In una guerra futura tra la razza umana e le forze dell'intelligenza artificiale, Joshua, un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie, viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creatore, l'inafferrabile architetto dell'intelligenza artificiale avanzata che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra e all'umanità stessa.
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Ero curioso di vedere il primo prodotto di Gareth Edwards maturo fuori dai franchising famosissimi, purtroppo mi ha deluso parecchio per uno stile altamente borioso quanto per un calderone di tematiche buttate lì e non approfondite per nulla.
The creator spazia velocemente negli argomenti, facendo voli pindarici da tematiche evoluzionistiche, passando per drammi personali e arrivando a sottotesti storico-sociali, nessuno di questi è trattato in maniera originale, anzi sono trattati proprio come ti aspetti siano trattati, come siamo abituati da 50 e oltre anni a questa parte.
L'elaborazione del lutto é forse la parte più terribile, con lui convinto che sua moglie sia morta, con quei flashback da mal di stomaco e la musica drammatica che perlomeno hanno il pregio di fare da intermezzo alle esplosioni di qualsiasi cosa, persone/robot, astronavi, stazioni spaziali, città asiatiche, facciamo esplodere tutto. Ma in ogni caso, sono stanco, terribilmente stanco di queste scene sulla spiaggia con la musica malinconica tra sorrisi di intesa tra i due amanti che guardano i tramonti, santo cielo basta.
Poi c'è tutto il discorso della mistificazione che fondamentalmente riprende anche alcuni film sul Vietnam, quando non li cita esplicitamente, ci sono scene in cui davvero mi sembrava di guardare la versione futuristica e fatta male di film come Apocalypse now, Platoon e The deer hunter, tra palafitte bombardate da astronavi -al posto degli aerei di Kilgore - e poveri contadini maltrattati dagli invasori americani. Come per il Vietnam vige la metafora di una guerra insensata e un orrore ingiustificato in quanto, spoiler abbastanza grosso, l'esplosione nucleare non é stata tanto colpa dell'intelligenza artificiale quanto un errore umano, e l'America come al solito ha lavato il cervello a tutto il mondo e ha convinto tutti del contrario, va bene, discorso interessante, aimé trattato talmente convenzionalmente che fra poco indovinavo i dialoghi in anticipo.
Alla fine di The Creator rimane poco, qualche esplosione - di troppo - una scrittura raffazzonata, delle discrete ambientazioni, dei colpi di scena estremamente telefonati e non mi voglio dilungare sulla bambina e sul classico rapporto col militare disilluso che inizia con un brusco allontanamento da parte di lui.