il lato positivo - silver linings playbook (2012)

le dighe della comunicazione che si rompono producendo vagiti di sincerità fra le lacrime e non c'è genetica che tenga la goffaggine di un uomo che si avvicina finalmente all'uomo che è suo figlio, per una nuova possibilità, con il cuore di sessant'anni di attività in mano, nonostante l'incomprensione della malattia e del disagio, volevo solo passare un po' di tempo con te e allora creo un ologramma che ci prevede fianco a fianco, compartecipi di un tifo che consente una pacca sulla spalla, condivisione che unisce quei novanta minuti in cui tutto sparisce incluso l'oggetto estraneo da inglobare, ciò che non conosciamo e che fa paura, ma è solo una condizione: non sono malato, ho una malattia.

Proprio bello questo film, una commedia davvero molto gradevole e divertente, sorretta da un ottimo cast. Bradley Cooper molto bravo e intenso, fantastica la Lawrence e ottimo DeNiro. Quanto alla Weaver è stata bravina ma non da meritate la nomination all'Oscar. Comunque, straconsigliato.

Una bella pellicola con un ottimo cast e delle ottime musiche (quando c'è una canzone dei Led Zeppelin è sempre un ottima musica).
La sceneggiatura è perfetta senza sbavature e i personaggi sono caratterizzati al meglio.
Però non è il miglior film dell'anno (come viene pubblicizzato ovunque) e l'oscar alla Lawrence è esagerato, all'uscita del cinema si ha la netta sensazione di aver visto un bel film ma che alla fine dei conti non lascia niente dentro.

Bellissimo film, ero curioso di vederlo perchè aveva avuto una marea di nomination agli oscar e volevo capirne il perchè. Dopo la visione lo avevo capito.

Straconsigliato

Pensavo molto meglio...

Commedia sentimentale sufficientemente insolita la nuova fatica di David O. Russel, da sempre scaltro nello strizzare l'occhio al cinema più commerciale cercando al contempo vie narrative più indipendenti, quindi mai troppo allineate o banali.
"Il lato positivo" è un film che pur non sottraendosi a qualche conclusivo eccesso di zucchero -che il genere comunque volenti o nolenti impone- fa legare senza grosse forzature sentimenti, commedia e un po' di dramma.
La trama dai molteplici spunti non permette di annoiarsi, i problemi di Pat e Tiffany sono solo la punta dell'iceberg sotto la quale si muove un mondo complesso, fatto di impulsi e percezioni modulati sempre in maniera impetuosa. Patrick soffre di scatti d'ira, è finito in casa di cura ed è incapace di rassegnarsi all'assenza della moglie che l'ha mollato per un altro, Tiffany invece è rimasta vedova, una perdita che nella ragazza ha causato un tilt interiore e una disponibilità sessuale verso il prossimo che nemmeno una pornostar. Rimasti disorientati e privati di pezzi vitali necessitano di essere nuovamente riempiti di sicurezza e affetto.
Si incontrano e si scontrano a più riprese, costruendo un rapporto verace nato e cresciuto sulla sofferenza. Gran merito va dato agli attori: Bradley Cooper riempie di sensibilità e insicurezza il suo personaggio, mentre la Lawrence conferma la vocazione dell'attrice di razza con una presenza scenica devastante. Alla pregiata coppia si affiancano volti più o meno noti sempre molto adatti, con il maniacale Robert De Niro finalmente in palla come ai bei tempi.
Emotività complesse e cangianti senza mai essere forzate nei mutamenti, un mondo fuori dagli schemi tanto quanto i lunatici protagonisti sballottati tra appuntamenti strampalati, partite degli Eagles di Philadelphia ed una sfida danzante a coronamento di una storia finalmente estranea alle tipiche mediocrità della com-rom americana.

Piacevole anche se con una trama semplice. Classica, ma molto carina. La seconda parte del film decolla bene, dopo un' inizio un po' lento. Bella la coppia Cooper-Lawrence, regge tutto il film, che comunque è ben interpretato da tutti gli attori.
Bello.

Buon drama. Parte lento, ma poi riesce ad esaltarsi. Una buona prova di tutto il cast rende il tutto più semplice, compreso De Niro, per una volta non imbarazzante in questa seconda parte della sua carriera.

Si intuiva che Bradley Cooper avesse qualcosa di inespresso da dare come attore e si sapeva che Jennifer Lawrence fosse una fantastica attrice, nonché una gran bella figliola. Loro due insieme sono senza ombra di dubbio la cosa migliore di questo lungometraggio. La loro è un'alchimia recitativa che illumina il film non dico di immenso ma almeno di una luce che forse, o quasi certamente, nasconde una struttura complessiva un pochetto claudicante (8 candidature agli oscar 2013 sono davvero troppe!).
Bradley Cooper è un figo. Un figo che riesce a non trascinarsi sempre dietro il suo essere figo. Un figo che riesce ad essere credibile sia come scrittore fallito e sfatto sia come scrittore di successo figo (Limitless). In questo Silver Linings Playbook è un individuo (figo) con qualche problema comportamentale (poco figo), ossessionato da una figura femminile che ama e che sente potrebbe perdere.

Terminato il suo periodo di internamento nell'istituto psichiatrico è costretto (avendo perso anche il lavoro) a tornare a vivere con i suoi. I suoi che sono Jacki Weaver e Robert De Niro (che qui fa una scelta meno disastrosa rispetto alle precedenti). Nel tentativo di riconquistare la moglie -alla quale non può comunque avvicinarsi- si imbatte in Jennifer Lawrence e... E queste cose qui succedono solo nei film! Che belli sarebbero, mentre tu corri, gli agguati di Jennifer Lawrence. Cioè dai, ma quando mai ad un certo punto nella vita... Vabbè. Lasciamo perdere.

Jennifer Lawrence, dicevo, con qualche problemino comportamentale pure lei e che vive in una casa ricavata dalla casa dei suoi. I genitori, in periodo di crisi economica, sono giustamente figure cinematograficamente giustificate e credibili (oddio, credibili non sempre).
Il film è piacevole e per fortuna non completamente edificante. Il disfattismo psicologico è sì mascherato da una regia un po' troppo divertita o gigionesca e da una colonna sonora forse invasiva -il bombardamento di brani accattivanti non sempre funziona- ma in fin dei conti, giacché qui si vedono e si confrontano due personalità problematiche, l'aspetto potenzialmente drammatico emerge ugualmente. E viene tutto sommato non completamente sacrificato dal tono "sbarazzino" che, appunto, una certa colonna sonora e una regia possono far prevalere, inquinando immeritatamente il resto.

Gioco forza, alla parziale riuscita del film, ci sono le prove attoriali di Bradley Cooper (giusta la candidatura) e di una Jennifer Lawrence che, avendocelo accanto, farebbe recitare bene anche un palo. Non che Cooper sia un palo, ovviamente. Ecco perché loro due insieme sono uno spettacolo nonché il motore del film.

Degna ben donde di nota anche la partecipazione di Chris Tucker, credibilissimo anzichenò.

Piacevole ma non convincente fino in fondo perchè non molto dissimile dal precedente The Fighter dove anche in quel contesto la famiglia rivestiva un ruolo fondamentale, non perfetto nei suoi dissidi interni ma terreno da cui ripartire per una nuova fase della vita. Ed in questo ambito il personaggio di Pat è il perfetto emblema di una persona che deve voltare pagina.
O'Russell è molto bravo nell'avere il giusto equilibrio dei toni: leggero, divertente senza scivolare nel farsesco, anzi tenendo le sue pedine su un piano realistico e non andando sopra le righe. In questo il cast degli attori offre una mano, perchè nel suo insieme funziona benissimo e l'alchimia fra Cooper e la Lawrence è eccellente. Peccato che scivoli in un finale fin troppo scontato.
Capitolo Lawrence: a soli ventidue anni dimostra una maturità e una versatilità veramente rari, la sua intepretazione è decisamente buona, ma è proprio da oscar? Qui rimango un po' perplesso. Se con questa performance ha ottenuto la statuetta, per Un gelido inverno come minimo meritava un monumento. Misteri dell'Academy.

Per almeno un'ora "Silver linings playbook" è un film straordinariamente coinvolgente, arricchito da un perfetto equilibrio tra dramma e commedia di "spessore" inaspettato. Merito di Russel, bravo nel gettare l'esca all'inizio aiutato da interpreti eccezionali alle prese con temi delicati come il tradimento, la morte, le cure farmacologiche e i problemi mentali.
Purtroppo è tutto fumo negli occhi e a dopo una prima parte estremamente esaltante, il copione scopre le carte in tavola crollando sotto i colpi della solita, banalissima commedia sentimentale, annientando, di fatto, quanto di buono visto all'inizio. Una delusione indescrivibile in cui l'unica nota positiva è la performance della Lawrence, attrice capace di dominare la scena e oscurare il resto del cast con un semplice sguardo. 6,5 e mi rode veramente tanto il culò. Peccato.

Poche storie, questo film è una bella e piacevole commedia americana.

La sua più grande maledizione è appunto di aver catturato l'attenzione dell'academy che a maggiore ragione ha trovato un bel prodotto autoctono da promuovere.

Cast eccezionale, attori in gran forma tutti, buona trama, grandissimi personaggi, dialoghi pungenti, regia di classe che non si vede ma è presente. Ottimo ma senza esagerare vale sicuramente la visione.

Non fatevi ingannare da tutte le nomination che ha avuto all'oscar. Questa è soltanto una banale commedia sentimentale. Carina ma niente di più.

molto carino, una commedia dai toni agrodolci, che tratta in maniera mai pesante delle tematiche importanti e lo fa attraverso delle interpretazioni degli attori notevoli: mi ha colpito Bradley Cooper per il ruolo a lui inusuale, molto brava la Lawrence, un'interpretazione molto riuscita e coinvolgente, e bene anche i non protagonisti con un De Niro che si riscopre grande attore, seppur non eccella ai livelli di un tempo. La storia non è banale, e ti prende da subito, pecca un po' di previdibilità nel prevedibile happy-ending finale, ma resta comunque molto carina e piacevole. Mi ha colpito la regia di David O. Russell, che ho trovato originale, frizzante e dinamica, mi è molto piaciuta e sono contento sia stata nominata agli Oscar.

carino ma mi aspettavo di meglio visto le candidature agli oscar, Cooper mi è piaciuto, così come De Niro gli altri un pò meno, storia all'apparenza originale ma che si conclude in maniera molto prevedibile.

Sembra che l'Accademia sia sempre costretta a mettere tutti gli anni, tra i candidati, uno di quei film leggeri e "buonisti", che spuntano ogni stagione e che, di fatto, sono i soliti film visti e rivisti e vogliono dimostrare che sono meglio di quello che realmente sono.
Tutti sappiamo che questo film non vincerà un Oscar (e se vince sarebbe l'ennesimo segnale che tocca mandare a ****** tutta l'Accademy) pero mi chiedo perché?? perchè è presente???
Superata la metà del film diventa una storia copia di altre mille: mieloso, buono, sciocco, vuoto. Non sono riuscita a vedere quella "grande lezione di vita".
Mi piacerebbe veramente rivedere De Niro in una delle sue meravigliose performance, ma il suo ruolo qui inizia bene ma poi si perde. Jacki Weaver una settimana dopo aver visto il film, non la ricordi più. Bradley Cooper inizia a tirare fuori la vera recitazione; puo' darsi in futuro (ora no). E Jennifer Lawrence è troppo fredda per intenerire anche se la schizzata la fa bene.
Un film comune, nonostante sia simpatico e si lasci vedere, e colui che verrà a dirmi che bisogna leggere il libro per capire meglio i personaggi allora io rispondo che è un film non riuscito perché non bisogna leggere prima per capire un film.
Infine O. Russel se voleva insegnare qualcosa sull'amore o sul "lato positivo" delle cose mi ha insegnato una cosa che già sapevo: che non bisogna fidarsi degli Oscar.

Dopo The fighter, che personalmente non ho amato, David O. Russel torna con una bomba ad orologeria. Una sceneggiatura che riesce ad essere originale ma allo stesso tempo tradizionalmente romantica e a rendere riconoscibile il nuovo lavoro del regista rispetto ai precedenti. Degli attori fantastici, e includo Cooper che di solito io detesto. Musiche molto carine che si sposano benissimo con le vicende che accompagnano.
Un film veramente soddisfacente, spero che riceverà il successo che merita agli Oscar e al botteghino... quando in Italia si decideranno a farlo uscire!