discariche abusive, scontri tra clan, espansione del mercato cinese, bimbi iniziati al mestiere fin da piccoli...
E' duro vedere certe cose... lo è ancor di più pensare che accadono a due passi da noi.
4): la potenza delle scene. Marco e Ciro in costume che sparano con i kalashnikov rubati, emulando forse Tony Montana; i bambini che parcheggiano i camion; Franco che dice "Robbè, non l'aggia inventat ì l'amiant".
Non si può rimanere insoddisfatti, amareggiati si.
Guardatelo e basta.

vanbasten  @  01/06/2008 14:53:47
   10 / 10
e' storia... e' l'italia della camorra ... ottimo film documento su una realta' cruda del nostro paese

marco86  @  01/06/2008 14:51:41
   9 / 10
non è un film su dei personaggi,ma è un film su un contesto,una sorta di impietosa analisi antropologica sul degrado culturale,umano,sociale,politico di una parte d'italia,simile però ad altre parti d'italia.una città punita da Dio,insomma,come il magnifico titolo suggerisce.

garrone,che già con l'imbalsamatore aveva dimostrato di essere bravissimo,sceglie a mio parere il metodo migliore per raggiungere il suo scopo:l'iperrealismo,che sembra quasi documentario per quanto è vero.
tutto l'opposto quindi dei pur bellissimi film americani sul genere che tendono alla spettacolarizzazione,finendo col rendere (loro malgrado,certo)criminali come scarface o il padrino dei veri e propri modelli.
in gomorra è tutto l'opposto:una macchina da presa e via tra le strade vere di storie vere con persone vere.e così si intrecciano i destini (che condividono una certa tragicità)di persone diverse,accomunate però da quel fatidico "contesto".

la camorra è trattata per quello che essenzialmente è:un fenomeno culturale,che per essere combattuto appieno necessita soprattutto di una battaglia,appunto,culturale.quindi anche chi non ha l'apparenza di camorrista,ma anzi non impugna mai una pistola e ha paura del sangue (come la figura del contabile)finisce comunque col far parte dell'ingranaggio,condividendo un certo modo di vivere e di ragionare.tant'è che un camorrista,di quelli veri,con la pistola,arriva a dirgli :"io ammazzo le persone,tu porti i soldi.siamo uguali".
oppure il personaggio del sempre bravissimo servillo:anche dietro la sua faccia perbene si nasconde la camorra,anche se lui,visto che non spara,probabilmente non se ne rende neppure conto.chi vive immerso nell'illegalità più totale,non si rende neppue conto che quello che fa non andrebbe fatto.

meriterebbe un trattato intero la scena finale.crudissima,senza speranza,bellissima.quei 2 ragazzi ricordano lontanamente il ray liotta di quei bravi ragazzi ("ho sempre desiderato fare il gangster").ma garrone,che come già detto decide di non spettacolarizzare nulla,osa mostrarci lo squallore di queste anime nel loro lato più torbido:quando vanno a *******,quando piangono dopo essere stati picchiati,quando di punto in bianco rapinano una sala giochi e quando infine vengono uccisi.in tutti questi momenti,mi sembrava di riconoscere tanti ragazzi che nella camorra non vedono un nemico,ma una famiglia.

altra scena da pelle d'oca:il ragazzino che per fare un favore al proprio clan fa uccidere la donna sua amica.il senso è che per diventare uomo (laddove per uomo si intende camorrista)bisogna mettere da parte i propri sentimenti e agire per l'interesse del proprio gruppo.come quando un suo amico lo minaccia quasi di morte per il semplice fatto che ora appartengono a due clan diversi.

per descirvere la camorra,ma un discorso analogo lo si può fare ovviamente per le altre mafie,non servono cifre che ricordino i morti ammazzati.basta rappresentarne appena 2 ore come ha fatto garrone,facendoci illudere di essere lì.dandoci fastidio,disturbandoci come se avessimo visto un horror.per questo trovo pleonastiche le scritte finali:al contrario di quello che pensa Lot più giù,questo film non deve puntare alla testa,ma allo stomaco.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/06/2008 14.54.51
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giusss  @  31/05/2008 22:23:04
   10 / 10
Realta' sociale cruda e cruda che lascia molto riflettere.


Consiglio davvero a tutti di vedere questo film.

3 risposte al commento
Ultima risposta 03/06/2008 00.25.09
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lupanga  @  31/05/2008 21:07:41
   10 / 10
film stupendo (nn per il suo cointenuto) ma x aver rispekkiato la realtà...e pensare ke queste cose succedono tutti i giorno,,,riflettete

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  31/05/2008 16:14:15
   9 / 10
“O sei con noi o sei contro di noi”

Non ho letto il libro di Saviano, né conosco bene le zone della camorra, in ogni caso me l’ero immaginata proprio come l’ho vista nel film. Per questo non mi ha meravigliato o scioccato. Ho sempre pensato che il sistema funzionasse ricercando il massimo del profitto senza avere il minimo scrupolo o fine etico che non sia il denaro e il potere. Garrone in questo caso si sofferma proprio su alcuni meccanismi di funzionamento della camorra, tali da farla diventare una piccola società a sé, riuscendo a ricoprire il ruolo di imprenditore (dà lavoro, stipendio e pensione), di forza dell’ordine (chi si affida a lei e paga, ottiene “tranquillità”), di assistenza sociale (procura o toglie gli alloggi) e di istruzione (fa scuola agli scugnizzi per farli diventare “uomini senza paura”). Inoltre si ammanta anche del “fascino” che viene dalla mitologia romantica del duro, del più forte (i due ragazzetti che vogliono diventare “boss”).
Al centro ci sono però i soldi e gli affari e la camorra sa come massimizzare i profitti. A tal fine tutti i mezzi sono leciti. E’ questo il segreto del suo successo: far funzionare il sistema economico capitalistico senza contrappesi di ordine morale. Si tratta di un sistema autosufficiente e Garrone ce l’ha voluto descrivere nella sua purezza senza confrontarlo con chi non partecipa a quel sistema (la società napoletana “pulita”). Non c’è quindi un giudizio di condanna a priori, anzi tra le pieghe viene fuori la grande forza, l’efficienza e il successo di questo sistema.
Se Garrone riesce a “smitizzare” la camorra, lo fa con i mezzi forniti dall’arte. Prima di tutto cerca di estraniare lo spettatore dalla storia e impedire l’identificazione con i personaggi. Infatti nel film non ci sono protagonisti ed è strutturato in più piani narrativi che si intrecciano fra di loro (si spezza continuamente la tensione). Si cerca di forzare lo spettatore a immaginare o a intuire il significato delle scene rappresentate evitando di dare spiegazioni (per molti questo è un difetto). Lo spettatore si deve “arrangiare” con la presa reale, la storia non viene “adattata” per spiegare meglio le parti in gioco. Distacco, estraniamento, crudo realismo fanno sì che non ci si “affezioni” e si guardi il tutto in maniera fredda e razionale.
Poi c’è la scelta stilistica di non abbellire quello che viene mostrato. La fotografia mostra zone degradate, campagne inquinate, spiagge anonime. La bruttezza è anche quella fisica della gente. La mdp sta appiccicata in primo piano su facce butterate, brufolose, meschine o dure. I neoarricchiti invece fanno di tutto per sfoggiare il benessere raggiunto e ne vengono fuori delle figure pacchiane, ridicole, tutte apparenza e volgarità. Gli altri invece devono essere assolutamente deferenti e ubbidienti, devono strisciare, devono leccare o umiliarsi, solo così possono sperare di sopravvivere (se però la loro la si può chiamare vita).
Non parliamo poi dei “sentimenti”: non esistono o meglio esistono solo dei legami (quello del sangue, quello del clan). Il resto, tipo l’amicizia o la solidarietà passano in secondo piano rispetto alla fedeltà alle regole ferree. E’ una vita tutta egoismo, durezza, materialità e apparenza allo stato puro. Insomma ce n’è abbastanza per disegnare un mondo efficiente ma che assomiglia tanto ad un girone infernale.
L’unica presa di distanza da un mondo del genere non può avvenire che su basi idealistiche, dentro la coscienza del singolo. E’ una questione di volontà, non di convenienza. Si tratta di credere o sperare in un mondo diverso, senz’altro imperfetto e meno efficiente, sicuramente con meno ricchezza individuale, ma che permette a tutti, anche ai più deboli, di vivere e di essere liberi senza strisciare per terra e leccare la scarpa al potente di turno. E’ una scelta che implica una certa dose di coraggio, cultura e educazione (una mentalità aperta). In conto va messa anche la sconfitta (il sarto) e il dileggio da parte dei “pratici” (Roberto, il simbolo della Napoli “sana”).

“Io non sono come voi, sono diverso”

fave di fuca  @  31/05/2008 14:51:00
   8 / 10
film crudo e terribile perchè rispecchia la realtà tale e quale com'è.

the saint  @  30/05/2008 15:04:31
   8½ / 10
matteo garrone, dalla stalle (l'imbalsamatore) alle stelle (gomorra)....
è incredibile e netta la bellezza tra i due film, forse sarà anche merito di roberto saviano?!?!?(l'autore del libro?!??!)
ciò che però è veramente simile(ed è l'unica cosa che risucivo a salvare dell'imbalsamatore) è la scenografia e le ambientazioni : un affresco quanto più realista della società, che trasmette allo spettatore quel senso di marcio, di corrotto che c'è nel sistema. vabbè poi le musiche, ma soprattutto quello che mi ha colpito è stata la bravura e la scelta azzeccata di ogni personaggio(facile fare i film che trattano temi come questo, buttando lì un al pacino o un robert de niro...) non ce ne è uno che stona in questo film, ma anche quelli non protagonisti sono eccezionali!! (quello con la voce roca nella parte finale del film o quello che pronuncia la frase al contabile: ''tu porti i soldi e io uccido la gente, siamo uguali io e te in questa guerra!!!!!!!!!!)
poi la scelta della narrazione dei 4 episodi(non raccontati in sequenza) è la bellezza del film, ti prende anocr di più non annoiandoti mai, rispetto ad una storia o più storie a filone unico...
(non leggere per chi non ha visto il film)
non sono d'accordo con chi sostiene che questo film non descrive da dove parte la camorra, il suo sistema o non fornisce una via d'uscita per liberarsene: il modo c'è! ed è rappresentata dalla figura di carmine paternoster, l'unico che si ribella al sistema prima ancora che sia troppo tardi per uscirne!
putroppo però la camorra sembra essere troppo forte da distruggere e tale pensiero sembra essere sintetizzato dall'autore con la suggestiva immagine finale, l'uccisione dei due ragazzi che vengono trasportati sulla ruspa che li solleva in alto, proprio quasi a voler sottolineare la sua potenza e la sua grandezza!

Skanoir  @  30/05/2008 12:02:10
   9 / 10
Uno spaccato di quello che è definito "Il Sistema".
Premetto che non ho letto tutto il libro, ma devo dire che il film funziona abbastanza bene anche senza averlo letto.
Quello che colpisce subito di questo film è il grande senso di realtà che trasmette. Sembra di essere davvero in quei posti, tra quelle persone. I personaggi sono resi in maniera impeccabile, così come le ambientazioni tristi che riflettono lo squallore della periferia. Sono di Napoli e quindi sono entrato qualche volta in contatto con questo tipo di realtà e la differenza tra la finzione del film e il reale è davvero nulla! Ovviamente sono rimasti delusi coloro che cercavano in questo film/documentario la struttura classica di un film, con il protagonista, l'antagonista, la storia. Ma la funzione di Gomorra non è questa... ma quella di rendere visibile e percepibile l'atmosfera che circonda il degrado delle Vele di Secondigliano o la mentalità dei Casalesi o dei ragazzini che crescono tra lo spaccio e gli omicidi.
Insomma davvero un ottimo film, che lascia un senso di angoscia e di frustrazione che solo pochi altri film sono riusciti ad ottenere.
Da vedere...

Zanibo  @  30/05/2008 01:26:14
   8½ / 10
E' una via di mezzo fra un film e un documentario e a tratti può anche annoiare. Però è veramente molto bello e "potente" nella sua crudezza. Gli attori sono credibilissimi.

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  29/05/2008 16:48:38
   7½ / 10
I pregi di Gomorra sono nel mostrare, entrandovi all'interno, il profondo radicamento delle organizzazioni camorristiche in alcune zone della Campania e della loro multiforme espressione. Non ci sono solo i guappi o i boss di quartiere, o i ragazzini apprendisti boss, ma anche rispettabili uomini d'affari, apparentemente puliti, "clean", che viaggiano, sono eleganti, colti, parlano lingue straniere.
La sterminata periferia napoletana è una sorta di regno inaccessibile ad ogni forma di legalità e umanità. Ma vedendo il disperato degrado degli enormi edifici popolari di Scampia, lontani anni luce persino dalla "disperata vitalità" pasoliniana, viene in mente che la camorra attuale ha le sue radici nell'attività di esponenti politici che da Achille Lauro in poi posero le mani sulla città trasformandone una grossa parte attraverso le speculazioni edilizie e l'abbrutimento e l'esclusione sociale.
I ragazzini che fanno da sentinelle per le attività degli adulti danno la misura di quanto quei quartieri siano fuori dal controllo delle istituzioni e delle forze dell'ordine (e di quanto ridicolo sarebbe anche l'impiego dell'esercito per frenare la criminalità organizzata).
E' ben evidente la componente deterministica che "condannerebbe" coloro che nascono e crescono nel contesto di Gomorra a riprodurre solo quei modelli comportamentali e sociali: lo è per i ragazzini iniziati alla criminalità, lo è per il sarto che non ha avuto altre possibilità nella sua vita se non quella di lavorare per il suo losco "padrone", e lo è per il "contabile" che consegna soldi a "tutti". Per loro il libero arbitrio non è possibile: al ragazzino non è ammesso esitare, al sarto di lavorare per altri e al contabile di non scegliere. Eppure, nonostante tutto, la possibilità di scelta esiste: scegliere di non partecipare e di andarsene, uscire di scena vivi con le proprie gambe.
Giusta la scelta di utilizzare le musiche in modo diegetico: sarà contento Tiziano Ferro...

forzalube  @  29/05/2008 13:36:31
   9 / 10
Film pressoché impeccabile. Mostra "il sistema" dal basso intersecando 5 storie di comparse del gioco mafioso. Giustamente premiato a Cannes.

branco  @  29/05/2008 12:29:10
   8 / 10
Vi consiglio veramente di vederlo, mi è piaciuto tantissimo.Ottima interpretazione,un film che riflette una delle verità italiane !

patt  @  29/05/2008 10:02:13
   8 / 10
Questo "film" ti porta di forza dentro una realtà che supera l'immaginazione, non è l'atto di violenza ultimo a colpire forte, ma la violenza radicata, inesorabile e che pare inestirpabile del "o con noi o contro di noi".
La guerra dimentica di ogni legame passato e di ogni possibile scelta, non esiste "..vediamo..", non c'è niente da vedere o da pensare, c'è solo da scegliere con chi morire.
Film, come già detto, necessario per i significati e soprattutto per come li mostra, nudi e crudi e senza aggiunte e\o sottrazioni.
E questo lo rende ancor più importante, oggi più di ieri.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  29/05/2008 02:26:55
   8½ / 10
Prima di vederlo volevo mettergli 10 per tutto il casino che ha creato. Dopo averlo visto gli metto 8, ma il voto è 8 e 1/2 perchè capita di rado che un film italiano faccia discutere cosi tanto anche all'estero.
Gomorra è un docufilm pontecorviano; ossia è un analisi clinica e asettica di un fenomeno, quello della camorra napoletana visto nel suo esplicarsi finanziario e militare; mi ha ricordato soprattutto Queimada che invece era una analisi marxista sulla colonizzazione. Il cinema politico e sociale gli italiani lo sanno fare bene. Abbiamo una tradizione che è senza storie la migliore del mondo americani a parte. Pontecorvo, Rosi, Petri, De Seta per non parlare del neorealismo non ce li hanno avuti in molti nel mondo. In questa pellicola abbiamo attori di strada che non recitano, ma vivono la loro parte come fosse la vita di tutti i giorni e una grandissima performance del nostro più bravo attore in circolazione, il campano Toni Servillo, talmente naturale che riesce a farci dimenticare di star recitando (compiendo una opera ancora più mirabile dei non professionisti). Non è un 10 perchè qualche sbadiglio nella parte centrale me lo ha fatto venire, ma questo è tipico di molti documentari veri e propri. Non sono comprensibili le voci di chi critica la mancanza di empatia nei confronti dei personaggi; un entomologo non deve provare o far provare empatia nei confronti degli insetti ma semplicemente studiare i loro comportamenti; esattamente quello che fa Garrone colla camorra e direi di piu con il momento del Paese. Gomorra che ci piaccia o meno è un film epocale: sta all'Italia di oggi come la Dolce Vita stava all'Italia degli anni 60. Speriamo veramente sia un indizio di rinascita della nostra arte più grande.

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kaizen  @  28/05/2008 12:34:39
   7 / 10
Difficilissimo dare un voto a questo film. Plauso per l'argomento trattato, plauso per alcune scelte puramente registiche, plauso per la fotografia in alcuni punti. Solo per il coraggio di proporlo e per il realismo della rappresentazione, merita 10.
Il punto è un altro pero', ed è il motivo per cui mi sono fermato a 7: da un punto di vista "filmico" mi ha lasciato l'amaro in bocca, e avevo grandi aspettative, anche senza aver letto il libro. Forse è proprio il fatto di non aver letto il libro, ad avermi limitato. Le trame si incrociano in maniera molto confusa in diversi punti. Non si capiscono tante cose (che vengono date per scontate, a capire da commenti di altri, e sono spiegate nel libro) e non sono riuscito ad farmi prendere dalle storie. E' pesante e, purtroppo, noioso in diversi punti.
Ma io credo che se non fosse stato cosi' legato alla realta', se fosse stato una pura finzione, non avrebbe avuto questo successo. Per quello che dico 10 per il coraggio, la scelta, il pugno nello stomaco, la rappresentazione vivida. Ma 5 per la confusione delle storie, e l'incapacità di creare un feeling con i personaggi che sono poco approfonditi (per scelta?).
Opinione opinabilissima!

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2 risposte al commento
Ultima risposta 30/05/2008 14.16.32
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baobabwired  @  27/05/2008 23:31:14
   10 / 10
Miglior film dell' anno. Interpretazioni casting e regia da Oscar. Altro che Cannes !!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  27/05/2008 16:31:22
   9 / 10
come già detto da molti: mai vista una rappresentazione fittizia così realistica.
e ci sono un paio di scene di una bellezza straordinaria, su tutte quella di ciro il portasoldi che si allontana dal luogo del massacro appena avvenuto.
a tratti viene voglia di uscire dalla sala, prendere una boccata d'aria 'buona' e solo dopo rientrare.

6 risposte al commento
Ultima risposta 26/12/2008 00.38.15
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abcinema  @  27/05/2008 16:25:00
   8½ / 10
Un capolavoro: il regista è riuscito a creare due ore di realismo puro. Impossibile non sentirsi parte integrante di quel mondo, grazie anche all'ottima interpretazione degli attori e a un'ottima sceneggiatura. Un applauso a Garrone, che si conferma oggi uno dei migliori registi italiani

polbot  @  27/05/2008 13:50:05
   8 / 10
Film fatto davvero bene, premio meritato. Bella prova di neoneoneorealismo italiano. Quesito per i "morettiani": il capo del sarto ve lo ricordate in un film di Nanni? Su forza...Sìsì è proprio lui!

Invia una mail all'autore del commento Living Dead  @  27/05/2008 13:00:28
   7 / 10
Non ho letto il libro, ma sinceramente mi aspettavo molto di più da questo film, o comunque qualcosa di diverso. Nonostante sia valido sotto l'aspetto tecnico e credibilissimo su quello interpretativo quello che conta è il messaggio, il ritratto veritiero di uno spaccato (e non solo) della nostra società. Un film forte e realista ma che personalmente mi ha detto poco o nulla di nuovo. Questa è una cosa puramente sogettiva perchè per quanto mi riguarda ero già a conoscienza di situazioni simili a quelle raccontate. Rimane comunque un ottimo film, (magari il librò potrà essere più incisivo) da vedere assolutamente per avere un'idea più chiara di quanto ci succede attorno perchè fatti come quelli raccontati accadono ogni giorno, ma come sempre non si ha mai il coraggio di raccontarli.


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giumig  @  27/05/2008 09:37:26
   8 / 10
Ho letto il libro e devo dire che, seppur LOGICAMENTE mancano dei particolari e delle scene importanti, il film resta fedele a quello che è lo "spirito" del libro: dennciare una situazione che fino a poco tempo fa pochi conoscevano e far capire che la camorra è piu nascosta ma proprio per questo molto ma molto piu pericolosa della mafia.

Detto questo, il film di garrone è neoralista e sfiora il documentario, è girato benissimo ed è sorretto da attori (parlo di quelli socnosciuti) palusibili e davvero bravi. Essendo campano ho potuto apprezzare anche la scelta del dialetto stretto, indispensabile per la realisticità della pellicola.

Non mi soffermo sulle varie scene, l'unico appunto è il modo un po troppo frazionato di raccontare le varie vicende e la mancanza di una base solida ben strutturata: sembra quasi che garrona abbia dato per contato che tutti abbiano letto il libro.

Ma è soltanto un piccolo appunto per un magnifico film!

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  26/05/2008 19:33:47
   8½ / 10
Che gli italiani sappiano fare solo questo genere di film è (per me) solamente una conferma. Ma penso che qui ci troviamo di fronte ad una pellicola molto più importante, realizzata da un regista che sicuramente dimostra un talento evidente e indiscutibile.

Gomorra è un film che ti trascina all'interno di una città da incubo, che ti conduce attraverso location labirintiche e fatiscenti soffocate da un'atmosfera malata e veramente infernale. Emanazioni quasi zolfiche sembrano sbuffare attaverso muri e strade affollate da un'umanità che si dibatte tra la disperata fuga da una realtà che li ingloba e da cui è difficile liberarsi e la furiosa e autodistruttiva voglia di ascesa di chi questa realtà la sogna.

Garrone è bravissimo e dirige una pellicola asciutta e dura che non è inquinata da prese di posizione, ma mantiene un freddo distacco da docu-fiction. La struttura episodica è interessante in quanto viene usata sia per documentare la realtà della camorra sotto più punti di vista, persino quello che coinvolge l'aspetto "legale", sia per spezzare la narrazione, che risulta quindi meno impegnativa da seguire. Con una sorta di climax che raggruppa insieme lo sfociare in violenza con relativa sparatoria delle varie storie.

Unico neo che ho trovato: c'è una sola sequenza in cui viene mostrata esplicitamente la polizia con tanto di agenti. Questa scena sembra stonare con il resto del film, in quanto incrina una struttura che pare interessata esclusivamente ad una delle due fazioni, come una sorta di telecamera nascosta che non discosta mai il suo campo visivo dal "girone infernale". Tranne in quella scena. Strano.

PS: il libro non l'ho ancora letto.

Mirea  @  26/05/2008 12:56:45
   6½ / 10
Ho letto il libro e la scelta che ha fatto il regista non l'ho condivisa: ovviamente bisognava scegliere alcune scene da inserire in sole 2ore di film, perchè sono tantissime e sarebbe stato impensabile metterle tutte (tra l'altro alcune scene non sono state fedelmente riprodotte, c'è sempre qualche differenza da quella che è stata la realtà).. A parer mio si poteva scegliere molto meglio.
(SPOILER)
In ogni modo il film non sostituisce il libro (assolutamente): la realtà è ben più grave di come l'ha descritta Garrone.
Si poteva fare meglio.

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Ultima risposta 26/05/2008 12.58.46
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éowyn_3  @  25/05/2008 19:53:23
   8 / 10
alcune vicende di mafia si intrecciano in un vivido ed estremamente realistico affresco. ben fatto e ben recitato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  25/05/2008 19:26:55
   8½ / 10
Grandissimo Matteo Garrone, finalmente un film che ti inietta la verità fin dentro le vene. Bravissimo, dobbiamo essere fieri di questo film.

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  25/05/2008 18:56:19
   8½ / 10
Quando l'Italia fa Cinema.Pellicola di gran spessore.Mi ha ricordato molto City Of God.Toccante è violento.Molto Bello!

alex14  @  25/05/2008 18:48:37
   8 / 10
Un bel film che offre un veritiero ritratto di alcune zone d'Italia.
Certe scene sono davvero un pugno nello stomaco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  25/05/2008 13:17:20
   9 / 10
Una delle migliori pellicole italiane da qualche anno a questa parte. Gomorra ci fa entrare in un mondo a parte, a noi sconosciuto e lontano anni luce dalla realtà italiana. Al termine della visione non si può non rimanerne sconvolti. A parte per i contenuti attuali e per l'importanza del tema trattato, Gomorra è un film ben diretto ed interpretato in maniera ineccepibile. Meritatissima la candidatura alla Palma d'oro di quest'anno.

muSe  @  25/05/2008 10:57:38
   6½ / 10
Avrei voluto capirlo di più, in certi tratti ho fatto molta fatica, forse troppa, ma non mi ha convinto particolarmente

FABRIT  @  24/05/2008 22:25:35
   7 / 10
Duro e asciutto!Un ottimo film anche se il libro è molto di più!

Invia una mail all'autore del commento signor_kappa  @  24/05/2008 21:29:46
   9 / 10
Amo i film in dialetto sottotitolato, amo i film di storie collettive, amo le ambientazioni di periferia; che dire di più? Non amo che tutto questo, ed è la verità, sia Italia ed Europa. La pellicola ti fa del male, ma ti aiuta a capire, eccome se ti aiuta.

ingsissi  @  24/05/2008 21:22:01
   8 / 10
Manca quasi il respiro nella sala affollata, anche l'aria a tratti. Una storia nell'altra senza possibilità di scampo, la cruda realtà, nessun effetto speciale tutto drammaticamente vero. Il male che nasce si riproduce e si autoalimenta con se stesso. Ragazzini che sognano di conquistare tutto, sparando, in mutande, nel nulla; mettono il naso dove non devono e anche per loro è pronta una bella imboscata, del resto "era necessario" dice il vecchio. Nessuna pietà. Nessun lieto fine se mai ci fosse.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  24/05/2008 19:52:54
   8½ / 10
Gomorra è una visione sconvolgente. Così brutale nel suo realismo, da non lasciare neanche un attimo di tregua allo spettatore, che ne esce tramortito.
Ogni tanto viene ancora realizzato qualche film in grado di innalzare il nostro cinema, qualcosa di cui sentirsi profondamente orgogliosi.

ozrecsehc  @  24/05/2008 15:25:22
   10 / 10
dieci perchè anche questa è l'italia, purtroppo

Vegetable man  @  23/05/2008 20:30:32
   8 / 10
Sono davvero combattuto nell'assegnare un voto a questo film, poichè non credo vada giudicato con i criteri canonici.
La sua forza rappresentativa, se si intende cosa voglio dire, va oltre quello che è il gusto dello spettatore, va oltre il normale affermare "mi è piaciuto", "non mi è piaciuto".

Il film non mi è piaciuto. L'ho trovato farraginoso, piatto nel dipanarsi delle varie vicende, senza una vera conclusione poichè non c'è uno svolgimento. Certo, mi accorgo che questa è la tecnica narrativa che si è scelto di utilizzare. Però, rende il film ancora più pesante di quanto già faccia il contenuto.
Non mi è piaciuto anche perchè non mi ha lasciato molto. Ero in una situazione particolare: tramite la mia ragazza, che aveva letto il libro, sono venuto a conoscenza solo di alcuni aspetti, quelli che l'avevano maggiormente colpita, del libro. Tra questi, vi era l'organizzazione, l'ampiezza del sistema-camorra. Il suo dipanarsi in ambiti di qualsiasi tipo, commerciale, economico, finanziario. I suoi traffici toccano moltissime aziende che consideriamo nella legalità.
Questo punto, che tanto mi aveva colpito, è solo accennato nel film.
Infine, i personaggi. Non sono approfonditi, non si sta in pena per la loro sorte, non ci si immedesima. Risultato, a due ore dalla visione questo film non mi ha lasciato granchè, rispetto a quello che già prima dal libro sapevo.
A sentire gli altri commenti però, sono in minoranza riguardo a questo.

Passiamo invece alle note positive: l'impronta stilistica di Garrone è molto cruda e realistica, certamente indovinata, per l'atmosfera che crea. La scarsa profondità di campo, le riprese in ambienti reali e carichi di vissuto, gli attori non professionisti, sono scelte che vanno nella giusta direzione.
E' molto apprezzabile anche la scelta di non scadere nella docu-fiction televisiva, l'assenza di sbavature che svelino la finzione, l'assenza di moralismi inutili.

Si potrebbe dire, è un bel film-brutto. Sopratutto, un film troppo importante per ragioni non strettamente cinematografiche, per meritarsi un voto inferiore a quello che ho dato.

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kiteneomare  @  23/05/2008 07:18:52
   10 / 10
Un pugno nello stomaco, peggio di una pistolettata!
Non mi è mai capitato di stare male durante la visione di un film!
Eppure sono amante dell'horror più gore!
Ma ieri, vedendo Gomorra, mi ha fatto male l'eccezionale realismo della messa in scena, impreziosita dal non professionismo di gran parte degli attori!
E io che sono napoletano mi sono sentito ancora più colpito dal constatare che purtroppo il film (così come il romanzo di Saviano da cui è tratto) racconta la dura verità che va in onda tutti i giorni in alcuni quartieri ed alcune zone della Campania ex felix.
I numerosi colpi di pistola esplosi nel film, volutamente fragorosi, ti fanno sobbalzare dalla poltrona e ti rendono momentaneamente sordi proprio come se fossero reali!
Ma più che la violenza fisica ciò che colpisce è quella verbale dei ragazzi di Scampia, che sono davvero dei senza futuro, morti che camminano, abbandonati dallo stato!
L'unico augurio è che questo film disturbi, come ha disturbato me, i ragazzini che andranno a vederlo, che faccia capire loro che quella vita non è un esempio da seguire ma un tunnel senza uscita!
Sul piano strettamente "tecnico" non si può che lodare su tutti il regista per l'abilità nel dirigere non professionisti (in questo ricorda molto il grande Gianni Amelio) e per la trasposizione del difficile testo di Saviano.
Sulla recitazione di Servillo ormai non ci sono parole che tengano, quindi mi soffermerei sulla magistrale interpretazione di Gianfelice Imparato, assolutamente stratosferico!
Standing ovation col cuore affranto!!!!!!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/05/2008 00:13:09
   9 / 10
E' veramente difficle rimanere indifferenti di fronte ad un film sconvolgente per la potenza delle immagini che rimangono impresse nella tua mente. Dal formicaio infernale di Scampia delle basse manovalanze al doppiopetto del traffico per lo smaltimento dei rifiuti tossici, la camorra ha inquinato e continua ad inquinare il tessuto sociale ed economico della società campana e non solo. Ritratto lucido e spietato di una realtà priva di valori, tranne quello del denaro (con quel suo ossessivo fruscio del conteggio delle banconote), quello si copioso per pochi capoclan in mezzo alla miseria dei tanti. La regia di Garrone è magnifica nel seguire da vicino, anzi quasi opprimendo i personaggi delle cinque storie che compongono il film e mostrando più di una volta veri pezzi di bravura come l'assassinio del cinese e la strage dove Don Ciro, unico sopravvissuto si allontana tornando verso le Vele di Scampia.

simonssj  @  22/05/2008 23:09:21
   10 / 10
Spaventosamente reale, si esce dalla sala con il sollievo di aver goduto di una produzione italiana di altissimo livello (la telecamera a conti fatti sembra muoversi tra la realtà quotidiana di Scampia e dintorni) e il terrore che, alla fine dei conti, quello che si è appena visto è un film ma di fatto non lo è. Consiglio vivamente di raccogliere, prima della visione, alcune informazioni sulle dinamiche delle attività illecite affrontate da Saviano (nel romanzo) e da Garrone per non rimanere troppo smarriti. L'augurio è che un giorno questo film possa raccontare ciò che è stato e non più ciò che è. Da premiare in tutti i modi possibili

giax-tommy  @  22/05/2008 21:50:49
   10 / 10
Sono assolutamente orgoglioso di questo film.Apparte il coraggio nel girarlo,produrlo e interpretarlo si deve apprezzare la mano del regista che mi ha stupito davvero,L'imbalsamatore e Primo Amore sono due film fantastici ma di un regista non immaturo ma poco considerato e quindi su cui si aveva investito poco.Con Gomorra lo scenario cambia,Garrone ha avuto a disposizione ottimi attori,e soprattutto una gran quantità di ottimi attori(non so come si chiami l'attore che interpreta il portasoldi ma è fantastico),ma anche la possibilità di uno sfondo come le Vele.
La realtà di quelle immagini ovviamente fa si che il film arrivi dritto allo stomaco,e lo squallore di tutti gli ambienti rappresentati sono la giusta scenografia per lo squallore di quelle azioni(anche la spiaggia dove i due ragazzi si sbizarriscono è squallida),Chi sperava(le frange stupide dei fun di Tony Montana soprattutto) in una qualsiasi forma di elogio anche implicito a quello stile di vita malavitoso se ne andrà a casa del tutto deluso.Inoltre io che le frange vichinghe dei napoletani li vedo tutti i santi giorni posso constatare che si comportano davvero come i protagonisti di queste vicende,è impressionante la qualità delle loro interpretazioni e la somiglianza negli atteggiamenti e nei discorsi futili e volti all'inutilità o al massimo allo sfotto del "diverso" di turno.
Complimenti a Garrone,stile unico

harlan  @  22/05/2008 20:33:55
   9 / 10
REALE: ieri, io, non ho assistito ad un film. mi sono trovato un attimo nelle vele. poi un attimo al villaggio coppola. un'attimo alle falde del vesuvio. un'attimo in giro per le discariche a cielo aperto campane.
il libro racconta la realtà che mi circonda. ciò che ho visto ieri sintetizza il libro. ciò che ho visto ieri è la sintesi della realtà che mi circonda.
le storie ti coinvolgono. la regia ti da la sensazione di essere li', sei presente anche tu. . i dialoghi rispecchiano fedelmente la realtà, e quando dico fedelmente dico che non c'è stato alcun tipo di adattamento "all'italiano" come di solito accade nei film in dialetto. vi assicuro che ciò che avete sentito nel film, io lo sento tutti i giorni, uguale. è il nostro "slang" e nel film c'è tutto senza nessuno sconto.
mezzo voto in meno, perchè ahimè non mi ha stupito, i meccanismi rappresentati qui da noi li conoscono tutti e qualcuno ci convive. niente di nuovo per noi della provincia, per noi di las vegas.
mezzo voto in meno, perchè la camorra casalese non è rappresentata al contrario di ciò che accade nel libro, o almeno fa da semplice contorno alla storia dei due ragazzini-scarface, mentre il suo ruolo è predominante nella realtà campana. avrei preferito una delle storie TUTTA dedicata alle vicende dell'agro aversano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/05/2008 19:25:54
   8½ / 10
"Tu porti i soldi e io uccido la gente, siamo uguali io e te in questa guerra"

La guerra... l'emulazione che porta dei ragazzini a comportarsi come se fossero tra i vietcong di Platoon, il lancinante sparo che mitraglia il silenzio (ovunque c'è silenzio, complicità e fatalismo).
Un girone infernale, con il quartiere di Scampìa che sembra rievocare certi film sulla resistenza degli anni Cinquanta, ma qui non si parla certo di fascisti e comunisti... soldi, morte, delazioni, usura, cocaina, truffa: un mondo inerme dove c'è chi sfida il potere per emularlo (v. i due ragazzi che rubano armi alla camorra). Una sequela di vicende (frammenti che appartengono alla vita) che non hanno nulla del bozzetto o della caricatura, anzi Garrone riesce splendidamente a trovare uno stile asciutto e minimalista, anche nel calibratissimo stacco tra immagine e suono (merito del sound designer Leslie Shatz, già collaboratore di un certo Gus Van Sant).
Come la grande solitudine - pari al suo squallore - di Ciro, o l'ambiguità di Pasquale, che si è "venduto ai cinesi", o ancora Franco (Servillo, una maschera di cinismo ineguagliabile) e Roberto.
E in questo maelstrom urbano quant'è liberatorio proprio il suo rifiuto, com'è acclamato il bisogno di dire "io non sono come voi": un attore stupefacente, Carmine Paternoster, che - almeno virtualmente - rappresenta un pò l'eroe nazionale che tutti vorremmo avere.

"Gomorra" è dunque un film importante, girato magistralmente, anche se forse ha più il coraggio della sperimentazione tecnica che quella ideologica (un giorno spero di poter spiegare perchè) ma con almeno due sequenze che rimarranno tra le pagine più belle del cinema italiano degli ultimi vent'anni: l'agguato ai cinesi sullo sfondo di rovine di gesso o di marmo (un'excursus surrealista che preannuncia la decadenza "aristocratica" di un vero mondo post-bellico come la camorra) o l'iniziale faida nelle saune, dove per certi versi Cronenberg viene a patti con Piscicelli.

Per una volta, ripeto, nessuna forzatura di maniera, nessun retaggio paratelevisivo, nessuna enfasi populista: è un miracolo che in Italia esistano ancora film del genere

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/05/2008 21.08.51
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mikyross  @  22/05/2008 18:29:48
   9 / 10
Dopo aver letto il libro restandone angosciato, il film è stato altrettanto angosciante e sconvolgente... Spero vinca la Palma d'Oro...
Non poteva uscire in un periodo migliore, tra l'altro: il nostro paese, già in serie difficoltà per colpa dei suoi abitanti, sta conoscendo la sua peggior decadenza dal dopoguerra. Se a Napoli si manifesta in modo così crudo e dilagante, una sottile aura di "Gomorra" aleggia in tutta Italia e si insinua venefica nelle menti, nelle attività, nei progetti...dove finiremo?

kinghomer  @  22/05/2008 13:46:47
   10 / 10
Ho vissuto l'adolescenza napoletana. Mai nulla fù più vero !!!!
INCOLLATEVI ALLO SCHERMO

suzuki71  @  22/05/2008 13:26:10
   10 / 10
Realissima rappresentazione forse più viscerale che cerebrale della camorra, dove tutti gli ambienti sono squallidi, dove i soldi a cosa servono, e il potere è un gioco dei ragazzini, la sete di potere come una partita di scopone, vite animali di chi è vittima della non-cultura, della spirale di morte. Sembra un dcumentario, ma è un potntissimo film, una fotografia forse edulcorata della realtà senza colonna sonora, se non le neomelodie onnipresenti a Napoli, e la magnifica Hercolaeum dei Massive Attack sui titoli di coda. Poco sviluppata la rappresentazione istituzionale del fenomeno, riece in pieno a risvegliare lo sdegno civile, un colpo forse non decisivo ma molto molto ben assestato alla vergogna camorristica. Un miracolo che sia stato girato alle Vele, un miracolo gli attori, un grande miracolo civico che deve essere premiato, e se lo merita tutto. Sì, è un capolavoro, si potrebbe farlo meglio?

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  22/05/2008 12:54:52
   10 / 10
Un amico imprenditore edile di Napoli una volta mi disse che estirpare la camorra è impossibile: i camorristi delle ultime generazioni non sono rozzi banditi privi di cultura ma, studiando, si sono inseriti nella società che conta, nei luoghi di potere, nell'imprenditoria e in tutti i posti di comando.
Mentre seguivo l'episodio di Franco (un magnifico Toni Servillo) ripensavo a quelle frasi e a quanto sia profonda la connivenza tra l'imprenditoria che appare scintillante e "clean" – come si affanna a dire il "paròn" dell'azienda che deve smaltire le scorie – e l'infinito buco nero della malavita, che inghiotte tutto e non si lascia sfuggire nulla.
"Gomorra" è un film necessario perché lascia intravedere una realtà che si vorrebbe invece negare per troppa paura di guardarla in faccia accorgendosi che siamo tutti nella melma: è da premiare per il coraggio e per lo stile neorealista con il quale è girato. Agisce come un pugno nello stomaco dello spettatore, senza smancerie o tentativi di umanizzare la brutalità, ma anche senza eccedere nella violenza. I camorristi con la faccia da tagliagole sono gli stessi che fanno le lampade e la manicure, e vestono abiti firmati (cuciti in laboratori clandestini a prezzo stracciato, con la compiacenza delle griffe). Non viene mostrata la storia di nessuno, non ci sono padri da piangere o situazioni familiari disastrose a giustificare l'affiliazione alla famiglia. Ci sono solo la droga, il dominio sul territorio, il ricatto, la paura e i soldi. E l'unico modo per uscire dalle Vele è a piedi in avanti.

"Gomorra" è un grande docu-film, con regia inusuale tutta giocata sui primi piani e sul sapiente e insistito uso della profondità di campo, fotografia perfetta per rappresentare la miseria labirintica delle Vele di Scampia, colonna sonora fatta di neomelodico napoletano e continuo fruscio di mazzette. Alcune scene lasciano addosso la sensazione di una violenza al di sopra della comprensione: l'iniziazione dei ragazzini e il finale sono perfette fotografie di quanto valgano la vita umana e la dignità, nella mentalità camorristica. Carne da macello e nulla più.

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Ultima risposta 27/05/2008 09.19.08
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  22/05/2008 12:42:48
   10 / 10
Dò 10 perchè io, qualcosa di simile al cinema, non l'avevo mai visto.
Se "Il sorpasso" è stata un'istantanea dell'Italia del Boom, "L'albero degli zoccoli" un dipinto dell'Italia contadina della fine dell'800, "Gomorra" è senza ombra di dubbio una fotografia impietosa della camorra napoletana. Neorealismo come non lo si era mai visto prima: il tanfo di marciume e monezza viene emanato perfino dalla sala.
I commenti precedenti al mio hanno già detto tutto quel che c'era dire e pertanto sprecare altre parole è assolutamente inutile. Guardatelo e basta.

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Ultima risposta 09/07/2008 15.45.42
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DarioArgento  @  22/05/2008 06:16:11
   10 / 10
grande bella verità questo film si merita tutti i premi possibili....

Sciamenna  @  21/05/2008 16:36:39
   9 / 10
E' un pugno in faccia.

giulymovie  @  21/05/2008 15:44:01
   8½ / 10
Veramente un bel film sulla camorra calabrese.

21 risposte al commento
Ultima risposta 26/05/2008 20.31.38
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  21/05/2008 14:32:28
   7½ / 10
Forse tifavo in partenza per il documentario rispetto al neorealismo ma, a mio parere, il film va più alla pancia che alla testa e in questo perde dal libro, dando un'immagine forse relativa di un fenomeno che, pur nella spietatezza del ghetto (parlano da sole le Vele in campo lungo), è tutto fuorché locale. Rispetto al testo, che era miracolosamente in bilico tra saggio, inchiesta e dramma sociale, quest'ultimo sembra prendere indebitamente il sopravvento e sciogliere la freddezza necessaria.
Anche in questi termini in ogni caso il film regge e colpisce, disturba e rimane, offrendo squarci di sistema vissuto che ne riflettono purtroppo il radicamento, la solidità e la specificità rispetto a un normale apparato criminale (penso in particolar modo al sistema delle mesate).
In questo senso l'iconografia e l'estetica criminale, dal reale al cinema e ritorno, finiscono per cortocircuitare e ritrovarsi prive di senso nell'efficacia della quotidianità.
Notevoli cast (Servillo su tutti), regia e fotografia, Garrone lascia parlare l'inquadratura, impreziosendo con qualche lirismo ma evitando inutili didascalismi che avrebbero appesantito un film già impegnativo per sua natura.
Come detto in apertura, probabilmente non perfetto ma senza dubbio coraggioso e necessario.

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Ultima risposta 23/05/2008 13.45.29
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  21/05/2008 13:11:53
   7 / 10
Disturbante, paranoico e freddo. Il tutto senza essere cinico.
Garrone dirige con la gelida fermezza di una risonanza magnetica, decidendo di mostrare le parti in gioco senza propendere per le une o per le altre.
Quasi alla ken loach, ma senza interesse per i protagonisti.
Dopo la visione del film viene voglia di fare una doccia.

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Ultima risposta 07/07/2008 14.34.19
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helloween88  @  21/05/2008 12:03:59
   9 / 10
Film strepitoso,di un realismo che fa male.Garrone nel suo film non cerca mai di influenzare lo spettatore facendo trasparire ovvi giudizii morali,ma ci fornisce una lucido e crudo ritratto di alcuni degli aspetti più significativi della camorra,della sua logica imprenditoriale criminale e delle persone che ne fanno parte o toccate da essa .Persone che appaiono preoccupantemente simili a noi.Pur riprendendo alcune storie del capolavoro di Saviano,Garrone ha l'ulteriore merito di non fermarsi e fossilizzarsi sul libro,ma di fornirne una versione complementare ,usando un filtro e un punto di vista diverso che rendono questo film non una semplice trasposizione cinematografica,ma un prodotto che brilla di luce propria.
L'unica pecca è che secondo me alcuni passaggi del film possono risultare ostici per chi non ha letto il libro o non è almeno un po' informato sulle vicende della camorra.Un film assolutamente da vedere

P.S. azzeccattissimo anche il cast,che ha privilegiato volti sconosciuti ma assolutamente perfetti per le parti.Eccezionale Servillo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  21/05/2008 10:20:25
   8 / 10
"Tu non devi pensare"

Il ritorno del Neorealismo.
Garrone, costruisce un'opera basata sul realismo, cercando di descrivere il più lucidamente possibile la realtà campana.
Un film complesso e nichilista, privo di speranza e che descrive i difficili meccanismi della malavita, con tutta probabilità, irrimediabilmente radicata nella società.
Immagino che questo film possa essere considerato un vero e proprio capolavoro per gli autoctoni che vedono rappresentata con tale realismo la loro realtà. Per me, montanaro del profondo nord, rimane un ottimo film che riesce a dare un'idea della complessità della situazione malavitosa campana.
Contento che il cinema italiano sia ancora in grado di produrre ottimi film. Il talento c'è va sostenuto. Attendendo con ansia Il Divo di Sorrentino, Gomorra di Garrone è pienamente promosso

Invia una mail all'autore del commento Shuk  @  21/05/2008 02:20:14
   10 / 10
E fu così che il neorealismo, periodo di fiorente produzione cinematografica del secondo dopoguerra, tornò in voga nel Belpaese...
Da De Sica a Garrone... sembrano parole grosse... ma le caratteristiche di questa pellicola ci riportano ad antiche memorie ormai...
E' la pura realtà portata sullo schermo... senza effetti speciali con attori presi dalla strada...
I problemi di una "civiltà" così vicina a noi ed insospettabilmente tra di noi... mostrati così... senza quasi alcun pudore...
Ogni scena ci lascia un senso di impotenza...
La macchina da presa posta ad altezza d'uomo (tecnica prettamente desichiana) ci fa entrare quasi in quella realtà...
Un ruolo fondamentale è giocato dagli sguardi... specchi di variegati stati d'animo...
Strepitose le interpretazioni di Servillo ed Imparato...
Al contrario dei tanti scettici... credo che il cinema italiano di questa stagione stia sfornando delle opere degne di nota... forse la fine di questa interminabile crisi...
Tra queste opere sicuramente c'è questa di Matteo Garrone tratta dal libro di Saviano... che non esito a definire... CAPOLAVORO!!!

lookinis  @  21/05/2008 00:39:09
   10 / 10
Meraviglioso... un must per gli amanti dei mob movies. Purtroppo è la realtà, e probabilmente neanche tutta.

kayser soze  @  20/05/2008 22:48:50
   10 / 10
Finalamente il cinema italiano è tornato quello di un tempo!
Grande Garrone e grande Roberto Saviano

"Comprendere cosa significa l'atroce, non negarne l'esistenza, affrontare spregiudicatamente la realtà"
Hannah Arendt

quaker  @  20/05/2008 16:06:31
   8½ / 10
Da un libro assolutamente eccellente (classificato, ma non so sa bene operché, come romanzo) è stato tratto un film più che dignitoso, opera prima di un "giovane" ma talentuoso direttore della fotografia, come Matteo Garrone. Non credo che si potesse fare di più, senza rischiare.
Unico possibile difetto, per chi non ha letto il libro, è la difficoltà di capire alcune scene, situazioni, personaggi. Ad esempio quanso Tony Servillo va a trovare il vecchio contadino e tratta il prezzo di certi terreni, si "deve" capire che è malato di cancro, per effetto dei rifiuti tossici depositati nella zona; oppure che la villa di Scarface - Schiavone esiste veramente, che ha le pareti annerite per il fumo dei copertoni, dopo essere stata sequestrata al boss... o ancora chi sono gli scissionisti; tutte cose che credo non siano conosciute dallo spettatore medio e che forse bisognava cercare di spiegare meglio.

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bridge  @  20/05/2008 12:14:52
   8 / 10
duro
angosciante
non lascia spazio alla speranza

ps: più che essere un film, è un documentario sulla vita quotidiana di una zona molto specifica del napoletano. forse prima di vedersi il film sarebbe utile leggere un po di materiale su fatti e personaggi. in questo modo è possibile capire meglio il contesto.

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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  20/05/2008 11:26:43
   9½ / 10
Gomorra è un film straordinario e terribile che mostra in modo crudele, secco e senza ornamenti una situazione vera e quotidiana vista dall’interno e senza giudicare. Da un approccio documentaristico alla questione della camorra, che controlla a più livelli l’esistenza delle persone, nasce però un film dalla trama appassionante e coinvolgnete.

Non ci sono buoni o cattivi, le storie vengono narrate da questi personaggi che vivono nelle zone d'ombra; in quelle zone grigie tra il bene e il male alla ricerca della soppravvivenza, dove la vita non è un diritto ma la si deve guadagnare.

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Ultima risposta 22/05/2008 12.45.00
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Invia una mail all'autore del commento logical  @  20/05/2008 10:55:58
   7½ / 10
Ok, Scampia über alles, il quartiere di concentramento del presepe camorrista. Una grande fotografia di Marco Onorato come in Primo amore e nell'Imbalsamatore, sovraesposta, incisa, piena di luci e di profondità, il solito grande Servillo che sembra appena uscito dalle Conseguenze dell'amore, con lo stesso tic per contare il contante che ha contagiato tutto il cast, cento facce DOC per incarnare il male incanottato e ciabattante a rischio brucellosi, obesità e tracheotomizzazione.
Tutto scorre parallelamente, nuclei di storie che si sovrappongono come nelle lotte tra i cani, droga e rifiuti sembrano andare forte, sesso, gioco, commercio, edilizia forse nel sequel. Primo amore era un viaggio nel delirio pesato al grammo, in una passione che svuota le ossa per lasciare solo quello che 'è importante', come l'oro nascosto nei muri di un laboratorio del nord est; era una scoperta che diventava consapevolezza, qualcosa che dava un corpo a una sensazione. Gomorra, forse per troppa reverenza al libro, non ha questo slancio, non riesce a raccontare né il male assoluto né quello relativo. Un contributo alla sterminata iconografia della malavita che è solo condannata a ripetersi identica ovunque.

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Ultima risposta 24/05/2008 21.26.19
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ivaverro  @  20/05/2008 10:24:27
   8 / 10
consiglio a chi non conosce la realtà napoletana di leggere prima il libro perchè aiuta a capire meglio le scene e gli intrecci. quasi un documentario da quanto sono reali le immagini e le ambientazioni

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  20/05/2008 00:17:55
   9 / 10
Non ho mai commentato un film subito dopo la visione, penso che Gomorra sia una eccezione e debba essere valutato a caldo senza metabolizzarlo.
Garrone è bravo a dare una propria impronta al libro di Saviano, riuscendo tuttavia a coglierne l’anima e ad estrapolarne cinque degli episodi più significativi, che racconta con stile articolato come quello del libro.
Il regista elimina lo sciorinare di dati, di cifre e di numeri presenti nel romanzo-inchiesta di Saviano e punta tutto sulle emozioni, mostrandoci una realtà che ha risvolti sconvolgenti, un’umanità che pare appena uscita da un girone dantesco, dove l’appartenenza ad un clan determina la vita o la morte, entrambi completamente prive di valore e di significato.
I numerosi primi piani su visi densi di autenticità, ne mettono a nudo i sentimenti con un realismo impressionante, alimentato dagli ambienti lividi di squallidi palazzoni o di magazzini sotterranei, che la fotografia riesce a rendere più lugubri.
Su tutto domina violenza e controllo capillare e il fine supremo, inviolabile, è il denaro, la linfa stessa del sistema di cui si nutrono tutti( non solo in Campania) e che cancella con sorprendente naturalezza il confine tra lecito ed illecito.
Il film potrebbe apparire più spietato dell’opera da cui è tratto, perché non lascia speranza, ti prende alla gola, lo segui in apnea fino alla fine.In realtà anche attraverso le immagini di Garrone ritorna quell'eco del “ IO SO e ne ho le prove”: allontanare l’indifferenza e il silenzio può essere un inizio di speranza.

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Ultima risposta 20/05/2008 17.15.05
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viagem  @  19/05/2008 22:40:23
   8½ / 10
Il cinema nostrano storicamente ha sicuramente un pregio: riuscire a raccontare l'Italia anche nelle vicende più nefaste e nei costumi più degenerati in maniera rigorosa e obiettiva anche a breve distanza di tempo dagli eventi, uno sorta di sguardo quasi storico su vicende attuali, paradossalmente superando in oggettività il giornalismo medio del nostro paese. Per fare un esempio il cinema spagnolo a fatica racconta il terrorismo basco in maniera esauriente ed è ancora totalmente incapace di gettare uno sguardo veritiero sul periodo franchista. Gomorra impressiona e sgomenta. Indubbiamente per la bontà della sua realizzazione: oggettivo senza essere documentaristico, girato nei luoghi reali teatro delle faide di camorra con buona parte degli attori non professionisti e pure loro realmente a contatto con la piaga camorrista nella vita di tutti giorni.
Ma lo sgomento viene principalmente dalla presa d'atto che la camorra è ovunque. Nel film non appare mai lo stato, la civiltà, una seppur minima condivisione di valori morali. La camorra ti trova il lavoro, se non lavori pensa al tuo mantenimento, è la tua massima aspirazione da bambino e ti segue anche all'obitorio per l'ultimo saluto. E' il matrimonio al piano di sotto e contemporaneamente lo spaccio di droga al piano di sopra in quella diabolica costruzione che sono le Vele di Scampia, veri e propri cerchi infernali. E' padre Pio che trasloca per seguire il nuovo clan, è in definitiva una condanna scritta su chi nasce in quei luoghi senza lasciar intravedere alcuna possibilità di riscatto per le generazioni a venire.
E in mezzo a tutto questo una colossale enorme montagna di soldi, presente costantemente in quasi ogni scena del film, molto più di qualunque attore, anche più del sangue.
Allucinante.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  19/05/2008 11:35:18
   10 / 10
Più che un film direi un vero e propio incubo:nero,cupo e privo di ogni barlume di speranza,Gomorra è una pellicola capace di generare angoscia e disagio a ogni sequenza...la realtà sputata in faccia allo spettatore senza nessun tipo di vincolo,attori presi direttamente dalla strada e affiancati da due "mostri" come Servillo e Imparato (la prova attoriale del secondo è immensa),luoghi e vicende capaci di inchiodare chiunque alla poltrona allontanadosi finalmente da un certo tipo di cinema estetizzante e spettacolare,perchè la pellicola di Garrone è un "documentario" straordinariamente reale,una fotografia lucida e spietata di un mondo chiuso,violento e impenetrabile.Girato nelle strade di Scampia,il film è caratterizzato da cinque storie tratte direttamente dal libro di Saviano:ognuna di esse brilla per efficacia e riuscita,nessun punto debole,nessuna caduta di tono,zero battute a vuoto,Garrone dirige un vero propio capolavoro,uno dei migliori film sulla malavita mai concepiti nella storia del cinema,un prodotto necessario e capace di generare un senso di malessere a tratti insostenibile.Un film da premiare a pieni voti e una pellicola di cui andare fieri.

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Ultima risposta 20/05/2008 19.46.39
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Rand  @  19/05/2008 09:44:22
   10 / 10
Questo film è uno spaventoso capolavoro.Ti fa incazzare,perchè vedi quello che vedi,la normalità di un sistema che distrugge ciò che non è omologato con lui,ciò che può essere contro.
L'attuale situazione che rischia di esplodere con il dramma rifiuti è solo la goccia che farà trabboccare il vaso.Poi quei sacchi di immondizia dei camorristi sono veramente penosi,dei vigliacchi,si beano di un codice d'onore..ma de che?
Forze la questione rifiuti travolgerà anche loro,lo spero,così vedremo se sono tanto duri quanto vogliono far credere.Hanno creato un mostro che forse,spero si autodistruggera.
Comunque lo STATO invece di cazzeggiare dovrebbe fare qualcosa,cioè non si può andare avanti così...
Quando sono uscito dal cinema ero abbastanza incazzato,andate a vede so film assolutamente!Spero che che i politici ignavi lo vadano a vedere anche loro, se hanno un minimo di coscienza...

Marenco  @  18/05/2008 21:10:48
   7½ / 10
Film cupo, agghiacciante, realizzato con condivisibile maestria da Matteo Garrone. Sembra un lontano parente di "Luna rossa" di Capuano ed è forse l'unico film al mondo in cui si parla di Napoli, ma della bella città partenopea che tutti conosciamo non si vede neanche una immagine.
Tutto il film è girato infatti in una periferia desolata e desolante, un microcosmo di cadaveri potenziali, pistole, droga, male di vivere.
Non avendo letto il libro non mi posso esprimere sulla riuscita della trasposizione. Dico solo che Imparato e Servillo sono due grandi, tragiche figure contornate da attori non professionisti spaventosamente reali...
Un film che purtroppo rappresenta una realtà della nostra Italia. Realtà che verrà spiattellata sul palcoscenico internazionale di Cannes.
Qual'è il confine che separa la denuncia dal compiacimento? L'onestà della cronaca dal profitto del racconto?
Saviano non è Tolstoj e Garrone non è certo Francesco Rosi... Eppure l'effetto nauseabondo della preoccupante realtà (punto di non ritorno) quotidiana centra molti colpi. Un buon film, comunque da non perdere...

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  18/05/2008 14:37:15
   7½ / 10
garrone non fa centro..la camorra appare come una questione di provincia mentre il libro ne descrive i tentacoli in tutto il pianeta...per il resto niente da dire...bravo garrone!!!!!!!!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  18/05/2008 14:20:30
   9 / 10
Docufilm come non se ne vedevano da anni, almeno per quel che riguarda il panorama cinematografic italiano. Eccellente ma nel contempo si esce dal cinema affranti per l'impotenza dinanzi a quello che accade a meno di 200 km da casa mia. E' incredibile, è occidente, Italia, paese del primo mondo e nessuno fa nulla, proprio come se quella non fosse una fetta del nostro paese.
Il film di Garrone è crudo e angosciante, ripreso dal vero, musicato dal suono delle grida e degli spari di Scampia. Una volta si diceva "giusto", quando dire "bello" non aveva senso. Giustissimo, dunque.
Del libro, il film sceglie alcuni fili, li intreccia, s'impone come uno sciroppo avvelenato, senza la possibilità di voltar pagina o sospendere la lettura. Del libro, soprattutto, sposa il punto di vista, da dentro, e tuttavia inevitabilmente fuori, in salvo. "Ma - scrive Saviano - osservare il buco, tenerlo davanti insomma, dà una sensazione strana. Una pesantezza ansiosa. Come avere la verità sullo stomaco". Gomorra, sullo stomaco, pesa come un macigno. Solo una ruspa potrebbe sollevarlo, per "sversarlo" altrove e chiudere in circolo vizioso, come il suono del film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  18/05/2008 12:28:18
   8 / 10
Sconcertante quadro di una realtà distante anni luce da quella in cui vivo ma separata fisicamente solo poco più di 200 chilometri.
Gomorra racconta con estrema lucidità storie che si sentono spesso ma non son mai state viste cosi da vicino,proprio dall'interno delle vele di Scampia.
Assolutamente da vedere.

dancy  @  18/05/2008 11:42:58
   8½ / 10
Matteo Garrone ha senza dubbio effettuato una trasposizione cinematografica perfetta. Il film rispecchia in tutto e per tutto il libro, regalando a chi guarda questo capolavoro uno spaccato della società molto crudo ma anche realistico. La mia ragazza uscendo dal cinema mi ha detto "finalmente è tornato il cinema di inchiesta!!!". Già, che serva a qualcosa però!!! Forse non c'è nemmeno bisogno che lo dica, ma Tony Servillo è da 10...un grande!

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