Oscar è un borgataro che sogna un futuro da attore cinematografico, o almeno da stuntman. Per contattare un produttore inscena un incidente, nel quale però resta ferita davvero una giovane attrice, che per questo perde la parte. La ragazza si installa a casa di Oscar in attesa del marito con cui tornare in America.
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Buona commedia del Verdone in versione coatta, che narra le avventure di questo ragazzone un po' burbero che lavora come stuntman nel mondo del cinema, dalla lingua lunga, capace di gonfiare a mille le storie sulle sue esperienze professionali, un bel giorno dopo essere stato scartato dalla produzione di un film a Cinecittà conoscerà questo avvocato interpretato dal grande Albertone Sordi, che gli farà scoprire nuove opportunità per fare un po' di soldi, è così che organizzano questo finto incidente per spillare un po' di soldi alla produzione americana di questo film, ma non tutto andrà come previsto, tirando in ballo per sbaglio l'attrice protagonista, non ancora affermata ma prossima al successo per via della sua grande amicizia col produttore, che dopo un periodo di degenza però si ritroverà abbandonata da tutti, senza un soldo e con la produzione che sembra essere scappata via dopo questo incidente, da qui iniziano le avventure dei due che si muovono tra i problemi di stampo sociale, con i personaggi sempre a corto di denaro per qualsiasi cosa, tra creditori minacciosi, organizzatori di corse clandestine non del tutto corretti e svariate peripezie, in un'opera che per le sue fattezze si avvicina tanto ai grandi classici della commedia all'italiana, quella in cui l'uomo di umile estrazione prova tutti gli stratagemmi per arricchirsi in modo facile in un contesto poco favorevole, ma il film di Verdone riesce a distinguersi anche per un discreto umorismo e una forte componente empatica, con alcune scene di ottima fattura e una buona disillusione di fondo, ho apprezzato tanto la partenza della ragazza e il non voler calcare la mano su una trama rosa - come purtroppo farà spesso in futuro - che sarebbe risultata fin troppo forzata, così come tutti i momenti in cui sembra che il protagonista stia per agguantare i bei quattrini per darsi una sistemata che vengono stravolti da qualche elemento esterno, come accade con l'avvocato spesso e volentieri, emblematico rappresentante di questa ingordigia di denaro che si fa sempre più grande e abbaglia il protagonista, trascinandolo in una spirale tragicomica, con annesso colpo di scena finale molto simpatico.
Ben recitato da questi capisaldi della comicità romana, oltre a Verdone e Sordi c'è pure il grande Mario Brega in un piccolo ruolo, è un buon compromesso tra l'essere spassoso e drammatico e disilluso, buonissimo film.