Sonny Vaccaro, organizzatore di tornei di pallacanestro di provincia e personaggio apparentemente senza arte né parte, viene assunto negli anni '70 dalla Nike per convincere giocatori e allenatori a diventare rappresentanti del giovane marchio sportivo. Vaccaro sarà l'unica persona in grado di convincere un giovanissimo Michael Jordan a firmare per la Nike, cambiando per sempre la storia dello sport, del marketing e dell'abbigliamento sportivo.
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L'unica cosa che ho trovato fuori fuoco nel film di Ben Affleck è la gabbia travestita da spot televisivo alla quale tutta l'operazione deve pagare dazio: noi della Nike siamo quelli bravi e gli altri competitor appartengono al passato, o sono dei boomer senza idee, o dei nazisti travestiti (prima dell'avvento di MJ il mercato delle scarpe da basket NBA apparteneva a Converse e Adidas, con Nike staccata dietro). Superato questo, Air è un film straordinario capace di tenerti con il fiato sospeso nonostante tu conosca già l'epilogo. Decisione particolare quella di ridurre a zero le sequenze di gioco con MJ inquadrato sempre fuori campo: i riflettori sono tutti puntati sulla costruzione di quella che è probabilmente la più grande operazione di marketing del secolo scorso. Una roba che ha letteralmente cambiato le regole del business nello sport americano. Applausi a Ben Affleck, sempre bravissimo sia dietro che in questo caso davanti alla telecamera (ma il cast è tutto perfetto, da Viola Davis a Matt Damon fino al vulcanico Chris Messina nei panni del procuratore di MJ)